Un'esperienza di ascolto differente
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Hai centrato perfettamente la situazione...se lo si applica con metodo e la giusta calibrazione non si torna più indietro.Me lo dicevano e devo dire che è veramente così.spocry ha scritto:Ragazzi, capisco perfettamente che entrare nel mondo del DRC non è da tutti , soprattutto perchè si fa difficolta a staccarsi da un canone di ascolto assodato e in vigore da sempre , ma è il futuro .
Chi lo applica con successo e con cognizione di causa non torna più indietro.
ivan39- Membro classe bronzo
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
E se l'incisione è di qualità scadente?
TWR- Interessato
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Di solito come incisione scadente si indica una una incisione molto compressa in gamma dinamica e/o risposta in frequenza sbilanciata, per cui te ne accorgi subito, od almeno dovresti,sia che utilizzi il drc sia che tu non lo faccia....con il drc in misura maggiore, forseTWR ha scritto:E se l'incisione è di qualità scadente?
beppe61- Membro classe argento
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
In caso di frequenze sbilanciate posso usare i controlli di tono. Anche se sono il passato...
TWR- Interessato
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Ah,capisco....vuoi dire che nel caso ci fosse necessità di aumentare o diminuire bassi od alti, in base alla registrazione, come si deve agire?
Non lo so con il drc nelle sue implementazioni come si faccia...magari ti può rispondere chi lo sta usando
Non lo so con il drc nelle sue implementazioni come si faccia...magari ti può rispondere chi lo sta usando
beppe61- Membro classe argento
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Uso Dirac , l'ho detto mille volte,e se voglio anche i controlli di tono, generalmente treble -1 con dischi particolarmente aspri.
Mi sembra che la confusione regni sovrana,il DRC (Digital Room Correction) non equalizza,corregge la risposta in ambiente.
Mi sembra che la confusione regni sovrana,il DRC (Digital Room Correction) non equalizza,corregge la risposta in ambiente.
giucam61- Membro classe diamante
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
La cosa che non capisco di DIrac è il criterio con cui va a chiudere i buchi nella risposta in frequenza.Normalmente è una pratica che sarebbe meglio non fare ma penso che attenui il livello generale del filtro creato per mantenere comunque un segnale attenuato rispetto all'originale.
ivan39- Membro classe bronzo
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
ivan39 ha scritto:La cosa che non capisco di DIrac è il criterio con cui va a chiudere i buchi nella risposta in frequenza.Normalmente è una pratica che sarebbe meglio non fare ma penso che attenui il livello generale del filtro creato per mantenere comunque un segnale attenuato rispetto all'originale.
se vi sono delle cancellazioni di fase DIRAC non fa i miracoli , per gestire gli avvallamenti attenua prima il segnale che si traduce in un abbassamento del volume generale , questo per evitare eventuali distorsioni
spocry- Membro di riguardo
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
giucam61 ha scritto:Uso Dirac , l'ho detto mille volte,e se voglio anche i controlli di tono, generalmente treble -1 con dischi particolarmente aspri.
Mi sembra che la confusione regni sovrana,il DRC (Digital Room Correction) non equalizza,corregge la risposta in ambiente.
Per puro amore della speculazione: se rispetto a prima senti meno bassi, alti trapanananti etc., di fatto equalizzi. Qualsiasi strumento (comprese le modifiche ambientali) attenui o accentui una frequenza è un'equalizzazione. Quel che mi meraviglia di tutta la questione, non è la scelta del metodo, ma il fatto che questo possa comportare, come scritto da qualcuno, un minor piacere d'ascolto perché in grado di rivelare, se ce ne sono, le pecche di un'incisione. Mi sembra che il perseguimento di questo genere di "fedeltà" sia piuttosto deviato. Se invece comporta una maggior soddisfazione, allora ben venga.
TWR- Interessato
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
equalizza se cosi si vuole dire perchè è il tuo ambiente che ha una risposta in frequenza errata , quindi non fa altro che riportare la risposta in frequenza a come l'ha pensata il produttore. Inoltre DIRAC puoi usarlo in maniera invasiva o meno , volendo puoi scegliere di correggere la risposta in frequenza di una sola parte dello spettro acustico.TWR ha scritto:giucam61 ha scritto:Uso Dirac , l'ho detto mille volte,e se voglio anche i controlli di tono, generalmente treble -1 con dischi particolarmente aspri.
Mi sembra che la confusione regni sovrana,il DRC (Digital Room Correction) non equalizza,corregge la risposta in ambiente.
Per puro amore della speculazione: se rispetto a prima senti meno bassi, alti trapanananti etc., di fatto equalizzi. Qualsiasi strumento (comprese le modifiche ambientali) attenui o accentui una frequenza è un'equalizzazione. Quel che mi meraviglia di tutta la questione, non è la scelta del metodo, ma il fatto che questo possa comportare, come scritto da qualcuno, un minor piacere d'ascolto perché in grado di rivelare, se ce ne sono, le pecche di un'incisione. Mi sembra che il perseguimento di questo genere di "fedeltà" sia piuttosto deviato. Se invece comporta una maggior soddisfazione, allora ben venga.
Insomma per farla breve se hai un rinforzo di frequenze nella spettro basso (cosa che hanno praticamente tutti se non a fronte di spese ingenti per trattamenti acustici mirati e invasivi) dirac equalizza quell'anomali e la risposta anche dell'impulso cosa che non fa nessun equalizzatore.
spocry- Membro di riguardo
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Non concordo: la fedeltà di riproduzione prescinde dal piacere d'ascolto, che invece è in carico al fonico che ha realizzato quel lavoro.TWR ha scritto:Quel che mi meraviglia di tutta la questione, non è la scelta del metodo, ma il fatto che questo possa comportare, come scritto da qualcuno, un minor piacere d'ascolto perché in grado di rivelare, se ce ne sono, le pecche di un'incisione. Mi sembra che il perseguimento di questo genere di "fedeltà" sia piuttosto deviato. Se invece comporta una maggior soddisfazione, allora ben venga.
Re: Un'esperienza di ascolto differente
TWR ha scritto:giucam61 ha scritto:Uso Dirac , l'ho detto mille volte,e se voglio anche i controlli di tono, generalmente treble -1 con dischi particolarmente aspri.
Mi sembra che la confusione regni sovrana,il DRC (Digital Room Correction) non equalizza,corregge la risposta in ambiente.
Per puro amore della speculazione: se rispetto a prima senti meno bassi, alti trapanananti etc., di fatto equalizzi. Qualsiasi strumento (comprese le modifiche ambientali) attenui o accentui una frequenza è un'equalizzazione. Quel che mi meraviglia di tutta la questione, non è la scelta del metodo, ma il fatto che questo possa comportare, come scritto da qualcuno, un minor piacere d'ascolto perché in grado di rivelare, se ce ne sono, le pecche di un'incisione. Mi sembra che il perseguimento di questo genere di "fedeltà" sia piuttosto deviato. Se invece comporta una maggior soddisfazione, allora ben venga.
sono d'accordo, la fedeltà di riproduzione in assoluto è un fatto ambito da molti ma siamo sicuri che questo coincida con la soddisfazione dell'ascoltatore ? siamo sicuri che la musica riprodotta fedelmente sia anche quella più piacevole ? l'introduzione di distorsioni di determinato tipo è sempre negativa ? non frainetndetemi, non parliamo di distorsioni grossolane date dalla cattiva qualità dei componenti
TRADUZIONE PER UMMA: La gnocca è meglio tutta nuda come Dio l'ha fatta meglio con un pò di lingerie tipo autoreggenti, tanga di pizzo, tacco a spillo ?
Ho letto ad esempio che l'amplificazione a valvole introduce determinate microdistorsioni (non mi ricordo se armoniche pari o dispari) che rendono il suono particolare che piace a molti (non ho approfondito la cosa).
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Ma il myfi ci sta benissimo, ognuno ascolta come preferisce,a me piace una apertura in alto marcata,sentire i particolari, per qualcuno è un suono trapanante e faticoso (io ascolto un intero pomeriggio a volumi discreti e zero fatica).
Ho ascoltato impianti vintage con entusiasti possessori,per me suonava attuffato,ma non doveva piacere a me,quindi ad ognuno il suo.
.. consiglio però di ascoltare qualche impianto con il DRC,la differenza in meglio è evidente.
Ho ascoltato impianti vintage con entusiasti possessori,per me suonava attuffato,ma non doveva piacere a me,quindi ad ognuno il suo.
.. consiglio però di ascoltare qualche impianto con il DRC,la differenza in meglio è evidente.
giucam61- Membro classe diamante
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Sto seguendo con interesse l'argomento, in quanto come tutti, o molti di voi, sono un "veterano" di HiFi, per cui ho sentito passare sulla pelle e nelle orecchie i 40 anni più sconvolgenti per la riproduzione audio
A questo discorso non ci sarà mai, a mio giudizio, qualcuno che avrà più ragione di un altro, perchè ci sarà sempre la dicotomia tra la fedeltà di riproduzione ed il piacere d'ascolto, come dice giustamente Marco più sopra
Sono due cose che viaggiano parallele, che per certi versi non si eliminano a vicenda, in quanto se tiriamo in ballo per esempio i pre o finali valvolari (come dice federico) tutti sappiamo che strumentalmente parlando sono "pessimi" nel senso che soffiano, distorcono...ma lo fanno benissimo, in modo che al nostro sensore auricolare/cervello risulta piacevole
Quindi alla fine ognuno di noi ascolta la propria musica come gli piace sentirla, magari inserendo componenti o equalizzazioni per aumentare il piacere d'ascolto, ma se parliamo di fedeltà di riproduzione non deve esistere nulla di tutto ciò
Se voglio avere nel mio ambiente la fedeltà di riproduzione, per cui avere nudo e crudo quello che c'è inciso sul disco o nel file liquido devo fare/inserire meno cose possibili nella catena, e queste cose devono essere più "trasparenti" e fedeli possibili, proprio per non aggiungere/togliere nulla al segnale originale
Se un disco è inciso male è inciso male e basta, non cerco il modo per farlo sentire bene
Se il sistema di riproduzione è pulito, lineare e ben inserito in ambiente qualsiasi disco suonerà bene a modo suo, anche quelli incisi male, dove si sentiranno i difetti, ma poco male...questa è Fedeltà
A questo discorso non ci sarà mai, a mio giudizio, qualcuno che avrà più ragione di un altro, perchè ci sarà sempre la dicotomia tra la fedeltà di riproduzione ed il piacere d'ascolto, come dice giustamente Marco più sopra
Sono due cose che viaggiano parallele, che per certi versi non si eliminano a vicenda, in quanto se tiriamo in ballo per esempio i pre o finali valvolari (come dice federico) tutti sappiamo che strumentalmente parlando sono "pessimi" nel senso che soffiano, distorcono...ma lo fanno benissimo, in modo che al nostro sensore auricolare/cervello risulta piacevole
Quindi alla fine ognuno di noi ascolta la propria musica come gli piace sentirla, magari inserendo componenti o equalizzazioni per aumentare il piacere d'ascolto, ma se parliamo di fedeltà di riproduzione non deve esistere nulla di tutto ciò
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root- Membro classe argento
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Diciamo che la strada in salita dell'appassionato Audiofilo termina quando arriva al punto di avere un sistema che garantisca la Fedeltà di riproduzione del brano nativo, ma anche un elevato livello di piacere d'ascolto
root- Membro classe argento
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
root ha scritto:Sto seguendo con interesse l'argomento, in quanto come tutti, o molti di voi, sono un "veterano" di HiFi, per cui ho sentito passare sulla pelle e nelle orecchie i 40 anni più sconvolgenti per la riproduzione audio
A questo discorso non ci sarà mai, a mio giudizio, qualcuno che avrà più ragione di un altro, perchè ci sarà sempre la dicotomia tra la fedeltà di riproduzione ed il piacere d'ascolto, come dice giustamente Marco più sopra
Sono due cose che viaggiano parallele, che per certi versi non si eliminano a vicenda, in quanto se tiriamo in ballo per esempio i pre o finali valvolari (come dice federico) tutti sappiamo che strumentalmente parlando sono "pessimi" nel senso che soffiano, distorcono...ma lo fanno benissimo, in modo che al nostro sensore auricolare/cervello risulta piacevole
Quindi alla fine ognuno di noi ascolta la propria musica come gli piace sentirla, magari inserendo componenti o equalizzazioni per aumentare il piacere d'ascolto, ma se parliamo di fedeltà di riproduzione non deve esistere nulla di tutto ciò
Se voglio avere nel mio ambiente la fedeltà di riproduzione, per cui avere nudo e crudo quello che c'è inciso sul disco o nel file liquido devo fare/inserire meno cose possibili nella catena, e queste cose devono essere più "trasparenti" e fedeli possibili, proprio per non aggiungere/togliere nulla al segnale originale
Se un disco è inciso male è inciso male e basta, non cerco il modo per farlo sentire bene
Se il sistema di riproduzione è pulito, lineare e ben inserito in ambiente qualsiasi disco suonerà bene a modo suo, anche quelli incisi male, dove si sentiranno i difetti, ma poco male...questa è Fedeltà
il tuo discorso non fa una piega , ma non consideri un fattore fondamentale . Se sei un veterano sai benissimo che il parametro più importante in una catena audio è l'ambiente in cui viene riprodotta la musica.
Sai benissimo che il trattamento ambientale è oneroso e invasivo e per certi versi brutto e in alcune condizioni impraticabile, quindi la maggior parte degli audiofili ascolta con dei compromessi evidenti , cerca di correggere i maggiori difetti ma difficilmente ci si ritrova in una situazione perfettamente ideale. DIRAC risolve tutto questo e lo fa nel dominio del digitale a monte di tutto il resto.
Ripeto , capisco perfettamente che qualcuno possa essere spiazzato da tutto questo , ma questo è il futuro e se lo provi applicato correttamente ti assicuro che non torni più indietro.
spocry- Membro di riguardo
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Lo stesso impianto inserito in ambienti diversi non suonerà mai uguale,quale è quello corretto,quello che ci piace di più o quello con una risposta più lineare?
@root "Se voglio avere nel mio ambiente la fedeltà di riproduzione, per cui avere nudo e crudo quello che c'è inciso sul disco o nel file liquido devo fare/inserire meno cose possibili nella catena, e queste cose devono essere più "trasparenti" e fedeli possibili, proprio per non aggiungere/togliere nulla al segnale originale"
Credo che il segnale prima e dopo essere stato registrato lo abbiano smanettato alla grande per darci l'illusione di avere gli artisti davanti..
..che nella maggioranza dei casi hanno suonato singolarmente e in luoghi diversi.
Se permetti,io trovo ridicolo il concetto di toccare il meno possibile per non compromettere il lavoro dell'artista,al quale interessa che il suo disco suoni decentemente con tutti gli apparecchi di riproduzione, probabilmente quello che gli interessa meno è il suono su un buon impianto hi-fi, meno diffuso di smartphone, hi-fi car,compattoni da Mercatone etc etc...
@root "Se voglio avere nel mio ambiente la fedeltà di riproduzione, per cui avere nudo e crudo quello che c'è inciso sul disco o nel file liquido devo fare/inserire meno cose possibili nella catena, e queste cose devono essere più "trasparenti" e fedeli possibili, proprio per non aggiungere/togliere nulla al segnale originale"
Credo che il segnale prima e dopo essere stato registrato lo abbiano smanettato alla grande per darci l'illusione di avere gli artisti davanti..
..che nella maggioranza dei casi hanno suonato singolarmente e in luoghi diversi.
Se permetti,io trovo ridicolo il concetto di toccare il meno possibile per non compromettere il lavoro dell'artista,al quale interessa che il suo disco suoni decentemente con tutti gli apparecchi di riproduzione, probabilmente quello che gli interessa meno è il suono su un buon impianto hi-fi, meno diffuso di smartphone, hi-fi car,compattoni da Mercatone etc etc...
giucam61- Membro classe diamante
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Caro Giucam, un artista non è minimamente interessato a come suona nel tuo impianto il suo album.. non si chiamerebbe artista, non trovi?
Un artista, anche di un qualunque altro campo dell'arte, si preoccupa delle emozioni che vuole trasmettere non di come tu sei seduto in casa o del tuo arredamento.
Per questo motivo sarebbe bello se si potesse ascoltare un album così come l'artista l'ha partorito e non come tu pensi di volerlo ascoltare.
Poi ognuno è libero di fare quello che vuole e se lo ritieni utile puoi acquistare un bel documentario sulle opere d'arte di Van Gogh e poi impostare la TV con saturazione massima ed RGB (255,0,0) così vedi solo il rosso.. è una tua scelta ..ma farla passare per giusta la vedo un po' difficile...
Un artista, anche di un qualunque altro campo dell'arte, si preoccupa delle emozioni che vuole trasmettere non di come tu sei seduto in casa o del tuo arredamento.
Per questo motivo sarebbe bello se si potesse ascoltare un album così come l'artista l'ha partorito e non come tu pensi di volerlo ascoltare.
Poi ognuno è libero di fare quello che vuole e se lo ritieni utile puoi acquistare un bel documentario sulle opere d'arte di Van Gogh e poi impostare la TV con saturazione massima ed RGB (255,0,0) così vedi solo il rosso.. è una tua scelta ..ma farla passare per giusta la vedo un po' difficile...
Firace- Membro classe argento
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Io non voglio interferire con nessuno che può avere concetti e gusti diversi, ma avendolo vissuto io direttamente un artista che si rispetti dedica più tempo al missaggio in studio che alla incisione delle tracce, ai suoni che escono, alla qualità ed alla scena riprodotta fino a raggiungere il master finale, che viene poi ascoltato, prima di andare in stampa (quando c'era il vinile), anche su supporti commerciali come cassette amplificate e le famose Yamaha NS-10 onnipresenti sui banchi mixer, perché se il master alla fine suonava bene su quelle allora suonava bene dappertutto...questo significa che si passano i giorni, le settimane in studio a fare i suoni, studiare il livello e la timbrica dei vari strumenti, fino a raggiungere la soddisfazione dell'artista...questo naturalmente sui monitor da studio che tutti conosciamo (su studi di alto livello vengono progettati e realizzati ad hoc, mi ricordo dei monitor Dynaudio spettacolari) ...quindi per me tutti i discorsi sono prossimi a zero, una volta uscito il disco devo cercare di portare quel contenuto voluto dall'artista perfettamente come é stato inciso, e basta...se.mi compro un quadro d'autore e in casa ho le.luci al neon che cambiano i colori le sostituisco con qualcosa di studiato ad.hoc, per fare.uscire.i colori giusti che ha usato l'artista...
root- Membro classe argento
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Concodo con alcuni interventi sul concetto di fedeltà .
Poi all'atto pratico purtroppo le cose si complicano in moltissimi casi.La cosa che ritengo almeno di dover avere io come ascoltatore è quantomeno una coerenza timbrica al momento che mi siedo ad ascoltare .
Se l'artista confeziona il suo brano con,ad esempio,una equalizzazione del genere,dovrei quanto meno fare in modo di ascoltare quello che ha fatto veramente l'artista,perdendo o aggiungendo il meno possibile.
Che poi a qualcuno piace un suono più enfatizzato o povero su certe frequenze questo ci sta....ma siamo nel gusto proprio e nel soggettivo.
Se dovessimo parlare di fedeltà in teoria non dovremmo discostarci da certi aspetti.
Tutto questo si può avere solo inserendo un DRC?Assolutamente no...ma aiuta parecchio visto che di impianti inseriti in stanze dedicate e calibrate ad hoc penso ce ne siano veramente pochi.
Poi ripeto,ognuno ascolta la propria musica come vuole e preferisce,se si fa un discorso del tipo " ame piace così"...bene,se si vuole fare un discorso più ampio e costruttivo si può ragionare su tante cose....un saluto
Poi all'atto pratico purtroppo le cose si complicano in moltissimi casi.La cosa che ritengo almeno di dover avere io come ascoltatore è quantomeno una coerenza timbrica al momento che mi siedo ad ascoltare .
Se l'artista confeziona il suo brano con,ad esempio,una equalizzazione del genere,dovrei quanto meno fare in modo di ascoltare quello che ha fatto veramente l'artista,perdendo o aggiungendo il meno possibile.
Che poi a qualcuno piace un suono più enfatizzato o povero su certe frequenze questo ci sta....ma siamo nel gusto proprio e nel soggettivo.
Se dovessimo parlare di fedeltà in teoria non dovremmo discostarci da certi aspetti.
Tutto questo si può avere solo inserendo un DRC?Assolutamente no...ma aiuta parecchio visto che di impianti inseriti in stanze dedicate e calibrate ad hoc penso ce ne siano veramente pochi.
Poi ripeto,ognuno ascolta la propria musica come vuole e preferisce,se si fa un discorso del tipo " ame piace così"...bene,se si vuole fare un discorso più ampio e costruttivo si può ragionare su tante cose....un saluto
ivan39- Membro classe bronzo
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
Immaginavo una cosa del genere ...anche perchè con amplificazioni poco robuste sennò faresti più danni che benefici..spocry ha scritto:ivan39 ha scritto:La cosa che non capisco di DIrac è il criterio con cui va a chiudere i buchi nella risposta in frequenza.Normalmente è una pratica che sarebbe meglio non fare ma penso che attenui il livello generale del filtro creato per mantenere comunque un segnale attenuato rispetto all'originale.
se vi sono delle cancellazioni di fase DIRAC non fa i miracoli , per gestire gli avvallamenti attenua prima il segnale che si traduce in un abbassamento del volume generale , questo per evitare eventuali distorsioni
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Re: Un'esperienza di ascolto differente
SI OK Ivan, hai colto nel segno, nel senso che poi all'atto pratico ognugno di noi si scontra con il proprio impianto, ambiente e gusti...ma questo è un discorso che entra nel soggettivo, quindi ci stacchiamo dal discorso originario e si lasciano quelle che sono le regole di base di cui sopra
Un artista difficilmente farà uscire un disco con delle frequenze enfatizzate a pene di segugio (si dice così?)...e fare una analisi dello spettro del disco è solo una perdita di tempo, a meno che non stiamo parlando di dischi di produzioni low level da bancarella della sagra del carciofo a Ladispoli
Se parliamo di artisti con blasone non esistono produzioni con frequenze enfatizzate, io perlomeno mai sentite...ma non posso certo dire di aver ascoltato tutto, anzi forse sarò ad uno 0,0000 tanti zeri percento, ma posso assicurarti che far uscire un disco con l'equalizzazione errata è difficilissimo, impossibile vista la cura che viene posta in fase di missaggio, sarebbe buttare nel cesso mesi di lavoro, per cui prima di andare in stampa viene sentito e risentito il master una marea di volte
Se uno o più dischi si sentono con una timbrica "strana" che enfatizza alcune frequenze ci deve essere qualche problema nel nostro impianto, fidati
Un artista difficilmente farà uscire un disco con delle frequenze enfatizzate a pene di segugio (si dice così?)...e fare una analisi dello spettro del disco è solo una perdita di tempo, a meno che non stiamo parlando di dischi di produzioni low level da bancarella della sagra del carciofo a Ladispoli
Se parliamo di artisti con blasone non esistono produzioni con frequenze enfatizzate, io perlomeno mai sentite...ma non posso certo dire di aver ascoltato tutto, anzi forse sarò ad uno 0,0000 tanti zeri percento, ma posso assicurarti che far uscire un disco con l'equalizzazione errata è difficilissimo, impossibile vista la cura che viene posta in fase di missaggio, sarebbe buttare nel cesso mesi di lavoro, per cui prima di andare in stampa viene sentito e risentito il master una marea di volte
Se uno o più dischi si sentono con una timbrica "strana" che enfatizza alcune frequenze ci deve essere qualche problema nel nostro impianto, fidati
root- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 30.12.18
Numero di messaggi : 2629
Provincia : Roma
Impianto : Sorgente
DAC
Finale
Diffusori
Re: Un'esperienza di ascolto differente
Penso che tu non abbia capito cosa ho detto nel post.....Certamente che un artista cerca di fare un prodotto al top senza eccessi o difetti,a noi poi piace l'eccesso o il difetto,non era riferito alla produzione del brano. E come dici tu si va nel soggettivo....ok.root ha scritto:SI OK Ivan, hai colto nel segno, nel senso che poi all'atto pratico ognugno di noi si scontra con il proprio impianto, ambiente e gusti...ma questo è un discorso che entra nel soggettivo, quindi ci stacchiamo dal discorso originario e si lasciano quelle che sono le regole di base di cui sopra
Un artista difficilmente farà uscire un disco con delle frequenze enfatizzate a pene di segugio (si dice così?)...e fare una analisi dello spettro del disco è solo una perdita di tempo, a meno che non stiamo parlando di dischi di produzioni low level da bancarella della sagra del carciofo a Ladispoli
Se parliamo di artisti con blasone non esistono produzioni con frequenze enfatizzate, io perlomeno mai sentite...ma non posso certo dire di aver ascoltato tutto, anzi forse sarò ad uno 0,0000 tanti zeri percento, ma posso assicurarti che far uscire un disco con l'equalizzazione errata è difficilissimo, impossibile vista la cura che viene posta in fase di missaggio, sarebbe buttare nel cesso mesi di lavoro, per cui prima di andare in stampa viene sentito e risentito il master una marea di volte
Se uno o più dischi si sentono con una timbrica "strana" che enfatizza alcune frequenze ci deve essere qualche problema nel nostro impianto, fidati
Il problema,se vogliamo chiamarlo così,è quello di noi ascoltatori nel restituire al brano la sua naturale timbrica nel nostro ambiente di ascolto e siccome da unmillimetro dopo l'altoparlalante al nostro orecchio,di cose ne capitano parecchie,sarebbe il caso di verificarle e se possibile aggiustarle.Si fa estrema attenzione a assemblare la propria catena audio come componenti e spesso tutto quello che succede "nell'aria" si trascura. Un saluto.
ivan39- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 18.02.10
Numero di messaggi : 1400
Provincia : tranquillo......a volte
Impianto : Pc Audio ,Jriver player,dac S.M.S.L. do100,finale Hypex NCore 252mp,diffusori Cerwin Vega XLS15 con cabinet custom
Re: Un'esperienza di ascolto differente
Firace ha scritto:Caro Giucam, un artista non è minimamente interessato a come suona nel tuo impianto il suo album.. non si chiamerebbe artista, non trovi?
Un artista, anche di un qualunque altro campo dell'arte, si preoccupa delle emozioni che vuole trasmettere non di come tu sei seduto in casa o del tuo arredamento.
Per questo motivo sarebbe bello se si potesse ascoltare un album così come l'artista l'ha partorito e non come tu pensi di volerlo ascoltare.
Poi ognuno è libero di fare quello che vuole e se lo ritieni utile puoi acquistare un bel documentario sulle opere d'arte di Van Gogh e poi impostare la TV con saturazione massima ed RGB (255,0,0) così vedi solo il rosso.. è una tua scelta ..ma farla passare per giusta la vedo un po' difficile...
Ma il tanto discusso problema della loudness war non ti dice niente?
Si sacrifica la qualità del suono per permettere al disco di suonare con hardware di bassa qualità.
Molti artisti, anche i mostri sacri che mi hanno introdotto a questo hobby negli anni 70, hanno un occhio di riguardo al business,o pensi che anziani artisti (mi vengono in mente gli AC/DC,ma non solo) continuino a fare concerti e dischi sempre uguali per emozionarci? Io non credo.
..e tornando in tema perché lo stesso disco,sullo stesso impianto,ma in ambienti diversi suona in maniera molto differente? Risposta molto semplice, è l'interazione diffusori/ambiente che cambia e l'artista quando incide non ci pensa per nulla... ...e l'interazione diffusori/ambiente si può, anzi si deve, correggere con pannelli vari o DRC,il secondo metodo è più semplice e alla portata di tutti,e anche meno invasivo e più economico,il che non guasta.
giucam61- Membro classe diamante
- Data d'iscrizione : 26.09.15
Numero di messaggi : 11581
Provincia : verona
Occupazione/Hobby : lettura,sport
Impianto : .Nad c658, Audionirvana e altre cosette...
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