Spectre - Death Before Dying (2010)

È disarmante la facilità (percepita ascoltando) con cui Spectre non commette mai errori allorquando compone (e successivamente rilascia) un disco. Un succedersi di album che hanno definito un suono e una personalità, che hanno saputo mutare i concetti stessi di hip hop, dub, elettronica e ambient, non solo attraverso molteplici modellazioni e sovrapposizioni, ma proprio per la codifica di un linguaggio espressivo che si è confrontato con il sound, ma senza perdere di vista la comunicatività dello stesso. A volte affrontando tale tematica con un esplicito accento posto sulla potenza/forza, altre volte preferendo muoversi con circospezione e optando per un impatto più ovattato, ma contagioso e tale da indurre ipnosi e assuefazione. La bravura ulteriore di colui che viene anche conosciuto come The Ill Saint è inoltre stata quella di produrre musica che guarda avanti, ma collocandosi perfettamente nel periodo storico in cui viene pubblicata. Tutto ciò si manifesta nelle tredici tracce che danno vita a ?Death Before Dying?; e dire che danno vita a qualcosa che nel nome esplicita il concetto di morte prima che la morte stessa sovvenga è già interessante di per sé... L?ambientazione torna a essere marcatamente oscura, gotica, noir e decadente, più di quanto non fosse nel trittico ?Psychic Wars?, ?Transcendent? e ?Internal Dynasty?. I ritmi sono rallentati, a volte più incisivi altre volte maggiormente soffusi e costantemente mutevoli. Ma è impressionante come il disco cresce nel corso del suo progredire, come cambiano scenari e si sommano sonorità (anche soul e jazz nell?insieme), come ci si ritrova - senza manco accorgersene - immersi in una narrazione metropolitana, che prima pare semplicemente accompagnarci per mano, ma che poi ci porta dentro una realtà sinistra ed evidentemente minacciosa e tale da mettere in pericolo la nostra esistenza. Il lavoro assume i connotati di una perfetta soundtrack, dove non è così semplice distinguere tra finzione e ?storia vera? e tale compito non è di certo facilitato dall?abilità con cui Spectre, ad esempio, sceglie di incantarci con la voce divina di Laila in ?Follow The Smoke? e ?Black Widow?, di farci sprofondare nelle paludi delle basse frequenze (?Step Inna Dub?, tenendo perfettamente fede al titolo!), di estasiarci con un groove sincopato da paura alternato a una sorta di space-drum?n?bass in ?Love, Part 2?, ma di lasciare intendere sin da subito dove si andrà a parare (?Death Trip? è il pezzo di apertura). Opera di una completezza sbalorditiva.


A cura di Roberto Michieletto @ 22/09/2010