DAC Lavry, un UFO nella mia catena.
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Re: DAC Lavry, un UFO nella mia catena.
flovato ha scritto:De simone Biagio ha scritto:..anche se qualcosa non mi torna, nel senso, come può un buon pre intervenire sul suono di uno stadio d'uscita , diciamo mal suonante, non dico che non lo faccia, ma solo per capire, e ancora, non sarebbe meglio, a questo punto intervenire direttamente sullo stadio d'uscita, questo ovviamente per quelli bravi, riprogettandolo completamente, per evitare il passaggio da più stadi attivi, che potrebbero aggiungere o togliere qualcosa all' originale messaggio audio..
E quello che sto tentando di dire (evidentemente tu ci riesci meglio ) ma a parte la giusta osservazione sull'impedenza tecnicamente non mi pare che siano emersi altri fattori.
Per adesso, parlando solo tecnicamente non sonicamente, se abbiamo un dac come il Lavry che ha la regolazione in uscita non abbiamo bisogno di altro.
L'adattamento d'impedenza è fondamentale.
Anzi Fondamentale.
In genere negli apparecchi Audio si amplifica in tensione nei primi stadi e in corrente nello stadio d'uscita.
Una sorgente, in realtà, è sempre sia in tensione che in corrente. Quello che fa sì che si chiami sorgente in tensione o in corrente è l'impedenza d'uscita.
Una sorgente in tensione richiede che lo stadio successivo presenti un'impedenza il più alta possibile, per evitare perdite, anche gravi, sul guadagno, in primo luogo.
Ora, per impedenza non si intende solo il valore in Ohm resistivo, ma quello più generale che tiene conto anche delle componenti capacitive e induttive. In particolare le componenti capacitive intervengono nella determinazione dell'impedenza d'ingresso (di un pre o di un finale, o di qualsiasi altro apparecchio), con, ad esempio, l'effetto Miller, che tiene conto del guadagno dello stadio amplificatore e che fa sì che l'impedenza nominale vari anche di moltissimo.
Inoltre il fatto che intervengono le componenti capacitive e induttive significa che l'impedenza varia al variare della frequenza, il che complica tutto.
Ancora, può variare anche solo la fase, che in qualche modo regola le prestazioni sonore circa la ricostruzione scenica.
I nostri chip in classe T integrano un operazionale come stadio d'ingresso...
un po' pochino, no, per pretendere che faccia da solo il lavoro che fanno degli apparecchi anche molto pesanti e anche molto costosi?
Ovvio che il pre non è obbligatorio. Diventa superfluo quando l'impedenza è già adattata.
Risulta necessario quando si vuole colorare il suono, in MyFi Mode...
iperv- Membro di riguardo
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Re: DAC Lavry, un UFO nella mia catena.
iperv ha scritto:
L'adattamento d'impedenza è fondamentale.
Anzi Fondamentale.
In genere negli apparecchi Audio si amplifica in tensione nei primi stadi e in corrente nello stadio d'uscita.
Una sorgente, in realtà, è sempre sia in tensione che in corrente. Quello che fa sì che si chiami sorgente in tensione o in corrente è l'impedenza d'uscita.
Una sorgente in tensione richiede che lo stadio successivo presenti un'impedenza il più alta possibile, per evitare perdite, anche gravi, sul guadagno, in primo luogo.
Ora, per impedenza non si intende solo il valore in Ohm resistivo, ma quello più generale che tiene conto anche delle componenti capacitive e induttive. In particolare le componenti capacitive intervengono nella determinazione dell'impedenza d'ingresso (di un pre o di un finale, o di qualsiasi altro apparecchio), con, ad esempio, l'effetto Miller, che tiene conto del guadagno dello stadio amplificatore e che fa sì che l'impedenza nominale vari anche di moltissimo.
Inoltre il fatto che intervengono le componenti capacitive e induttive significa che l'impedenza varia al variare della frequenza, il che complica tutto.
Ancora, può variare anche solo la fase, che in qualche modo regola le prestazioni sonore circa la ricostruzione scenica.
I nostri chip in classe T integrano un operazionale come stadio d'ingresso...
un po' pochino, no, per pretendere che faccia da solo il lavoro che fanno degli apparecchi anche molto pesanti e anche molto costosi?
Ovvio che il pre non è obbligatorio. Diventa superfluo quando l'impedenza è già adattata.
Risulta necessario quando si vuole colorare il suono, in MyFi Mode...
Bell'intervento.
Trovo questo argomento fondamentale, non tanto peri i risultati nella mia catena (ovviamente ogni impianto fa storia a se) ma quanto per i risvolti tecnologici.
La domanda è semplice, da qui a 10 anni esisteranno ancora i preamplificatori ?
Non mi riferisco al vintage, in quel caso saranno eterni e li cercheremo come facciamo oggi con il vinile rimpiangendo le delizie che ci regalavano, mi riferisco al setup di una nuova catena.
Si imporrà il modello liquida/DAC/Intergrato/Diffusori ?
Imho credo proprio di si, considerando le differenze enormi che ci sono tra un DAC e l'altro.
Se avessi un portafoglio un pelino più in salute non ci penserai a cambiare ampli ma di sicuro mi farei qualche altro DAC, se proprio voglio colorare come dici ne cercherei un DAC con una bella valvolina.
flovato- UTENTE BANNATO
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Numero di messaggi : 12509
Impianto : (non specificato)
Re: DAC Lavry, un UFO nella mia catena.
Il pre esisterà sempre
Nel caso della musica liquida probabilmente, con qualche accorgimento, sarà integrato nel DAC
Nel caso della musica liquida probabilmente, con qualche accorgimento, sarà integrato nel DAC
Re: DAC Lavry, un UFO nella mia catena.
MaurArte ha scritto:Il pre esisterà sempre
Nel caso della musica liquida probabilmente, con qualche accorgimento, sarà integrato nel DAC
Quoto al 100%
Stentor- Membro classe diamante
- Data d'iscrizione : 12.07.10
Numero di messaggi : 20392
Località : .
Impianto : .
Re: DAC Lavry, un UFO nella mia catena.
Stentor ha scritto:MaurArte ha scritto:Il pre esisterà sempre
Nel caso della musica liquida probabilmente, con qualche accorgimento, sarà integrato nel DAC
Quoto al 100%
Tanto per non mollare l'osso aggiungiamo a MaurArte e a Stentor il parere di un certo Lucio Cadeddu (cito un frammento abbastanza significativo)
I pre servono eccome. Le ragioni, spiegate più in esteso in un articolo delle FAQ del sito, sono sostanzialmente di tre tipi. Intanto c'è un problema di adattamento di impedenza tra sorgente e finale. Raramente si riesce a trovare un optimum utilizzando solo l'uscita variabile del CD player. Secondo, il problema della qualità, spesso infima, delle uscite variabili dei CD players. Terzo, un problema (più raro) di adattamento tra sensibilità d'ingresso del finale e tensione in uscita dal CD player.
Partita chiusa ?.
Tra dieci anni ci ritroviamo qui, stesso 3D, spero di aver acquistato un DAC con uscita ad impedenza variabile e di continuare il dibattito serenamente ed in amicizia.
Per la partita a bocce non chiamatemi, poi si finisce col bere qualche goccetto di troppo e le cazzate non si contano più.
PS: Il mio impianto è del tipo raramente.
flovato- UTENTE BANNATO
- Data d'iscrizione : 23.12.10
Numero di messaggi : 12509
Impianto : (non specificato)
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