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New Order - Low Life

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Messaggio Da Artinside Dom 29 Ago 2010 - 0:14

http://www.debaser.it/recensionidb/ID_22397/New_Order_Low_Life.htm

New Order - Low Life New_or10

New Order: Low Life

Recensione di: Ale87 , | Voto: ●●●●

Dovendo parlare dei New Order come non si può partire da quello che furono? Da quello che a loro malgrado divenne successivamente uno dei gruppi che entrò nella leggenda? Sto parlando chiaramente dei Joy Division capitanati da un certo Ian Curtis, come non potevano i New Order confrontarsi con il loro pesante passato? Ma soprattutto come potevano interfacciarsi verso una nuova decade che mai sarebbe stata più diversa dai quei dannati '70? Ebbene potevano prendere la strada più facile ossia vivere di rendita dai lavori dei Joy Division e fregarsene di tutto, potevano... invece hanno deciso di andare avanti cambiando nome e genere musicale, hanno deciso di lasciarsi alle spalle quell'ombra minacciosa e ingombrante del loro passato, hanno fatto una scelta, quella di continuare nonostante tutto.

Low Life è il terzo album del gruppo (se escludiamo l'Ep del '82), dopo Movement (praticamente il 3°disco dei Joy Division datato 1981) e Power, corruption e lies (1983), uscì questo lavoro che già di per sé è una contraddizione, ascoltandolo si capisce subito che i NO avevano le idee abbastanza confuse, non c'è una sola canzone che c'entri con l'altra, il disco naviga a vista tra diverse formule musicali ma questo paradossalmente si trasforma in un pregio, Low life è il disco che rappresenta al meglio l'anima dei New Order, confuso, disordinato, senza una linea guida. Ma se questo per tutti gli altri gruppi ha come fine ultimo il fallimento, per il quartetto risulta la formula vincente, si perché i NO sono uno dei pochissimi gruppi che vanno ascoltati la "contrario", non hanno la faccia tosta di insegnare niente a nessuno, i pezzi non sono quasi mai digeribili ad un primo ascolto, sono in perenne contraddizione con loro stessi, rinnegano i suoni dei precedenti dischi, dal vivo suonano in maniera svogliata, insomma distruggono tutto quello che di buono avevano precedentemente creato.

Il disco è composto da solo 8 tracce si comincia con "Love vigilantes" pezzo che in Italia ebbe molto successo, orecchiabile, allegra ma forse la meno riuscita del disco, si prosegue con la celeberrima "Perfect kiss" pezzo che fonde in maniera quasi perfetta la classica chitarra graffiante di Sumner gemellata al perfetto basso di Hook insieme agli studi elettronici di Morris e Gilbert, successivamente è presente "This time of night" la canzone a mio avviso più bella non solo dell' album ma di tutta la loro discografia, c'è dentro tutto il Curtis della vecchia decade (la versione live è se possibile ancora più espressiva) con la voce di Sumner che verso la fine cresce di tonalità fino quasi a diventare un urlo disperato prima di essere "inghiottita" dagli strumenti, si prosegue con "Sunrise" pezzo che sembra sia stato rubato ai Cure di Pornography, quindi un gothic rock molto ritmato, "Elegia" la suite tutta strumentale che ricorda molto da vicino Brian Eno, "Sooner than you thing" è un canzone che ad un primo ascolto può risultare banale, ma ascoltandola con più attenzione si scorge una cura maniacale per la sperimentazione elettronica che tanto farà la fortuna dei NO, "Sub culture" qui in versione originale, più rozza e meno lavorata della versione single, si finisce con "Face up" pezzo non particolarmente degno di nota che scivola verso gli standard (comunque alti) dei campionamenti tecnici.

È doveroso precisare che l'album è stato registrato nel corso di una sola notte insieme ad un uso abnorme di Substances, ecco spiegata la qualità di registrazione bassa (quasi amatoriale), la voce di Sumner risulta in alcuni punti spezzata e in certe tracce si sentono persino le voci in sottofondo dei componenti che parlano tra loro, in pieno stile demo. In conclusione Low life rappresenta il migliore disco del gruppo, molto lontano dai canoni "dance oriented" che avevano fatto la fortuna di Power, corruption e lies e che faranno la fortuna di Tecnhique, un album contraddittorio, sofferto che racchiude tutta l'essenza dei New Order della prima era, ossia una via di mezzo tra quelli che furono e quelli che saranno.. appunto.
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