Sansui AU117 vs Scythe Kama Bay 2000

Buonasera a tutti.
Oggi ho messo nella catena che vedete in firma un amplificatore Sansui AU 117 (fine anni 70) comprato su ebay a 89 euro.
Avevo letto recensioni e, per curiosità, ho deciso di provare.
Così ho tolto il Kama Bay e ho messo il vecchio.

Mi aspettavo sicuramente più potenza, ma ero quasi certo che il Kama Bay sarebbe stato più dettagliato. Invece il Sansui mi sembra migliore.

Faccio fatica a dare parametri oggettivi (non sono un esperto), ma c'era più musica. Dettagli che non avevo mai notato, timbriche più reali, più dinamica, ma soprattutto un suono più pieno e più vivo.
Ho ascoltato la musica con una gioia quasi adolescenziale.
Non sono riuscito a rimettere il Kama Bay al suo posto, ho fatto qualche acrobazia per adattare gli spazi e ho lasciato lì il Sansui.

Ad ogni modo, torna mia moglie, guarda sospettosa il Sansui (è sicuramente più ingombrante dell'altro) e mi chiede spiegazioni.
La lascio ad ascoltare per 5 minuti, poi mi fa: "lascialo, mi piace".

Molti più esperti di me parlano del Sansui AU 117 su internet, ma non pensavo che un vecchio ampli potesse sostituire così facilmente un ampli digitale.

Buon ascolto a tutti.

Salve a tutti.

A distanza di un mese ho comparato più volte il Kama Bay con il Sansui (e con il Rotel RA 311) e posso annotare qualche nuova impressione.

Ovviamente scrivo evidenziando le differenze tra i due, non in assoluto.

Più precisamente:
Il Kama Bay ha dettaglio analitico e timbrica molto buoni.
Sulle voci se la batte alla pari col Sansui, addirittura sugli alti spesso sembra meglio.

Però il Kama però non sembra riprodurre la fonte del suono.

Mi spiego meglio: le belle voci del Kama Bay sembrano perfette, ma sembrano star lì senza una persona che le emetta. La fisicità del suono si perde.

Usando una metafora visiva, sembra riprodurre suoni “bidimensionali”
Non parlo di scena che, anzi, è riprodotta bene, ma proprio di ogni singolo suono.

Faccio un esempio: la bacchetta percuote la pelle del tamburo. Il suono oltre all’origine di cui parlavo sopra, ha una sua sorta di evoluzione timbrica e di pressione: il volume non è omogeneo, l’attacco può essere più o meno netto, la coda può perdurare o dissolversi subito, può esserci un riverbero…

Tutto questo nei suoni del Kama Bay è poco evidente, pur essendo molto dettagliato, manca della dinamica dei suoni singoli.

Il Sansui, invece, è davvero dettagliato in questo.
Ad esempio: ascoltando la musica col Sansui si può mimare la fonazione del cantante, si sente la diteggiatura incerta in alcuni passaggi, si sentono i salti di volume di chi fa gli assoli, i pieni e i vuoti sono evidentissimi.

Un’altra differenza macroscopica è la riproduzione dei bassi, indipendentemente dalle casse.
Alcune frequenze dei bassi sembrano ignorate dal Kama, semplicemente non vengono riprodotte. Altre sono deboli.

Il Sansui al contrario li riproduce evidenti, dinamici, nitidi e profondi.
Se vuoi ballare devi usare il Sansui.

Sempre parlando di timbrica, generalmente il Sansui tende ad essere più scuro (non solo per effetto del maggior volume, sono stato attento a fare ascolti a diversi volumi con entrambi).

Se devo trovare un punto debole al Sansui è proprio la riproduzione delle frequenze più alte che sono meno definite di quelle del Kama Bay. Generalmente, il Kama Bay è cristallino e mi piace molto.

Infine, parlando di accurata riproduzione della scena, il Kama Bay è incredibilmente preciso, ma ha una caratteristica che ho notato solo nel confronto: tra diversi strumenti c’è il vuoto.

Paradossalmente a me piace questa sensazione di vuoto asettico tra gli strumenti, ma ho suonato e so che è irreale.

Il Sansui, anche in questo caso sembra più naturale, per quanto definiti i suoni nella scena musicale, è evidente che le onde si mischino. Certo, si deve sempre poter individuare un punto da cui nasce il suono, ma non è realistico che il suono resti lì, senza espandersi almeno un po’.

Per finire confermo una delle mie prime impressioni: passo decisamente più tempo col Sansui che col Kama Bay. All’inizio poteva essere la novità, ma adesso, dopo un mese mi rendo conto che semplicemente mi piace di più.

Se interessa aggiornerò anche le impressioni d’ascolto a confronto col Rotel.

Buona musica a tutti.

Il Kama Bay è pur sempre uno scatolotto costruito per sonorizzare un PC.
Il chip utilizzato è stato progettato per autoradio e televisori di fascia bassa.
Che suoni bene è fuor di dubbio, ma la competizione con il Sansui è come un incontro di pugilato tra un peso massimo e un peso mosca.  

Ciao!
Sono totalmente d'accordo a metà con te, Smanetton.

Totalmente d'accordo sulle considerazioni tecniche.

A metà su tutto il resto: la musica è sempre più liquida, molti degli apparecchi venduti oggi sonorizzano pc. Magari lo Scythe è pure di fascia bassa, pensato per le casse da scrivania, ma gli amplificatori di oggi sonorizzano per lo più i pc. Compreso il famoso T-amp o il Breeze di oggi.
Poi ognuno li usa con quel che vuole, ovvio.

Quando ho comprato il Kama Bay avevo letto le recensioni su TNT. E' stato un acquisto che mi ha soddisfatto, ma rileggile ora: mica era presentato come lo scatolotto sonorizza pc. Semmai un alfiere dell'ammazza giganti.

E il Sansui AU 117 non ha mai neanche fatto parte della categoria giganti.

Ad ogni modo sono passati 30 anni dal Sansui allo Scythe che rappresenta, in quanto classe D la novità.
Una novità che porta nuovi parametri su quella che è la qualità d'ascolto.

Sono vecchio e ho suonato, per me gli strumenti hanno timbriche definite.
I giovani usano e ascoltano campionature: su quelle la differenza della fonte sonora che citavo prima non è forse un parametro interessante.

Così come la naturalezza che tanto amiamo noi vecchi.

Questo lo affermo senza polemica, anche perchè il mio scopo non era mettere in ridicolo il Kama Bay o lodare L'AU 117, ma confrontare qualcosa con qualcos'altro che ho a disposizione. Altrimenti è difficile farsi un'idea.

La domanda polemica è semmai: la classe D è buona se suona come una classe A o A/B?
Chi costruisce amplificatori probabilmente ha paramentri nuovi e vecchi, capire l'identità della classe D potrebbe essere, almeno per me, la prossima cosa da fare prima di orientarmi ancora nel mondo dell'hifi.

Purtroppo non ho risorse infinite e devo arrangiarmi con ciò che ho.

Grazie soprattutto per il tuo contributo. Buona musica.

E io sono completamente d'accordo con quanto hai scritto in quest'ultimo post.
Quando ho scoperto la classe D anni fa me ne sono innamorato e non sono più tornato indietro.
Ho una bella collezione di Tripath e, nello stesso tempo, ho dato ricovero a parecchi ampli vintage abbandonati dai miei amici.
Un sacco di volte ho fatto confronti tra i Davide (classe D/T) e i Golia (in termini di dimensioni e anche di potenza) e, per i miei gusti, con gli esemplari in mio possesso, i Davide sono sempre usciti vincitori in quanto a qualità sonora.
Tuttavia non disdegno il suono soffice e pieno di un Cambridge anni '80, quello squillante Yamaha anni '70 e via discorrendo. Anche se alcuni hanno solo 25 Watt dichiarati per canale, sono "Watt pesanti", al contrario dei Watt della classe D che ho sempre trovato "leggerini".
Con gli ampli in classe A/B non devo farmi problemi con la sensibilità e/o l'impedenza dei diffusori, perché, come mia suocera, digeriscono anche i sassi, mentre i digitali sono un po' come alcuni miei amici: niente porchetta, melanzane alla parmigiana, nduja o bollito misto alla piemontese, per carità.
Ma la definizione della classe D mi incanta come le sirene.
Ho abbracciato la fede digitale (e ascolto solo più musica liquida) già da dieci anni e le rimarrò fedele. L'ingegner Tripathi è il mio profeta.  
Sto aspettando con pazienza che i sistemi di amplificazione full digital maturino e poi...

La prima classe t che ho avuto era in effetti "leggerina" pochi watt, inasprimenti e clipping, ma dal primo fenice si è anche evoluta, penso che un D-sound che alla fine nuovo costa tre volte quanto da te pagato i cimeio, se lo mangia il Sansui....

Anche io concordo con entranbi x certi versi,nel senso che sicuramente anni fa sono stati fatti prodotti validi io stesso ho un ampli yamaha di quasi 30 anni fa e non lo cambierei con niente,e anche vero xo che possedendo vari tripat e texas instrument come finali posso affermare che ce del buono anche nella classe d,teniamo presente che se fino a poco tempo fa la potenza e i bassi erano il tallone d'achille dei classe d oggi ci sono prodotti che hanno colmato alla grande questa pecca e che se vogliamo qualcosa che raggiunga certe prestazioni dobbiamo spendere parecchi soldi!poi x concludere dico che alla fine ogni uno di noi preferisce un suono che a qualcun'altro non piacera xcio nulla e definitivo x quanto bene possa suonare