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Kenwood KA8100: 45 anni e sentirli tutti

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Messaggio Da arthur dent Ven 26 Apr 2024 - 14:58

Si era già parlato di questo amplificatore in un tread del 2012
https://www.tforumhifi.com/t30658-kenwood-ka-8100-al-posto-dell-attuale-denon-pma-510ae-ne-vale-la-pena?highlight=Kenwood
ma vista la distanza temporale ho preferito aprirne uno nuovo.

Ne ho uno in casa: suonava solo un canale e mi hanno chiesto di provare cosa non andasse.
Fortunatamente era semplicemente ossidato un contatto di uno dei tanti comandi del pannello frontale.

Dal punto di vista costruttivo sembra piuttosto solido, con grossi trasformatori, un pannello frontale antiproiettile, molti comandi ben integrati che restituiscono una buona sensazione durante le operazioni, funzionalità intelligenti, un certo ordine ingegneristico.

Forse c'è troppa circuiteria ammassata su un circuito stampato (comunque ordinato, dietro il pannello frontale.

Diciamo che se piace il vintage con circuiti discreti, ha molte frecce al suo arco.

Dal momento che funzionava l'ho (in realtà abbiamo) ascoltato un po'.

Va detto che dal 1979, dopo 45 anni, bisognerebbe vedere se il suono sia stato degradato con l'invecchiamento dei condensatori, quindi le mie impressioni vanno prese col beneficio del dubbio.

Il suono non mi è dispiaciuto per quanto riguarda bassi (spinta decisa, tipo Sansui dell'epoca) e i medi: presenti anche se non molto raffinati.
Gli alti li ho trovati più carenti.

Quello che ho notato con un confronto attacca stacca con lo Yamaha as301 (che da nuovo costa come un usato del Kenwood) sono due aspetti principali:
1 lo Yamaha è più definito e raffinato su ogni gamma (non solo sugli alti), mentre il Kenwood sembra avere più medio bassi che lo fanno apparire più "bassoso", in particolar modo su tracce rock con bassi poco profondi.
2 lo stadio phono è migliore nel Kenwood.

Onestamente preferisco lo Yamaha, non lo scambierei con il Kenwood (tra l'altro ascolto pochi vinili) soprattutto perché questo amplificatore, come gli amplificatori vintage che ho ascoltato, "suona vintage".

Che significa? Non lo so spiegare, ma il suono che riproduce (non misurato, l'impressione è a orecchio) sembra colorato (cioè immagino enfasi in alcune frequenze), meno neutro, meno definito, certamente eufonico.

Capisco che gli ascolti giovanili lascino una sorta di imprinting sonoro e capisco chi ami ancora questo tipo di suono.
E credo sia una delle ragioni, oltre all'idea della robustezza fisica, e l'eventuale blasone, che spinga molti a preferire il vintage.

Dal mio punto di vista invece, ho notato un'evoluzione positiva delle elettroniche e i prodotti consumer sono validi confrontati anche con prodotti vintage di maggior prezzo.
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Messaggio Da embty2002 Ven 26 Apr 2024 - 19:38

io una volta sono stato a casa di un tizio che aveva un vecchio amplificatore Burmester ormai cotto e gli aveva preferito una nuova TPA3116.....
Troverai un sacco di roba nuova che suonerà meglio di un vintage, gli basterà anche un solo componente rovinato per mandare a quel paese il suono di un tempo.
questa la mia opinione sul vintage
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Messaggio Da arthur dent Ven 26 Apr 2024 - 20:41

A me il vintage piace perché mi permette di imparare (sia alcune cose tecniche che sul suono), ma alla fine ascolto con elementi recenti.
Anche il tipo di suono che si ottiene con casse ed elettroniche nuove mi piace di più.
Ovviamente questo vale per me, non pretendo che sia vero per altri.
E in generale non consiglio di andare sul vintage.
Ma ultimamente ci sono molti giovani che guardano al passato
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Messaggio Da giucam61 Sab 27 Apr 2024 - 1:33

Si continua a confondere vintage e roba vecchia...

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Messaggio Da arthur dent Sab 27 Apr 2024 - 9:47

Il vintage è roba vecchia, necessariamente.
Molti credono che esistano oggetti che suonino comunque bene, indipendentemente dagli anni.
Forse è vero.

Ma al di là della qualità intrinseca dei prodotti, della cura con cui sono stati conservati, o della tipologia tecnica alla base, secondo me, tanti piccoli cambiamenti hanno, alla fine, cambiato le aspettative di chi ascolta.

Infatti dopo le varie esperienze con il ta2024 e i tanti chip in classe D (economici o costosi), l'introduzione di DAC molto performanti, formati digitali migliori, streaming e PC, sistemi di correzione e un'offerta più abbordabile di altoparlanti di qualità accettabile, ho scoperto un suono più definito ed è difficile tornare indietro.

Non mi permetto di dire che i vecchi elementi suonino male. Spesso sono "eufonici", "caldi" o comunque piacciono a chi li ascolta.

Ogni tanto piace anche a me immergermi in un impianto vintage, col giradischi, il pre valvolare, la cassa a sospensione pneumatica, ecc... Bello, certamente.

Ma per lo più ascolto formati digitali lossless, su casse progettate recentemente con amplificatori in classe AB o D e, per il mio gusto personale, suonano meglio.
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Messaggio Da TRIPLALLOSCADERE Sab 27 Apr 2024 - 22:09

Per allargare la platea dei fruitori di alta fedeltà era necessario diminuire il prezzo, in special modo quando si è passati dal mono allo stereo, praticamente un raddoppio.
Così,già ai tempi delle valvole si passò dall'accoppiamento a trasformatori a quello a condensatori, dai condensatori carta e olio agli elettrolitici, dai tubi eccellenti a quelli più andanti (modelli, non costruttori). Poi è stata scoperta la controreazione e li è successo il peggio, perchè tutta la componentistica economica degradava il suono, ma la CR in quantità raddrizzava le cose. Ma solo dal punto di vista delle misure, perchè il suono buono era quello più vecchio.
Coi transistor si è proseguito su quella via, con in più la complicazione dei circuiti. Poi sono arrivati gli integrati e forse qualcosa è cambiato: la tecnologia cioè ha migliorato le apparecchiature MEDIE, portandole a un livello di suono che generalmente viene considerato buono.
Nel vintage, o roba vecchia che sia, si salvano secondo me le cose fatte bene come progetto e costruzione, quindi generalmente costose in origine. Confrontate con la produzione attuale, dove le nuove tecnologie digitali e integrate hanno raggiunto prestazioni impensabili, comunque non reggono proprio a mio parere.
Diverso discorso per le apparecchiature cosidette hi-end, laddove non si è badato a spese e se ben progettate (cosa affatto scontata). Queste non hanno risparmiato sulla componentistica e hanno almeno contenuto la CR, perciò suonano ancora bene.
Questo è vintage che vale la pena, ma costa un botto e non so se vale la pena... Hehe Hehe Hehe
Poi c'è anche tanta passione per blasonati marchi e apparecchi che invece poi tanto buoni non sono, circuiti alla mano, soprattutto oggi. Ma questo è un altro discorso, di chi ascolta più con gli occhi e il portafoglio che con le orecchie. Per esempio molti ampli a valvole degli anni 60 e 70 hanno difetti circuitali evidenti rispetto alla produzione di qualità attuale: pentodi di segnale e CR a iosa, nonchè trasformatori farlocchi. Portarsi a casa un affare così illude l'acquirente di aver raggiunto il nirvana, ma con la stessa spesa (2-3 mila euro) ci sono apparecchi decisamente migliori, nuovi e garantiti. Certo dipende dalle esperienze e aspettative di ognuno.
Il vintage MEDIO è generalmente comunque da evitare, perchè gli elettrolitici sono a fine vita oramai, e un recappaggio totale è una operazione troppo troppo costosa...
Ovviamente il discorso è diverso per giradischi e diffusori, perchè lì c'è più meccanica che elettronica, e la manutenzione è generalmente più semplice.
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Messaggio Da TRIPLALLOSCADERE Sab 27 Apr 2024 - 22:26

arthur dent ha scritto:Il vintage è roba vecchia, necessariamente.
Molti credono che esistano oggetti che suonino comunque bene, indipendentemente dagli anni.
Forse è vero.

Ma al di là della qualità intrinseca dei prodotti, della cura con cui sono stati conservati, o della tipologia tecnica alla base, secondo me, tanti piccoli cambiamenti hanno, alla fine, cambiato le aspettative di chi ascolta.

Infatti dopo le varie esperienze con il ta2024 e i tanti chip in classe D (economici o costosi), l'introduzione di DAC molto performanti, formati digitali migliori, streaming e PC, sistemi di correzione e un'offerta più abbordabile di altoparlanti di qualità accettabile, ho scoperto un suono più definito ed è difficile tornare indietro.

Non mi permetto di dire che i vecchi elementi suonino male. Spesso sono "eufonici", "caldi" o comunque piacciono a chi li ascolta.

Ogni tanto piace anche a me immergermi in un impianto vintage, col giradischi, il pre valvolare, la cassa a sospensione pneumatica, ecc... Bello, certamente.

Ma per lo più ascolto formati digitali lossless, su casse progettate recentemente con amplificatori in classe AB o D e, per il mio gusto personale, suonano meglio.

Bisognerebbe intendersi sul concetto di hifi. Se l'intendiamo sulla base della coerenza con la musica ACUSTICA dal vivo, trovo che tutta questa focalizzazione e analiticità poi tanto naturale non sia. Sembra una contraddizione, ma non lo è, ti assicuro: dal vivo la musica è molto meno 'identificabile' di come ci viene sviscerata dai superdac e dalla hires. Fai una prova. Se ascolti un quartetto d'archi, un pianoforte, dei fiati, tutta questa ricostruzione spaziale, tutto questo palcoscenico verticale e/o profondo, non mi sembra così evidente. Anzi.


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Messaggio Da arthur dent Sab 27 Apr 2024 - 22:58

TRIPLALLOSCADERE ha scritto:

Bisognerebbe intendersi sul concetto di hifi. Se l'intendiamo sulla base della coerenza con la musica ACUSTICA dal vivo, trovo che tutta questa focalizzazione e analiticità poi tanto naturale non sia. Sembra una contraddizione, ma non lo è, ti assicuro: dal vivo la musica è molto meno 'identificabile' di come ci viene sviscerata dai superdac e dalla hires. Fai una prova. Se ascolti un quartetto d'archi, un pianoforte, dei fiati, tutta questa ricostruzione spaziale, tutto questo palcoscenico verticale e/o profondo, non mi sembra così evidente. Anzi.



Dipende dove siedi Smile

Onestamente non ho pensato più o meno HiFi o più o meno realistica.

Poco fa ascoltavo una delle tante registrazioni dei Concerti Brandeburghesi di Bach.

Ovviamente i tecnici del suono si saranno ingegnati a registrarla al meglio, ma a me piaceva il brio, la freschezza con cui i musicisti suonavano, non ho neanche pensato a come suonasse lo stereo.

Però se la meravigliosa timbrica degli strumenti si fosse persa, mi sarebbe piaciuto meno.

O meglio, mi sarebbe piaciuta meno se l'avessi sentita riprodotta con meno dettaglio di come ora sono abituato.

Per questo parlavo di suono che mi piace di più, non di suono più HiFi in generale.

Riflessioni che emergono ora e che non vogliono essere una risposta perché non le ho meditate.

Se confrontiamo la riproduzione della registrazione audio con quella video direi che il nostro occhio non inquadra tutto come la telecamera, ma si muove con lo sguardo e non tutto ciò che è presente è sempre percepito o sempre a fuoco nel migliore dei modi.

Il nostro occhio continua a spostarsi e si focalizza attimo dopo attimo.

Credo che lo stesso accada con i nostri orecchi.
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Messaggio Da TRIPLALLOSCADERE Dom 28 Apr 2024 - 13:02

Dipende se hai gli occhi aperti ! Shocked
Ho un disco in cui Bill Evans suona insieme a una orchestra di sax, saranno 5 o 6. E' un disco con Lee Konitz (Play the arrangements of J.Giuffrè). C'è un brano (Dalm the Dream) dove i sax stanno spalmati da sinistra a destra e il piano è defilato. Ebbene i sax li puoi contare. Quando l'ho sentito per la prima volta mi sono detto: questa è hifi!
Poco tempo dopo sono andato a sentire la Banda di Borghetto, che ha tanti fiati bravi, in un concerto al chiuso. Mi sono seduto di fronte al mio amico che suona il sax e ho ascoltato da 4 o 5 metri. Ovviamente si sentiva in modo diverso da casa, ma ho voluto a provare a chiudere gli occhi e a focalizzare gli strumenti. Senza la guida visiva le orecchie espandono la propria area e tu non sei più in grado di dire dove si trovano gli strumenti così bene. Riflessioni, rotazioni degli strumentisti, contorno sonoro non ti fanno più percepire perfettamente la zona. Se riapri gli occhi, d'incanto tutto riprende forma. Bastano una o due note e identifichi la posizione degli strumenti.
Quello che voglio dire è che in casa tutta questa 'definizione' forse non è il massimo della naturalità. Con certe amplificazioni mi trovo più a mio agio con queste sensazioni. E il dettaglio non manca di certo.
Per inciso, e senza scatenare l'ennesima battaglia della guerra santa fra tubi e SS nè voler essere dalla 'parte giusta', alcuni autorevoli costruttori di sontuose elettroniche valvolari (uno italiano con eccellenti ampli da 2 o 3 stipendi mensili, costosi ma non roba da calciatori top) imputano questa microdinamica, questo microcontrasto, che tanto piace, proprio agli effetti della (troppa) retroazione sui transienti. E la giudicano non naturale.
Come vedi si ricade sempre su una questione di gusti. Però, se non l'hai mai fatto a lungo prova ad ascoltare un S.E. in classe A davvero buono, con la 300B o la 845. La differenza con gli altri dispositivi (AB a tubi compresi) è evidente fin dal primo ascolto. E non manca niente. Magari ti piace.
Se la tecnologia è andata avanti per un verso è progredita anche per l'altro. Non ci sono più valvole buone a costo basso come un tempo, ma i circuiti moderni e i trasformatori sono molto molto migliori di una volta, compresi la maggior parte dei mostri sacri d'antan che ancora tanto fascino esercitano.

Ovviamente se per te la musica è sensazione, emozione indipendentemente dallo stereo impiegato, lascia stare: va bene così.
Una delle interpretazioni che mi piace di più dei Brandeburghesi è quella dei Musici di San Marco diretti da Francesco Macci del 1992. Costerà ormai 50 centesimi nell'usato. Merita. Ciao
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Messaggio Da arthur dent Dom 28 Apr 2024 - 15:47

Ciao,
Prima di tutto, grazie per la segnalazione dei Musici di San Marco condotti da Macci, cercherò.

Poi grazie dei suggerimenti per l'ascolto dei valvolari S.E. onestamente mi piacerebbe molto.

Dovrò trovare qualche anima pia in zona che mi faccia ascoltare.

Ascolto con piacere parecchie cose, nei limiti delle mie disponibilità.

Per un periodo sono stato felice con bookshelf ben efficienti e ta2024, poi ho cambiato casa e adesso posso usare casse a torre e mi sembra di avere più musica, ma vista la relativa efficienza delle casse ho cercato amplificatori più potenti.

Questo per dire che apprezzo molte soluzioni (fortunatamente il mercato ne offre).

Aggiungo che apprezzo molto il vintage, ma più quello degli altri.

La comodità degli impianti recenti da una parte toglie un po' del piacere (il classico esempio è il piacere di guidare auto o moto d'epoca o di pedalare bici vecchie) dall'altra mi permette di ascoltare più musica.

Per tornare in tema, l'ascolto deve gratificare chi ascolta, quindi non discuto affatto sulle preferenze.

Non discuto neanche sul realismo: per lo più ascolto gente morta Smile

Cerco di spiegarmi meglio: i famosissimi violini Stradivari che ascoltiamo oggi sono riadattati per sostenere la maggiore trazione delle corde (un tempo erano in budello).
Quando li ascoltiamo anche dal vivo, abbiamo in realtà lo stesso suono dello Stradivari?
Voi direte: che importa? Ascolto questo, lo Stradivari suonato nel 1806 non l'ho mai sentito.
Credo che lo stesso valga per l'hifi: l'evento sonoro da cui deriva la registrazione non l'ho mai sentito.

Mi piaceva riportare l'esperienza del Kenwood perché più spesso si legge il contrario: "un sistema nuovo non potrà mai suonare come uno vecchio..." "la qualità duratura degli amplificatori degli anni 70 oggi ce la scordiamo..." "un tempo si progettava per ottenere il miglior suono possibile, oggi per vendere..." "oggi si fa tutto in Cina..." (come se nel South East England ci fossero fabbriche di semiconduttori assemblati a mano).
Che sono tutte frasi che avranno un loro valore, ma vanno contestualizzate.

Ormai il ta2024 è già vecchio, ma ha più o meno gli stessi watt di alcuni valvolari e, secondo me, nello stesso impianto potrebbe trovare consenso tra qualche ascoltatore.

Suonerà molto differente dal valvolare? Mi piacerebbe provare. Lo preferirò o preferirò il valvolare? Mi piacerebbe provare.

Sicuramente mi piacerà perché è un suono che mi è molto piaciuto.

Ho più di 50 anni, inizio a vivere nel passato, però non vorrei rimanere cieco su quello che il presente può offrire.

Quando ero ragazzo ascoltavo le musicassette sui compattoni e invidiavo gli adulti che potevano spendere anche 30 milioni di lire per un impianto che sognavo e che mai avrei potuto avere.

Pensavo: come sarà bella questa musica nel loro impianto!

Oggi sono molto contento perché posso sentire la musica in un impianto con qualità simile senza spendere 15 mila euro (posto che i 30 milioni di allora si traducano in 15 mila euro di oggi).

È lo stesso tipo di ascolto? Difficile da dire, ma suppongo di no.
È sicuramente peggiore?

Concludo dicendo: grazie per i post, sono felice di potermi confrontare su questa passione audiofila.
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