Consiglio scheda audio esterna e microfono

fritznet ha scritto:Oggi piovevano forficule nell'emilia occidentale, cosa vorrà dire?
Ne ho viste a frotte su un tronco, sulle auto parcheggiate...

Si stanno allenando col paracadute per l'invasione vera.

Vado veloce quindi seguitemi.

Questo è il mio microfono voce: (Neuman KSM 105)



Con la bocca a zero centimetri dalla rete abbiamo zero dB.
A +2 cm abbiamo -6 dB, perché la membrana sta a -2 cm dietro la rete.
A +6 cm abbiamo -12 dB.
A +14 cm abbiamo -18 dB.

E’ un’escursione enorme, ma tutto questo non è vero con precisione, perché
interviene l’effetto di prossimità, e poi sillabe e vocali non partono dalle labbra,
alcune si, altre no, e la cosa è complicata.

Complicata o no si capisce che l’escursione nei 14 centimetri dal microfono è grande.

Proviamo ad ottenerla con un microfono da studio:
la distanza minima possibile è 20 centimetri,
a minor distanza si verificano effetti collaterali di cui parlerò.

Se a 20 cm si hanno zero dB, i -18dB si ottengono a 160 cm!

Quindi il microfono del tipo studio risente meno dell’escursione dinamica
perché piccoli spostamenti non producono decadimenti.

Bene! Abbiamo perso uno degli strumenti più potenti a disposizione del cantante:
la controdinamica:
sussurrare e sospirare modulando a pieno attaccato al microfono,
urlare senza sovramodulare distanziandosi un po’.

Col microfono da studio la controdinamica è affidata tutta al tecnico col suo misero
potenziometro e antimusicale compressore.


L’effetto prossimità:
ponendo il microfono a distanza ravvicinata dalla fonte, ovvero dalla bocca,
aumentano i bassi a dismisura.
Questo è un grafico del microfono Shure Beta 58, in mm la distanza:

Lasciamo perdere le inutili frequenze bassissime, ma a 200Hz l'escursione è di 16dB!

Ecco il secondo potente strumento a disposizione del cantante,
l’equalizzatore variabile con la distanza.

Quando canta piano o sussurra, tenendo il microfono vicinissimo,
avrà la modulazione e i bassi che l’orecchio vuole per la sensazione di caldo coinvolgente,
quando urla e strilla, tenendo il microfono a distanza,
avrà la giusta modulazione e la giusta aggressività non soffocata dai bassi.

Si può ovviare ovviamente con i fantastici plug-ins, che tutto sanno fare fuorché emozionare.


Il microfono voce ha due reti metalliche, due spugne e una garza per fermare
l’aria del respiro e delle P esplosive,
ha anche una risposta in frequenza povera di bassi, per predisporsi all’innaturale aumento
dei bassi per l’effetto prossimità,
ha un’enfatizzazione sugli acuti, per rendere la voce più incisiva e presente,
e un corpo poco sensibile al maneggiamento.

E il microfono studio?
E’ lineare e poco protetto, proprio per favorire la linearità,
risente quindi:
in modo abnorme ed inopportuno, o meglio: poco calibrato, dell’effetto prossimità,
non vuole essere toccato perché è sensibile alle vibrazioni,
non sopporta il vento.
Tutto questo non basta, è anche la stessa forma e posizione a non consentire al cantante
di sfruttarlo emotivamente.

In pratica il microfono da studio è dello studio,
il microfono voce è uno stumento personale.

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Gli orribili trattati sui microfoni, non ne ho letto ancora uno decente,
iniziano tutti con un demenziale:
i microfoni si dividono in due tipi: dinamici e a condensatore …
iniziano tutti così, tutti!

E’ come dire:
le automobili sono di due tipi: benzina o diesel
cinquanta pagine dopo si scopre la Station Wagon e la Coupé

e cinquanta pagine dopo parlano dell’effetto di prossimità come di un difetto,
anziché come di una risorsa.

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Il problema studio/casa sollevato da Marco:

la distanza scopre la stanza,
mentre in studio, che è silenzioso e pochissimo o nulla riverberante,
si può continuare ad usare un microfono da studio a distanza ravvicinata, ma non vicinissimo,
nella propria casa la distanza rende rilevante l’acustica non adatta dell’ambiente e i suoi rumori,
si rende quindi più necessario ancora un microfono di prossimità.

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Le potenzialità del microfono dinamico:
finora, parlando di microfono voce non ho inteso microfono dinamico,
e, dopotutto, il mio Neumann KMS105 è a condensatore,

ma la superiore massa della membrana del dinamico,
e la sua più limitata escursione in zona lineare con la bocca del cantante a due centimetri
si rivela un vantaggio:
produce ad altissimi livelli una distorsione che in realtà è una compressione,
il condensatore invece è perfetto finché non va in crisi.
Questo argomento è controverso, dipende dal grado costruttivo che via via migliorando
forse si perde.

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La mia esperienza su cantanti lirici non mi aiuta,
io il microscopico microfono lo metto tra i capelli e al massimo passo il filo
al trasmettitore sotto al reggiseno.

Un giorno dovevo “microfonare” una bellissima cantante impegnata con Luciano Berio.
Il suo “vestito” era così impalbabile che non poteva reggere il radiomicrofono
con solo l’elastico della cintura:
- e come si fa? – mi chiese
- un sistema ci sarebbe – risposi
- osi osi! – rispose … sfruttai “ un altro elastico”.

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Quindi? Quindi il microfono va scelto per l’uso che se ne deve fare
e non sempre “il migliore” è poi il più adatto.

La battaglia tra condensatore e dinamico non è aperta, il condensatore prevale senza storia,
ma mentre è difficile costruirne di buoni sotto 250 euro
i migliori dinamici se ne stanno nella fascia 130 – 200
e tra un buon dinamico ed un cattivo condensatore non avrei dubbi
per la voce di un cantante.

fritznet ha scritto:... se tu dovessi registrare un temporale, in una valle stretta e lunga, con dei bassi incredibili,
che tipo di microfono useresti?

Ti consiglio un microfono con una lunga asta metallica da tenersi molto in alto con le mani.

Il microfono non a gradiente di pressione, ma a pressione,
ovvero omnidirezionale e non cardioide.

La scheda audio porta tutto verso l'esterno,
è proprio questo il suo principale compito, avere input e output,
ed il programma è su questo che fa affidamento.

Ma forse il programma può essere predisposto per dirottare la sua uscita
verso la scheda interna del PC. Vai sulle preferenze o sul settaggio input/output.

Un successivo bel regalo potrebbe essere una buona coppia di casse attive.
Si chiamano Near Field Monitor,
anche queste dovrebbero essere un po' professionali,
e non quelle scatoline attive da computer-store.
Ce ne sono di diverse marche anche a prezzi moderati.

Oppure una cuffia: la AKG K121 è la minima professionale.

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PS: per avere successo, e trasformare la passione in professione,
una cantante non deve avere abilità o bravura,
deve avere soprattutto carattere e carisma,
sono doti che non si imparano, al più si affinano.

Con questi giocattoli che le comprate, e con le lezioni di canto,
fate in modo che non si distolga troppo dagli studi normali e da un indirizzo
più concreto.