Quali album per iniziare ad ascoltare jazz?

Ciao ragazzi, volevo iniziare ad ascoltare qualcosa di jazz dopo anni di rock-blues..
cosa mi consigliate di semplice ascolto?

giackypedro ha scritto:Ciao ragazzi, volevo iniziare ad ascoltare qualcosa di jazz dopo anni di rock-blues..
cosa mi consigliate di semplice ascolto?

miles davis - kind of blue; sonny rollins - saxophone colossus; charles mingus - ah um; dave brubeck - time out

fannaru ha scritto:

giackypedro ha scritto:
cosa mi consigliate di semplice ascolto?

miles davis - kind of blue

Ciao
proprio adesso ho finito di ascoltare un cd dei Doctor 3 "Blue" registrato MOSTROSUAMENTE bene

giackypedro ha scritto:Ciao ragazzi, volevo iniziare ad ascoltare qualcosa di jazz dopo anni di rock-blues..
cosa mi consigliate di semplice ascolto?

Scusa ma non è meglio che inizi ad ascoltare rock progressive?

giackypedro ha scritto:Ciao ragazzi, volevo iniziare ad ascoltare qualcosa di jazz dopo anni di rock-blues..
cosa mi consigliate di semplice ascolto?

Io consiglio di introdursi nel mondo jazz in modo soft...

Tipo alcuni dischi di Pat Metheny (tipo lo splendido Secret Story o il doppio live Travels).
Oppure Jamie Cullum, Diana Krall...

I puristi storceranno il naso.. ma partire con cose più "classiche (tipo "A love supreme") rischia di allontanare più che avvicinare

Io ho iniziato proprio con A Kind of Blue ed è tuttora il mio disco preferito in assoluto
Subito dopo viene A Love Supreme ovviamente

Se vuoi sentire qualcosa di + allegro c'è lo swing, a me piace molto Buddy Rich, cerca Big Swing Face

nd1967 ha scritto:

I puristi storceranno il naso.. ma partire con cose più "classiche (tipo "A love supreme") rischia di allontanare più che avvicinare

Concordo. A mio avviso quest'ultimo è un disco davvero impegnativo.

albamaiuscola ha scritto:
Concordo. A mio avviso quest'ultimo è un disco davvero impegnativo.

!??!?!?!?

Comunque consiglio di partire dalle esibizioni live e da qualche
testo che "apre" a questo genere sconfinato. Se non viene la
curiosità allora meglio dedicarsi ad altro...

bonghittu ha scritto:

albamaiuscola ha scritto:
Concordo. A mio avviso quest'ultimo è un disco davvero impegnativo.

!??!?!?!?

Ti domandi perchè di questa frase?

Io concordo con Alba (d'altronde di cognome faccio Tramonte )
E' un bel disco, ma non è facile per chi proviene da altri generi.

Chi pensa al jazz pensa spesso al jazz classico (Amstrong, Ella Filzgerald, Billie Holiday, ecc.)
per cui un disco così potrebbe spiazzare e allontanare definitivamente un ascoltatore.

Altro autore che secondo me è di "facile" approccio è Chet Beker.

bonghittu ha scritto:
Comunque consiglio di partire dalle esibizioni live e da qualche
testo che "apre" a questo genere sconfinato. Se non viene la
curiosità allora meglio dedicarsi ad altro...

Volendo su internet si trovano un sacco di "storie del jazz" aggratis...

http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_del_jazz

http://www.verolanuova.com/rbv/slow-hand/musicajazz.htm

http://www.tonidirossi.it/Jazz/jazz_story.htm

Altro approccio secondo me molto "funzionale" è quello di guardarsi alcuni film sul jazz in modo da gustarsi belel storie e al tempo stesso sentire vari brani.

Due film su tutti

Bird (1988) di Clint Eastwood
storia di Charlie "Bird" Parker


Round Midnight - A mezzanotte circa (1986) di Bertrand Tavernier
Ispirato alla vita dei jazzisti Lester Young e Bud Powell


A questi aggiungerei lo splendido

Let's Get Lost (1988) di Bruce Weber
Documentari musicale dedicato alla vita sregolata di Chet Baker.


Tutti e tre con splendide colonne sonore

a me piace tantissimo il Jazz melodico, ed il primo album che ho comperato ed ascoltato era Cafè Blue di Patricia barber, la primissima volta che avevo ascoltato Jazz è stato con Miles Davis.... ma non l'ho "percepito" bene...tant'è che mi ha distaccato un po' per un bel po' di tempo....

beh anche un night train di oscar peterson non è male come inizio

Io ti consiglio Headhunters di Herbie Hancock
link DR14

nd1967 ha scritto:
E' un bel disco, ma non è facile per chi proviene da altri generi.

Non è certo un suono ruffiano, in questo senso avete ragione.

nd1967 ha scritto:
Chi pensa al jazz pensa spesso al jazz classico (Amstrong, Ella Filzgerald, Billie Holiday, ecc.)
per cui un disco così potrebbe spiazzare e allontanare definitivamente un ascoltatore.

Per questo secondo me una esibizione live aiuta più di un ascolto
"sofferto". Per il resto sono d'accordo, anche sui film.

Ciao,
a mio modesto parere il genere più indicato per un approccio al jazz è l'hard-bop (in particolare il sound Blue Note fine '50/inizio '60), soprattutto se a seguito di una lunga frequentazione rock-blues (l'avatar di jackypedro con l'immenso Jimi informa peraltro di quale levatura di rock-blues stiamo palando...).

I primi che mi vengono in mente (e volendo sintetizzare rozzamente):
Lee Morgan - The Sidewinder
Cannonball Adderley - Somethin' Else
Miles Davis - Kind Of Blue
John Coltrane - Blue Train
Sonny Rollins - Volume 1 e Volume 2
Sonny Rollins - Way Out West
Horace Silver - Song For My Father
Stanley Turrentine - Look Out
Art Blakey - Moanin'
Art Taylor - A.T.'s Delight
Kenny Burrell - Midnight Blue
Jimmy Smith - Back At The Chicken Shack

Non disdegnerei neanche la collaborazione tra Jimmy Smith e Wes Montgomery.
Meno ostici di questi citati non so immaginare – diversamente troverei difficile, anche a voler essere di "manica larga", parlare di jazz.

Saluti a go-go.

Io provengo da una relativamente vasta esperienza nel progressive e ho sempre percepito il jazz come una meta per me inevitabile; siete d'accordo nel definirlo una naturale successione al progressive e/o viceversa?
Parlo di sensazioni, chiaramente, essendo io digiuno di Jazz e quindi un novizio assoluto.
La mia prima esperienza fu proprio con Kind Of Blue. Anni fa non riuscii a reggerlo, ero ancora troppo acerbo; provenivo dal metal ed ero appena entrato nel progressive, senza ancora passare per gli storici degli anni 70.
Di recente ho ripreso in mano questo disco e confermo la sua grandezza. Lo adoro, ma ancora sento di non conoscerlo a fondo. Ad ogni modo, mi ha stimolato a proseguire.

Miclaud ha scritto:Io provengo da una relativamente vasta esperienza nel progressive e ho sempre percepito il jazz come una meta per me inevitabile; siete d'accordo nel definirlo una naturale successione al progressive e/o viceversa?

Hai spiegato molto bene quello che chi ama il jazz spesso non comprende.
Chi si avvicina al jazz da altri generi (sopratutto dal rock) rischia veramente di rimanerne "schifato".
Si tratta di rivedere completamente l'approccio alla musica.
E non è detto che si riesca a fare un approfondimento completo

Io per esempio nonostante ami molto del jazz non riesco a superare una certa barriera invisibile.
Quella barriera che probabilmente non supererò mai perchè non è nelle mie corde.

So benissimo che dire che certe cose "soft" non è vero jazz, ma è anche vero che chi parte dal vero jazz rischia di amarlo o odiarlo...

Ma anche per altri generi è così... chi viene da musica pop e si avvicina al progressive se parte in quarta con certi dischi rischia di rimanere schifato.

Che prog e jazz abbiano dei punti di contatto ci sta, ma secondo me partono da presupposti completamente diversi.
Banalizzando...
Il prog nasce dal desiderio di partire da rock/classica e farla "progredire" verso altri lidi
Il jazz invece presuppone una completa "decostruzione" degli accordi.... per poi ricomporre la musica in modo "libero" (per niente c'è la corrente free jazz)

Non è detto che chi ama l'uno riesca ad ascoltare l'altro (vero Lorenzo?) e viceversa...

nd1967 ha scritto:
Il jazz invece presuppone una completa "decostruzione" degli accordi.... per poi ricomporre la musica in modo "libero" (per niente c'è la corrente free jazz)

Ho sempre ritenuto il jazz come una destinazione alla quale prima o poi cederò proprio per la caratteristica che hai descritto, in quanto penso sia in parte uno dei motori del progressive (lo "sfuggire" dalla classica forma-canzone). Basta pensare all'art rock dei King Crimson, per dire, o agli ELP.

Che poi il progressive, sopratutto dopo la sua rinascita negli anni 90, sia sempre più vittima dei suoi clichè non c'è ahimè dubbio; clichè che fanno decadere questa sorta di "liberazione" dagli schemi, abbracciandone semplicemente degli altri più artefatti. Forse concorderai con me su questo.

questo spiega tante cose...

Se si intende tracciare un lungo percorso che traghetti fino al jazz attraverso generi musicali a questo anche solo periferici può allora essere indicato rivolgersi a una certa produzione fine '60/inzio '70 nella quale la contaminazione la fa da padrone (penso ad alcuni dischi funky-fusion di Billy Cobham – "Spectrum", "Crosswinds", "Total Eclipse", "A Funky Thide Of Things"... – oppure a gente com Brian Auger).
Se invece ci si vuole orientare direttamente su un jazz di "facile" fruizione, ergo ritengo che le incisioni inizio/metà anni '60 di musicisti come Lee Morgan (tromba), Stanley Turrentine (sax tenore), Lou Donaldson (sax alto), Donald Byrd (tromba), Kenny Burrell (chitarra), Grant Green (chitarra), Wes Montgomery (chitarra), Jimy Smith (organo), Big John Patton (organo), Horace Silver (piano) e tanti tanti altri (nel jazz, peraltro, l'interesse per un disco è il più delle volte dettato dalla formazione nella sua globalità, da ogni singolo strumentista che ha partecipato alla session, non solo dal "leader") rappresentino un ingresso ideale. La struttura dei pezzi è elementare (per lo più dei "semplici" blues), c'è un sacco di soul, di funky, di (per l'appunto) blues, talvolta si sfocia addirittura – con le debite proporzioni – nel pop (il jazz per la precisione è in tutto e per tutto pop ma questo è un discorso con accezioni differenti).
Dunque sintetizzando ulteriormente consiglio (a maggior ragione per chi proviene dal rock-blues dove la chitarra è sempre protagonista – benché a me nel jazz piaccia proprio poco...) l'ascolto di:
Kenny Burrell - Midnight Blue (Blue Note)
Jimmy Smith & Wes Montgomery - The Dynamic Duo (Verve) e Further Adventures of Jimmy & Wes (Verve)
Lee Morgan - The Sidewinder (Blue Note) – qui niente chitarrina...

Saluti a go-go.

Mah io partirei da Pat Metheny (vari dischi, mi piace tanto Letter from Home), The Dave Brubeck Quartet (Time Out), Diana Krall (vari, bello Live in Paris), Louis Armstrong, Michel Petrucciani, qualcosa di un po' più pop tipo Jamie Cullum, Michael Bublé e il primo disco di Mario Biondi (Handful of Soul), qualcosa di Stefano Bollani (se vuoi qualcosa di allegro vai su Carioca).
Non mi sono tenuto strettamente sul jazz, però secondo me sono dischi utili a "introdurti all'ambiente"...

martinux ha scritto:questo spiega tante cose...

Stupendo!!!

Per mia esperienza personale il modo migliore per arrivare al jazz dal rock (qualsiasi esso sia) è ottima cosa passare per la fusion. Se non altro non "appalla" e mantiene un minimo di divertimento adolescenziale

Suggeriti (fra parentesi un disco a casaccio fra i più famosi, ma tanto la fusion è tutta uguale ):
Pat Metheny (Letter from home)
Weather Report (Heavy Weather, Black Market)
Mahavishnu Orchestra
Billy Cobham (Spectrum)
Dave Weckl Band (Master Plan)
Tribal Tech (Face First) (particolarmente indicati se si viene dal rock-blues.)
Scott Henderson
John Scofield (Loud Jazz)
Jaco Pastorius (Bright Size Life con Pat Metheny, Invitation)
Herbie Hancock / Headhunters
Stanley Clarke (School Days)
Bela Fleck & His Flecktones (Omonimo)
Victor Wooten (A Show of Hands)
SMV (Thunder)
Uzeb
Return to Forever (Omonimo)
Chick Corea
Zawinul Syndacate (The Immigrants)
Marcus Miller
Gary Burton (Reunion, con Pat Metheny)

Tanto per dirne pochi...

Tranquillo, senza scomodare mostri sacri, registrato in modo perfetto come da tradizione Telarc.
Ricrea tutta l'atmosfera di una serata in un Jazz Club americano, tra l'altro è anche un buon intrattenitore.
Divertente quando canta imitando Bob Dylan, Paul Simon ed altri.

Bellissimo anche "Caravan" di Art Blakey e i Jazz Messengers!!!











E anche questi altri brani:

https://www.youtube.com/watch?v=IjMJNygpX9U&feature=related
https://www.youtube.com/watch?v=0vglFMb9zUo&a=X8XJyXrycEc&playnext_from=ML