Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
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Andrea Gianelli
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Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Anche se il concetto può apparire assolutamente banale e scontato, a mio avviso non è così per tutti gli audiofili: lo scopo dell’alta fedeltà è quello di riprodurre la musica nell’ambiente domestico con una qualità il più possibile vicina all’evento reale (l’ascolto dal vivo). Per estensione di concetto un vero sistema Hi-Fi, dal momento in cui viene acceso e inizia a suonare, deve far dimenticare all’ascoltatore della sua stessa esistenza, perché in quel momento il protagonista non è più l’impianto ma il suono che produce: la tecnologia diventa uno strumento al servizio della musica.
Eppure molti e troppi appassionati si lanciano in acquisti costosi (il più delle volte troppo in rapporto alla qualità intrinseca dei vari componenti) e frequenti sostituzioni, ulteriore prova della dubbia validità delle precedenti scelte ma anche, più spesso, della confusione tra mezzo e fine: anziché sfruttare i propri componenti Hi-Fi (scelti e abbinati con cura) e godersi la musica, ci si concentra sui componenti stessi, inseguendo l’ultima tecnologia e/o, cosa assai più rischiosa (economicamente e qualitativamente), le mode del momento, che in periodi diversi hanno portato a pericolose generalizzazioni (di validità tecnica pressoché nulla) del tipo “il suono delle valvole è più caldo”, “le casse a sospensione pneumatica sono più neutre” ecc., dimenticandosi che il risultato finale dipende dal progetto e non dal singolo componente utilizzato (una valvola o un transistor in sé non suonano) o dal tipo di caricamento impiegato nei diffusori (vi sono ottimi bass-reflex, ottimi sistemi in sospensione e pessimi esempi dei due tipi).
Come diceva Henry Ford, “c’è vero progresso quando una nuova tecnologia diventa per tutti”. Nel mondo dell’alta fedeltà il T-Amp ne è un concreto esempio, mentre il più delle volte abbiamo assistito a promesse commerciali che hanno tentato di venderci come rivoluzioni tecniche a costi proibitivi, sia sottoforma di presunte innovazioni sia rispolverando soluzioni tecniche vecchie di decenni.
Eppure molti e troppi appassionati si lanciano in acquisti costosi (il più delle volte troppo in rapporto alla qualità intrinseca dei vari componenti) e frequenti sostituzioni, ulteriore prova della dubbia validità delle precedenti scelte ma anche, più spesso, della confusione tra mezzo e fine: anziché sfruttare i propri componenti Hi-Fi (scelti e abbinati con cura) e godersi la musica, ci si concentra sui componenti stessi, inseguendo l’ultima tecnologia e/o, cosa assai più rischiosa (economicamente e qualitativamente), le mode del momento, che in periodi diversi hanno portato a pericolose generalizzazioni (di validità tecnica pressoché nulla) del tipo “il suono delle valvole è più caldo”, “le casse a sospensione pneumatica sono più neutre” ecc., dimenticandosi che il risultato finale dipende dal progetto e non dal singolo componente utilizzato (una valvola o un transistor in sé non suonano) o dal tipo di caricamento impiegato nei diffusori (vi sono ottimi bass-reflex, ottimi sistemi in sospensione e pessimi esempi dei due tipi).
Come diceva Henry Ford, “c’è vero progresso quando una nuova tecnologia diventa per tutti”. Nel mondo dell’alta fedeltà il T-Amp ne è un concreto esempio, mentre il più delle volte abbiamo assistito a promesse commerciali che hanno tentato di venderci come rivoluzioni tecniche a costi proibitivi, sia sottoforma di presunte innovazioni sia rispolverando soluzioni tecniche vecchie di decenni.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Impianto : Lettore Philips CD460, amplificatore "BeoAffordable" (con modulo Bang&Olufsen ICEpower 50ASX2 e pre phono/linea integrati by Camillo Gianelli), diffusori a sospensione pneumatica Boston Acoustics T-930 "improved" con woofer Indiana Line W20.
RE: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Da inorniciare e mettere nel banner in alto!
marioni- Affezionato
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Grazie per il feedback
Il futuro dell'Hi-Fi e l'orientamento del mercato e dei vari prodotti dipende in larga misura dagli audiofili della nostra generazione (tra l'altro ho visto dal tuo profilo che sei nato esattamente due anni prima di me), appassionati di oggi e di domani.
“Oggi si conosce il prezzo di ogni cosa, ma di nessuna il proprio valore”. (Oscar Wilde)
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Bravo Andrea.
Ritengo che questo forum abbia tra i suoi pregi proprio il fatto che gli iscritti amano ascoltare la musica....
possibilmente con il miglior impianto possibile
Ritengo che questo forum abbia tra i suoi pregi proprio il fatto che gli iscritti amano ascoltare la musica....
possibilmente con il miglior impianto possibile
_________________
Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti [Saltatempo di Stefano Benni]
Chi non sa ridere non è una persona seria [Fryderyk Chopin]
nd1967- Moderatore
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Finale TA 3020 by Vincenzo
Lettore CD Micromega Stage 2
Giradischi Project 6.9
Diffusori Dynavoice Challenger M-65 EX
Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
nd1967 ha scritto:Bravo Andrea.
Ritengo che questo forum abbia tra i suoi pregi proprio il fatto che gli iscritti amano ascoltare la musica....
possibilmente con il miglior impianto possibile
Ciao Andrea,
grazie per il feedback e le considerazioni pienamente condivise: solo dall'amore per la musica possono derivare impianti migliori, che non sempre significa più costosi
grazie per il feedback e le considerazioni pienamente condivise: solo dall'amore per la musica possono derivare impianti migliori, che non sempre significa più costosi
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Grazie!FleX ha scritto:Bellsimo 3d, complimenti, non posso che quotare
Ci sono sviluppi per quanto riguarda i diffusori?
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Concordo pienamente !!! e aggiungerei in piena filosofia classe T, massima resa alla minor spesa
Ciao
Marco
Ciao
Marco
Dreamflyer- Membro di riguardo
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2.Giradischi Project Debut SE II +Denon DL-160 + TNT- InDiscreto
3.Tuner Technics ST-GT350
4.Cd Player SONY CDP-710
Amplificatore: Yarland FV34CIII EU version
Diffusori: BHL Fostex FE108 Sigma
Cavi segnale: TNT Shield
Cavi potenza: TNT tripleT
Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Andrea Gianelli ha scritto:Grazie!FleX ha scritto:Bellsimo 3d, complimenti, non posso che quotare
Ci sono sviluppi per quanto riguarda i diffusori?
Per i diffusori no, ma ho appreso con sommo rammarico che devo cambiare casa entro poco piu' di 2 mesi, quindi non so cosa fare .....se acquistare le HC504 e poi portarle nella nuova casa o aspettare e vedere.
Purtroppo questa "tragedia" mi e' stata comunicata venerdi' ed ha stravolto anche i miei piani .....
Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
FleX ha scritto:Per i diffusori no, ma ho appreso con sommo rammarico che devo cambiare casa entro poco piu' di 2 mesi, quindi non so cosa fare .....se acquistare le HC504 e poi portarle nella nuova casa o aspettare e vedere.
Purtroppo questa "tragedia" mi e' stata comunicata venerdi' ed ha stravolto anche i miei piani .....
Caspita, mi dispiace...sicuramente la scelta migliore che tu possa fare è appunto quella di aspettare: in base al nuovo ambiente potrai così scegliere i diffusori più idonei. Tieni presente che un locale piccolo difficilmente gradisce grandi casse (talvolta anche diffusori poco più che piccoli creano non pochi problemi di risonanza/ effetto "boom"), ma in compenso consente quasi sempre di ottenere ottimi risultati con minidiffusori di qualità, i quali, a fronte di una minor estensione in basso (impercettibile in tali ambienti, in cui il rischio sarebbe appunto un eccesso di bassi), risultano tendenzialmente più coesi, pieni e "capaci di scomparire", lasciando spazio ad una scena più ampia e ad un suono più gradevole e corretto.
A presto!
A presto!
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Dreamflyer ha scritto:Concordo pienamente !!! e aggiungerei in piena filosofia classe T, massima resa alla minor spesa
Ciao
Marco
Ciao Marco, grazie per il feedback e per la preziosissima aggiunta, che arriva con impeccabile puntualità proprio nella fase in cui sto scoprendo i vantaggi dei minidiffusori (che nel mio ambiente non posso usare): chi ha un locale piccolo con un classe T e una coppia di minidiffusori di qualità (anche molto economici) può davvero ottenere un'ottima resa
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Andrea Gianelli ha scritto:Anche se il concetto può apparire assolutamente banale e scontato, a mio avviso non è così per tutti gli audiofili: lo scopo dell’alta fedeltà è quello di riprodurre la musica nell’ambiente domestico con una qualità il più possibile vicina all’evento reale (l’ascolto dal vivo). Per estensione di concetto un vero sistema Hi-Fi, dal momento in cui viene acceso e inizia a suonare, deve far dimenticare all’ascoltatore della sua stessa esistenza, perché in quel momento il protagonista non è più l’impianto ma il suono che produce: la tecnologia diventa uno strumento al servizio della musica.
Eppure molti e troppi appassionati si lanciano in acquisti costosi (il più delle volte troppo in rapporto alla qualità intrinseca dei vari componenti) e frequenti sostituzioni, ulteriore prova della dubbia validità delle precedenti scelte ma anche, più spesso, della confusione tra mezzo e fine: anziché sfruttare i propri componenti Hi-Fi (scelti e abbinati con cura) e godersi la musica, ci si concentra sui componenti stessi, inseguendo l’ultima tecnologia e/o, cosa assai più rischiosa (economicamente e qualitativamente), le mode del momento, che in periodi diversi hanno portato a pericolose generalizzazioni (di validità tecnica pressoché nulla) del tipo “il suono delle valvole è più caldo”, “le casse a sospensione pneumatica sono più neutre” ecc., dimenticandosi che il risultato finale dipende dal progetto e non dal singolo componente utilizzato (una valvola o un transistor in sé non suonano) o dal tipo di caricamento impiegato nei diffusori (vi sono ottimi bass-reflex, ottimi sistemi in sospensione e pessimi esempi dei due tipi).
Come diceva Henry Ford, “c’è vero progresso quando una nuova tecnologia diventa per tutti”. Nel mondo dell’alta fedeltà il T-Amp ne è un concreto esempio, mentre il più delle volte abbiamo assistito a promesse commerciali che hanno tentato di venderci come rivoluzioni tecniche a costi proibitivi, sia sottoforma di presunte innovazioni sia rispolverando soluzioni tecniche vecchie di decenni.
Se mi permetti una puntalizzazione su questo punto : lo
scopo dell’alta fedeltà è quello di riprodurre la musica nell’ambiente
domestico con una qualità il più possibile vicina all’evento reale
(l’ascolto dal vivo) :
Toglierei 'dal vivo' per inserire ' nel contesto in cui e' stata registrata' . Questo perchè non tutta la musica che ascoltiamo e' registrata ' dal vivo' ma anche in studio.
Almeno che l'ascolto dal vivo non si intenda come prestato 'sul posto' dell' evento, qualunque esso sia.
"....... (di validità tecnica pressoché nulla) del tipo “il suono delle valvole è più caldo”,.. "
Il suono delle valvole è effettivamente più caldo rispetto a qualunque altro sistema. Puo' piacere oppure no, ma ha comunque,una sua caratteristica sonica.
Ciao
RedazioneUHF- Interessato
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Redazione ha scritto:Se mi permetti una puntalizzazione su questo punto : lo
scopo dell’alta fedeltà è quello di riprodurre la musica nell’ambiente
domestico con una qualità il più possibile vicina all’evento reale
(l’ascolto dal vivo) :
Toglierei 'dal vivo' per inserire ' nel contesto in cui e' stata registrata' . Questo perchè non tutta la musica che ascoltiamo e' registrata ' dal vivo' ma anche in studio.
Almeno che l'ascolto dal vivo non si intenda come prestato 'sul posto' dell' evento, qualunque esso sia.
"....... (di validità tecnica pressoché nulla) del tipo “il suono delle valvole è più caldo”,.. "
Il suono delle valvole è effettivamente più caldo rispetto a qualunque altro sistema. Puo' piacere oppure no, ma ha comunque,una sua caratteristica sonica.
Buona domenica e...a presto!
Ciao
Innanzitutto benvenuto!
Commenti e feedback molto graditi: condivido praticamente tutto, con una precisazione sull'ultimo punto, in quanto non tutti i valvolari sono caldi... Come giustamente ha più volte sottolineato anche il buon Lucio, una valvola o un transitor non suonano ma quel che "suona" è il circuito e tutto è dunque legato al progetto che sta a monte.
I vecchi valvolari erano indubbiamente caldi, ma questo dipendeva da alcuni limiti circuitali dell'epoca (da me descritti nella sezione specifica): McIntosh fu il primo produttore che cercò in parte di superare tale limite, che per alcuni audiofili si traduce ancor'oggi in un vantaggio dal punto di vista timbrico.
Commenti e feedback molto graditi: condivido praticamente tutto, con una precisazione sull'ultimo punto, in quanto non tutti i valvolari sono caldi... Come giustamente ha più volte sottolineato anche il buon Lucio, una valvola o un transitor non suonano ma quel che "suona" è il circuito e tutto è dunque legato al progetto che sta a monte.
I vecchi valvolari erano indubbiamente caldi, ma questo dipendeva da alcuni limiti circuitali dell'epoca (da me descritti nella sezione specifica): McIntosh fu il primo produttore che cercò in parte di superare tale limite, che per alcuni audiofili si traduce ancor'oggi in un vantaggio dal punto di vista timbrico.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Carissimi amici, concludo la riflessione sul tema che più mi sta a cuore, lo stesso che mi ha spinto ad iscrivermi a questo forum e a dire sempre tutto ciò che pensavo, con educazione, rispetto ma anche fermezza.
Non parlerò di specifici prodotti in questa sede (che verranno eventualmente citati a livello generale e meramente propedeutico ai contenuti e agli obiettivi del messaggio stesso), né più lo farò attraverso questo forum, che continuerò a seguire silenziosamente, limitandomi a leggere i vari interventi, lasciando il mio indirizzo privato a disposizione di tutti coloro che vorranno contattarmi.
Quanto sopra per il fatto che, nel bene e nel male, ho perseguito quello che era il mio obiettivo: non posso dire di averlo raggiunto, ma di aver fatto tutto il possibile per diffondere le cose che sapevo e che via via apprendevo, anche grazie al vostro prezioso contributo.
La classe T mi ha aperto un mondo: l’hi-fi è sempre stata una parte fondamentale della mia vita, ci sono nato e cresciuto tra i componenti hi-fi e la musica ha sempre accompagnato la mia vita, rendendo ancor più lieti i momenti di gioia e alleviando quelli più bui.
Il vero obiettivo dell’alta fedeltà è proprio questo: ricreare un’emozione il più possibile vicina all’ascolto dal vivo: in questo di soggettivo vi è ben poco ed il contributo dei molti amici musicisti è stato per me determinante per definire il suono corretto, quello appunto più fedele, a prescindere dal gusto soggettivo (che spesso rientra più nel my-fi che nell’hi-fi).
In tale percorso sono stato agevolato dalla molta musica che ascolto e ho sempre ascoltato dal vivo, sviluppando in tal modo un’educazione all’ascolto tale da tarare il mio orecchio sul suono reale.
Grazie alla classe T ho scoperto le enormi potenzialità dei miei diffusori, che hanno rivelato la loro vera (altissima) qualità grazie ad una scatoletta che inizialmente mi era parsa più vicina ad uno scherzo che ad un amplificatore hi-fi. Ma soprattutto ho capito che le soluzioni più semplici (purché di valide soluzioni di tratti) rappresentano la scelta migliore per il raggiungimento dell’obiettivo, ossia la fedele riproduzione della musica.
Proprio su questo aspetto vorrei soffermarmi: io non sono un audiofilo di moderna concezione (appassionato del mezzo: l’impianto), ma amante della musica (il fine). Pertanto un sistema hi-fi è per me uno strumento al servizio della musica, o meglio a servizio degli appassionati di musica che intendono goderne anche nel proprio ambiente domestico. Ecco l’obiettivo dell’hi-fi.
Il recente incontro con un direttore d’orchestra, che è anche un costruttore serio e preparato, mi ha confermato che il concetto di hi-fi dei musicisti coincide il più delle volte col mio concetto di affordable hi-fi: se è ovviamente impossibile ottenere il massimo spendendo il minimo, è pur vero che esiste un limite sopra il quale non c’è ragione di spendere, limite tendenzialmente molto più basso tra i musicisti appassionati di hi-fi che non tra i comuni audiofili. D’altro canto la fedeltà assoluta non esiste, mentre a limiti e/o difetti nella riproduzione del suono i musicisti sono molto ma molto sensibili, al punto da coglierli al volo, anche in impianti costosi, non sempre sinonimo di qualità sonora. Ancora una volta è molto più facile che loro trovino gradevole un impianto hi-fi minimalista (ben diverso dal compattone con mille funzioni) che non quei sistemoni formato cattedrale che invadono le mostre del settore.
Interessante infine la condivisa riflessione sulla pressione sonora: la maggioranza degli audiofili usano volumi d’ascolto eccessivi, cosa che finisce per allontanarli dalla possibilità di creare nel proprio ambiente una piccola sala da concerto a costi abbordabili, orientandoli inevitabilmente verso soluzioni più complesse, che rendono molto più difficile raggiungere un elevato livello qualitativo e, in ogni caso, impongono costi nella migliore delle ipotesi impegnativi.
Questa è la sintesi della mia esperienza, che reputo doveroso divulgare, senza pretendere che essa trovi unanime seguito, ma per amore della musica è davvero il minimo che io possa fare.
Un contributo che non cerca né pretende consenso, ma viene spontaneamente dal cuore.
Restando a completa disposizione di tutti coloro che vorranno rivolgersi a me, un saluto e un abbraccio a tutti voi.
Non parlerò di specifici prodotti in questa sede (che verranno eventualmente citati a livello generale e meramente propedeutico ai contenuti e agli obiettivi del messaggio stesso), né più lo farò attraverso questo forum, che continuerò a seguire silenziosamente, limitandomi a leggere i vari interventi, lasciando il mio indirizzo privato a disposizione di tutti coloro che vorranno contattarmi.
Quanto sopra per il fatto che, nel bene e nel male, ho perseguito quello che era il mio obiettivo: non posso dire di averlo raggiunto, ma di aver fatto tutto il possibile per diffondere le cose che sapevo e che via via apprendevo, anche grazie al vostro prezioso contributo.
La classe T mi ha aperto un mondo: l’hi-fi è sempre stata una parte fondamentale della mia vita, ci sono nato e cresciuto tra i componenti hi-fi e la musica ha sempre accompagnato la mia vita, rendendo ancor più lieti i momenti di gioia e alleviando quelli più bui.
Il vero obiettivo dell’alta fedeltà è proprio questo: ricreare un’emozione il più possibile vicina all’ascolto dal vivo: in questo di soggettivo vi è ben poco ed il contributo dei molti amici musicisti è stato per me determinante per definire il suono corretto, quello appunto più fedele, a prescindere dal gusto soggettivo (che spesso rientra più nel my-fi che nell’hi-fi).
In tale percorso sono stato agevolato dalla molta musica che ascolto e ho sempre ascoltato dal vivo, sviluppando in tal modo un’educazione all’ascolto tale da tarare il mio orecchio sul suono reale.
Grazie alla classe T ho scoperto le enormi potenzialità dei miei diffusori, che hanno rivelato la loro vera (altissima) qualità grazie ad una scatoletta che inizialmente mi era parsa più vicina ad uno scherzo che ad un amplificatore hi-fi. Ma soprattutto ho capito che le soluzioni più semplici (purché di valide soluzioni di tratti) rappresentano la scelta migliore per il raggiungimento dell’obiettivo, ossia la fedele riproduzione della musica.
Proprio su questo aspetto vorrei soffermarmi: io non sono un audiofilo di moderna concezione (appassionato del mezzo: l’impianto), ma amante della musica (il fine). Pertanto un sistema hi-fi è per me uno strumento al servizio della musica, o meglio a servizio degli appassionati di musica che intendono goderne anche nel proprio ambiente domestico. Ecco l’obiettivo dell’hi-fi.
Il recente incontro con un direttore d’orchestra, che è anche un costruttore serio e preparato, mi ha confermato che il concetto di hi-fi dei musicisti coincide il più delle volte col mio concetto di affordable hi-fi: se è ovviamente impossibile ottenere il massimo spendendo il minimo, è pur vero che esiste un limite sopra il quale non c’è ragione di spendere, limite tendenzialmente molto più basso tra i musicisti appassionati di hi-fi che non tra i comuni audiofili. D’altro canto la fedeltà assoluta non esiste, mentre a limiti e/o difetti nella riproduzione del suono i musicisti sono molto ma molto sensibili, al punto da coglierli al volo, anche in impianti costosi, non sempre sinonimo di qualità sonora. Ancora una volta è molto più facile che loro trovino gradevole un impianto hi-fi minimalista (ben diverso dal compattone con mille funzioni) che non quei sistemoni formato cattedrale che invadono le mostre del settore.
Interessante infine la condivisa riflessione sulla pressione sonora: la maggioranza degli audiofili usano volumi d’ascolto eccessivi, cosa che finisce per allontanarli dalla possibilità di creare nel proprio ambiente una piccola sala da concerto a costi abbordabili, orientandoli inevitabilmente verso soluzioni più complesse, che rendono molto più difficile raggiungere un elevato livello qualitativo e, in ogni caso, impongono costi nella migliore delle ipotesi impegnativi.
Questa è la sintesi della mia esperienza, che reputo doveroso divulgare, senza pretendere che essa trovi unanime seguito, ma per amore della musica è davvero il minimo che io possa fare.
Un contributo che non cerca né pretende consenso, ma viene spontaneamente dal cuore.
Restando a completa disposizione di tutti coloro che vorranno rivolgersi a me, un saluto e un abbraccio a tutti voi.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 12.07.08
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Un trio d'archi, un'orchestra col coro o la banda della marina, ascoltati dal vivo suonano diversi da come suonano nel mio salotto. E questa diversità non è data dall'ampli (non parlo di classe T che non conosco, ma parlo di anche di cose multimilionarie che invece conosco un po' avendole avute ed ascoltate).
Chi dice che suonano uguali non ha mai assistito ad un concerto dal vivo di strumenti acustici (violini, viole, trombe, tamburi, zufoli etc etc) senza amplificazioni, microfoni etc etc.
Chi dice che suonano uguali non ha mai assistito ad un concerto dal vivo di strumenti acustici (violini, viole, trombe, tamburi, zufoli etc etc) senza amplificazioni, microfoni etc etc.
piero7- Membro classe oro
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
piero7 ha scritto:Un trio d'archi, un'orchestra col coro o la banda della marina, ascoltati dal vivo suonano diversi da come suonano nel mio salotto. E questa diversità non è data dall'ampli (non parlo di classe T che non conosco, ma parlo di anche di cose multimilionarie che invece conosco un po' avendole avute ed ascoltate).
Chi dice che suonano uguali non ha mai assistito ad un concerto dal vivo di strumenti acustici (violini, viole, trombe, tamburi, zufoli etc etc) senza amplificazioni, microfoni etc etc.
Esattamente ciò che i musicisti ribadiscono e la principale ragione per cui a loro avviso non conviene mai investire somme stratosferiche: la fedeltà assoluta, come da me sottolineato, non esiste.
Grazie per aver completato la mia riflessione.
Grazie per aver completato la mia riflessione.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
piero7 ha scritto:
Chi dice che suonano uguali non ha mai assistito ad un concerto dal vivo di strumenti acustici (violini, viole, trombe, tamburi, zufoli etc etc) senza amplificazioni, microfoni etc etc.
Il suono del pianoforte che ho nell'altra stanza riesco
a riprodurlo: basta andare nell'altra stanza.....
bonghittu- Membro classe argento
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Impianto :- Spoiler:
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Quoto appieno. Proprio pochi giorni fa sono andato a teatro ad ascoltare un concerto dell'orchestra del Teatro Regio, e nessun sistema, neanche se costasse 1 milione di euro, ci si potrebbe avvicinare. Quello che si può ottenere è un bel suono, molto piacevole all'ascolto e affascinante, ma di certo non la realtà. Io personalmente, nonostante non abbia seguito la strada della neutralità assoluta (l'A1 di certo non si può definire neutro ), ho trovato quasi (quasi eh ) la pace perché sento di essermi avvicinato all'EMOZIONE e alle SENSAZIONI che mi danno i concerti a teatro (cosa che prima non accadeva). Sono consapevole che non potrò mai avvicinarmi al SUONO di un concerto dal vivo, ma infatti l'obbiettivo a mio parere è un altro.Andrea Gianelli ha scritto:piero7 ha scritto:Un trio d'archi, un'orchestra col coro o la banda della marina, ascoltati dal vivo suonano diversi da come suonano nel mio salotto. E questa diversità non è data dall'ampli (non parlo di classe T che non conosco, ma parlo di anche di cose multimilionarie che invece conosco un po' avendole avute ed ascoltate).
Chi dice che suonano uguali non ha mai assistito ad un concerto dal vivo di strumenti acustici (violini, viole, trombe, tamburi, zufoli etc etc) senza amplificazioni, microfoni etc etc.Esattamente ciò che i musicisti ribadiscono e la principale ragione per cui a loro avviso non conviene mai investire somme stratosferiche: la fedeltà assoluta, come da me sottolineato, non esiste.
Grazie per aver completato la mia riflessione.
thema2000ie- Moderatore
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
... due opinioni simili direi postate in simultanea
Ultima modifica di fannaru il Sab 10 Ott 2009 - 19:08 - modificato 1 volta.
fannaru- Membro di riguardo
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Verissimo.fannaru ha scritto:
ma avete presente i bassi che sono croce e delizia degli audiofili, in un concerto ?? Mica sono profondi, definiti etc... come l'audiofilo medio vorrebbe ???
thema2000ie- Moderatore
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Eh sì, comunque avrei lasciato il tuo post, hai detto delle cose molto interessanti.fannaru ha scritto:... due opinioni simili direi
thema2000ie- Moderatore
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
thema2000ie ha scritto:Eh sì, comunque avrei lasciato il tuo post, hai detto delle cose molto interessanti.fannaru ha scritto:... due opinioni simili direi
idem..... il tuo è però più partecipato
fannaru- Membro di riguardo
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Thanks!fannaru ha scritto:thema2000ie ha scritto:Eh sì, comunque avrei lasciato il tuo post, hai detto delle cose molto interessanti.fannaru ha scritto:... due opinioni simili direi
idem..... il tuo è però più partecipato
thema2000ie- Moderatore
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
Andrea Gianelli ha scritto:
Restando a completa disposizione di tutti coloro che vorranno rivolgersi a me, un saluto e un abbraccio a tutti voi.
Ma se e' una battaglia persa in partenza perche rodersi tanto il fegato
e rovinarsi la vita? Una passione ci deve dare gioia, curiosità, voglia di
scoprire cose nuove senza intossicarci nello spirito. Goditi il forum senza
pensare a questa assurda competizione, all'ansia da prestazione, al dover
dimostrare a tutti i costi che tu rispetti la sacra legge dell'hifi, posto che
ne esista una.
Sciogli il fagotto e scendi qui tra noi, pari tra pari
bonghittu- Membro classe argento
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Re: Il vero obiettivo dell’alta fedeltà
thema2000ie ha scritto:Quoto appieno. Proprio pochi giorni fa sono andato a teatro ad ascoltare un concerto dell'orchestra del Teatro Regio, e nessun sistema, neanche se costasse 1 milione di euro, ci si potrebbe avvicinare. Quello che si può ottenere è un bel suono, molto piacevole all'ascolto e affascinante, ma di certo non la realtà.
Di nuovo d'accordo nella sostanza, ma con una precisazione che reputo importante ed utile alla definizione del concetto stesso di hi-fi: non tanto un suono piacevole, quanto piuttosto una copia della realtà, che non sarà mai la realtà, ma una riproduzione credibile di essa, ossia non perfetta (cosa appunto impossibile) ma rispettosa di ciò che c'è nella vera musica. L'alta fedeltà è quella che porta a dire "non manca niente", pur nella consapevolezza che nella musica c'è di più, cose non trascurabili ma neppure definibili, a differenza di quanto invece accade ascoltando un qualunque sistema di riproduzione (non hi-fi), dove limiti e/o eccessi vengono prontamente rilevati dall'orecchio esperto ma anche da quello semplicemente allenato all'ascolto dal vivo.
Un esempio, credo eclatante, viene dai monovia, ascoltati sia con single-ended valvolari in pura classe A, sia col mio piccolo ampli (che donava una maggior ricchezza armonica, con più dinamica ed impatto, pur mantenendo intatta la correttezza). Ebbene, tali diffusori, abilmente realizzati dall'amico direttore d'orchestra, all'inizio mi parvero meno dolci e brillanti rispetto ai miei (comunque considerati davvero belli dallo stesso amico, che avevo pregato di sottolinearmi con la massima sincerità qualunque difettuccio, anche il più piccolo), eppure le voci erano migliori e le parole sempre più comprensibili, in qualunque brano: entrambi hi-fi, nel mio caso più esteso (se un un tre vie non lo fosse ci sarebbe qualcosa che non va) ma nel suo ancor più fedele (appunto una riproduzione che, badando alla più alta fedeltà possibile, si lasciava perdonare qualche inevitabile limite agli estremi, in cambio di una restituzione "da brivido" di tutto il resto).
E questo invita ancora una volta a riflettere sui presunti vantaggi di impianti formato cattedrale, con mastodontiche elettroacustiche multivia: il rischio è quello d'investire fior di quattrini e ritrovarsi con un suono più distante dalla realtà rispetto a quello offerto da un hi-fi minimalista ma molto musicale.
Un esempio, credo eclatante, viene dai monovia, ascoltati sia con single-ended valvolari in pura classe A, sia col mio piccolo ampli (che donava una maggior ricchezza armonica, con più dinamica ed impatto, pur mantenendo intatta la correttezza). Ebbene, tali diffusori, abilmente realizzati dall'amico direttore d'orchestra, all'inizio mi parvero meno dolci e brillanti rispetto ai miei (comunque considerati davvero belli dallo stesso amico, che avevo pregato di sottolinearmi con la massima sincerità qualunque difettuccio, anche il più piccolo), eppure le voci erano migliori e le parole sempre più comprensibili, in qualunque brano: entrambi hi-fi, nel mio caso più esteso (se un un tre vie non lo fosse ci sarebbe qualcosa che non va) ma nel suo ancor più fedele (appunto una riproduzione che, badando alla più alta fedeltà possibile, si lasciava perdonare qualche inevitabile limite agli estremi, in cambio di una restituzione "da brivido" di tutto il resto).
E questo invita ancora una volta a riflettere sui presunti vantaggi di impianti formato cattedrale, con mastodontiche elettroacustiche multivia: il rischio è quello d'investire fior di quattrini e ritrovarsi con un suono più distante dalla realtà rispetto a quello offerto da un hi-fi minimalista ma molto musicale.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Numero di messaggi : 2608
Località : S. Pietro all'Olmo
Provincia : Milano
Occupazione/Hobby : Consulente
Impianto : Lettore Philips CD460, amplificatore "BeoAffordable" (con modulo Bang&Olufsen ICEpower 50ASX2 e pre phono/linea integrati by Camillo Gianelli), diffusori a sospensione pneumatica Boston Acoustics T-930 "improved" con woofer Indiana Line W20.
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