Scheda HLLY TA2024 Mod. MaurArte con alimentatore dedicato VS. Trends Audio TA 10.1.
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Scheda HLLY TA2024 Mod. MaurArte con alimentatore dedicato VS. Trends Audio TA 10.1.
Ho acquistato la Hlly by MaurArte per un caso fortuito: avevo appena venduto l’ampli valvolare che tenevo nell’impianto B e stavo cercando qualcosa di più economico e più pratico per rimpiazzarlo, quando, lo stesso acquirente che mi aveva ritirato l’ampli, mi ha proposto una parziale permuta con questa versione del TA2024.
Curioso di poter finalmente ascoltare una “creatura” del grande MaurArte ho accettato all’istante.
Il suono del Trends ormai lo conosco a memoria. Suona ininterrottamente nel mio impianto già da qualche anno e non ho certo bisogno di fare attacca/stacca per notare differenze con altri amplificatori. Per cui attacco l’ Hlly col suo bell’alimentatore dedicato, controllo di non aver fatto bischerate coi collegamenti onde evitare di friggere tutto prima ancora di cominciare, e metto su un cd.
Come al solito (ma giova ripeterlo) le considerazioni che seguiranno sono limitate all’impianto in cui sono stati provati i due componenti, all’ambiente e, perchè no, alle capacità discernitive dei miei orecchi.
- Lettore Denon A11 usato come meccanica.
- DAC North Star model 192.
- Pre passivo a trasformatori Promitheus.
- Diffusori Celestion Ditton 15xr.
- Pletora di cavi di ogni credo e religione; un miscuglio indicibile di Van Den Hul, Audioquest, Kimber Kable, ART, DIY... . Una giungla dalla quale mi sono oramai lasciato sopraffare.
Non avendo l’Hlly la possibilità di essere settato come finale, è stato collegato al pre tenendo il suo potenziometro al massimo (zero attenuazione).
Appena iniziata la musica ho notato subito un suono piuttosto magro. Dico la verità, il primo effetto è stato abbastanza spiacevole; poi mi sono tornate in mente le parole del precedente proprietario che mi avvertiva che per farlo suonare come si deve occorre superare i tre quarti della corsa del potenziometro. In effetti, alzando il volume a livelli quasi “live”, il suono ha preso consistenza, anche se la sensazione di una leggera povertà armonica mi è rimasta. La gamma media (ma direi anche medioalta) è leggera, più ariosa e più aperta di quella del Trends, ma anche un pelino arretrata e meno incisiva. Con le Celestion il connubio vive di compensazione in quanto diffusori caldi, corposi e con una gamma media (perdonatemelo) un po’ velata. Questa sensazione di velatura risulta evidente se messe a confronto con le Technics. Vero è che la gamma media delle Technics è semplicemente strepitosa: tesa, levigata, trasparente, musicalissima; una gamma media che si permette pure di essere leggermente eufonica; non troppo però... solo quel tanto che basta per renderla ancor più godibile senza far perdere al diffusore le sue caratteristiche audiophiles. E pensare che questi grossi monitor li avevo acquistati per comporre un impianto vintage da tenere rigorosamente spento e in bella mostra nel soggiorno... .
Rimane il fatto che l’Hlly sembra riuscire a smagrire e a schiarire la gamma media delle Celestion.
Le note veramente positive dell’Hlly arrivano però dal mediobasso in giù. Davvero il più bel basso che abbia mai sentito in casa mia: pieno, potente, asciutto; forse un pelino in avanti, ma comunque mai invadente. Seguire una linea di basso con questo ampli diventa la cosa più facile ed emozionante che si possa immaginare.
Rimane il fatto che l’ampli perde un po’ di coerenza. Insomma, se lo sezioniamo si può anche arrivare a dire che è meglio del Trends in molti parametri, ma nell’insieme si avverte (e ammetto che l’impressione potrebbe essere dovuta ad un condizionamento psicologico), si avverte - dicevo - che si tratta di una scheda abarthizzata, come se si fosse cercato di migliorare ogni singolo parametro musicale perdendo però di vista l’insieme. La gamma bassa e mediobassa appare, infatti, lievemente scollegata col resto, facendo mancare un po’ di coesione al tutto.
Mentre il Trends è micidiale nella sua coerenza - suona timbricamente uguale dall’inizio alla fine dello spettro sonoro - e pare un oggetto più “pensato”, l’Hlly by MaurArte sembra un po’ come se si cercasse (esagero) di “costruire” una bella donna con le gambe di una, a caso, delle gemelle Kesserl (quando erano giovani), il culo di una ballerina di samba brasiliana, il seno della Ekberg ai tempi della “Dolce vita” e il viso di Monica Bellucci. Non so se alla fine ne uscirebbe un qualcosa di armonico (comunque lascia fare.... tu fammi incontrare una donna così, poi se ne ragiona ).
Ripeto, ho volutamente esagerato il paragone; l’Hlly suona un gran bene e quella che ho inteso sottolineare è solo un’impressione negativa che ho avuto da subito ma che non altera, alla fine, la godibilità dell’insieme.
Allora: chi dei due rimane nell’impianto A?
Rimane l’Hlly; per almeno due motivi: Primo, perchè l’ho appena preso e me lo voglio ascoltare e studiare per benino. Secondo, perchè comunque, una volta provato un basso del genere, è dura tornare indietro. E poi vorrei sentirlo con le Technics (appena le avrò fatte twickare a dovere): sono convinto che potrebbe venirne fuori una bell’accoppiata.
In conclusione, complimenti a Maurarte per questa sua ottima interpretazione del TA2024 ma, ancora una volta, complimenti anche al Trends, un amplificatorino che dimostra una volta di più di non esser nato per caso.
Curioso di poter finalmente ascoltare una “creatura” del grande MaurArte ho accettato all’istante.
Il suono del Trends ormai lo conosco a memoria. Suona ininterrottamente nel mio impianto già da qualche anno e non ho certo bisogno di fare attacca/stacca per notare differenze con altri amplificatori. Per cui attacco l’ Hlly col suo bell’alimentatore dedicato, controllo di non aver fatto bischerate coi collegamenti onde evitare di friggere tutto prima ancora di cominciare, e metto su un cd.
Come al solito (ma giova ripeterlo) le considerazioni che seguiranno sono limitate all’impianto in cui sono stati provati i due componenti, all’ambiente e, perchè no, alle capacità discernitive dei miei orecchi.
- Lettore Denon A11 usato come meccanica.
- DAC North Star model 192.
- Pre passivo a trasformatori Promitheus.
- Diffusori Celestion Ditton 15xr.
- Pletora di cavi di ogni credo e religione; un miscuglio indicibile di Van Den Hul, Audioquest, Kimber Kable, ART, DIY... . Una giungla dalla quale mi sono oramai lasciato sopraffare.
Non avendo l’Hlly la possibilità di essere settato come finale, è stato collegato al pre tenendo il suo potenziometro al massimo (zero attenuazione).
Appena iniziata la musica ho notato subito un suono piuttosto magro. Dico la verità, il primo effetto è stato abbastanza spiacevole; poi mi sono tornate in mente le parole del precedente proprietario che mi avvertiva che per farlo suonare come si deve occorre superare i tre quarti della corsa del potenziometro. In effetti, alzando il volume a livelli quasi “live”, il suono ha preso consistenza, anche se la sensazione di una leggera povertà armonica mi è rimasta. La gamma media (ma direi anche medioalta) è leggera, più ariosa e più aperta di quella del Trends, ma anche un pelino arretrata e meno incisiva. Con le Celestion il connubio vive di compensazione in quanto diffusori caldi, corposi e con una gamma media (perdonatemelo) un po’ velata. Questa sensazione di velatura risulta evidente se messe a confronto con le Technics. Vero è che la gamma media delle Technics è semplicemente strepitosa: tesa, levigata, trasparente, musicalissima; una gamma media che si permette pure di essere leggermente eufonica; non troppo però... solo quel tanto che basta per renderla ancor più godibile senza far perdere al diffusore le sue caratteristiche audiophiles. E pensare che questi grossi monitor li avevo acquistati per comporre un impianto vintage da tenere rigorosamente spento e in bella mostra nel soggiorno... .
Rimane il fatto che l’Hlly sembra riuscire a smagrire e a schiarire la gamma media delle Celestion.
Le note veramente positive dell’Hlly arrivano però dal mediobasso in giù. Davvero il più bel basso che abbia mai sentito in casa mia: pieno, potente, asciutto; forse un pelino in avanti, ma comunque mai invadente. Seguire una linea di basso con questo ampli diventa la cosa più facile ed emozionante che si possa immaginare.
Rimane il fatto che l’ampli perde un po’ di coerenza. Insomma, se lo sezioniamo si può anche arrivare a dire che è meglio del Trends in molti parametri, ma nell’insieme si avverte (e ammetto che l’impressione potrebbe essere dovuta ad un condizionamento psicologico), si avverte - dicevo - che si tratta di una scheda abarthizzata, come se si fosse cercato di migliorare ogni singolo parametro musicale perdendo però di vista l’insieme. La gamma bassa e mediobassa appare, infatti, lievemente scollegata col resto, facendo mancare un po’ di coesione al tutto.
Mentre il Trends è micidiale nella sua coerenza - suona timbricamente uguale dall’inizio alla fine dello spettro sonoro - e pare un oggetto più “pensato”, l’Hlly by MaurArte sembra un po’ come se si cercasse (esagero) di “costruire” una bella donna con le gambe di una, a caso, delle gemelle Kesserl (quando erano giovani), il culo di una ballerina di samba brasiliana, il seno della Ekberg ai tempi della “Dolce vita” e il viso di Monica Bellucci. Non so se alla fine ne uscirebbe un qualcosa di armonico (comunque lascia fare.... tu fammi incontrare una donna così, poi se ne ragiona ).
Ripeto, ho volutamente esagerato il paragone; l’Hlly suona un gran bene e quella che ho inteso sottolineare è solo un’impressione negativa che ho avuto da subito ma che non altera, alla fine, la godibilità dell’insieme.
Allora: chi dei due rimane nell’impianto A?
Rimane l’Hlly; per almeno due motivi: Primo, perchè l’ho appena preso e me lo voglio ascoltare e studiare per benino. Secondo, perchè comunque, una volta provato un basso del genere, è dura tornare indietro. E poi vorrei sentirlo con le Technics (appena le avrò fatte twickare a dovere): sono convinto che potrebbe venirne fuori una bell’accoppiata.
In conclusione, complimenti a Maurarte per questa sua ottima interpretazione del TA2024 ma, ancora una volta, complimenti anche al Trends, un amplificatorino che dimostra una volta di più di non esser nato per caso.
n.enrico- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 08.04.09
Numero di messaggi : 923
Località : Firenze
Occupazione/Hobby : Casalinga di Voghera.
Re: Scheda HLLY TA2024 Mod. MaurArte con alimentatore dedicato VS. Trends Audio TA 10.1.
Bellissima considerazione d'ascolto, molto chiara e intuitiva.
belozoglu- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 13.09.11
Numero di messaggi : 941
Località : Milàn, già Mediolanum, già Medhelan
Provincia : Uless
Impianto : fra 6 e 400 watt. su 8 Ohm, ne.
Re: Scheda HLLY TA2024 Mod. MaurArte con alimentatore dedicato VS. Trends Audio TA 10.1.
Un po' di foto.
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n.enrico- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 08.04.09
Numero di messaggi : 923
Località : Firenze
Occupazione/Hobby : Casalinga di Voghera.
Re: Scheda HLLY TA2024 Mod. MaurArte con alimentatore dedicato VS. Trends Audio TA 10.1.
Grazie belozoglu
n.enrico- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 08.04.09
Numero di messaggi : 923
Località : Firenze
Occupazione/Hobby : Casalinga di Voghera.
Re: Scheda HLLY TA2024 Mod. MaurArte con alimentatore dedicato VS. Trends Audio TA 10.1.
All'Hlly sarebbe da mettere le bobine di uscita avvolte in aria e fare una ottimizzazione per diffusori a 4Ohm
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