Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
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Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Quanto segue (e, per ragioni di spazio, seguira nella seconda parte) è stato volutamente salvato dal vecchio sito della Alcor, prima del passaggio di consegna alla Coral.
Non si tratta di opinioni (che non intendo assolutamente inserire in tale sede) ma di fatti, come tali oggettivi e incontrovertibili.
La mission
Fin dai primi anni '70, da quando si è affacciata sui mercati dell'alta fedeltà, INDIANA LINE è rimasta fedele al pensiero che la musica sia un valore comune a tutti gli uomini, a qualunque livello di classe e di cultura essi appartengano.
A questo pensiero risponde il progetto e la realizzazione dei diffusori INDIANA LINE: qualità globale ed autentici, reali contenuti, forme sobrie e razionali, prezzo equilibrato e largamente accessibile.
Sempre aperta all'innovazione, tra i primi INDIANA LINE ha raccolto l'esperienza dei pionieri americani, dato un impulso decisivo ai minidiffusori, utilizzato in modo originale la filosofia del bass-reflex, computerizzato il progetto, in ciò fertile di creatività fino ai tempi più recenti: il doppio carico reflex in serie, la tecnica del doppio carico asimmetrico a vista.
L'ascoltatore, anche il più esigente, trova con INDIANA LINE un diffusore di grande dignità e spessore tecnologico, assistito con attenzione e professionalità.
Al servizio post vendita viene dedicata una cura particolare, come ad un particolare dovere: ogni diffusore INDIANA LINE ingloba nel suo valore e lo esalta, una assistenza precisa, veloce e pressochè senza limiti, affidata unicamente agli specialisti della casa.
A questo pensiero risponde il progetto e la realizzazione dei diffusori INDIANA LINE: qualità globale ed autentici, reali contenuti, forme sobrie e razionali, prezzo equilibrato e largamente accessibile.
Sempre aperta all'innovazione, tra i primi INDIANA LINE ha raccolto l'esperienza dei pionieri americani, dato un impulso decisivo ai minidiffusori, utilizzato in modo originale la filosofia del bass-reflex, computerizzato il progetto, in ciò fertile di creatività fino ai tempi più recenti: il doppio carico reflex in serie, la tecnica del doppio carico asimmetrico a vista.
L'ascoltatore, anche il più esigente, trova con INDIANA LINE un diffusore di grande dignità e spessore tecnologico, assistito con attenzione e professionalità.
Al servizio post vendita viene dedicata una cura particolare, come ad un particolare dovere: ogni diffusore INDIANA LINE ingloba nel suo valore e lo esalta, una assistenza precisa, veloce e pressochè senza limiti, affidata unicamente agli specialisti della casa.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Questo è il segno di un vero grande amore!!!
Ciao Michele
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Michele- Membro di riguardo
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Credo siano molto onesti, nel dire "un diffusore di grande dignità".
Ospite- Ospite
Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Michele ha scritto:Questo è il segno di un vero grande amore!!!
Ciao Michele
Sì, caro Michele, confermo: è il segno di un grande amore, sia per la musica che per la tecnica/tecnologia, ed io, dopo essere diventato cliente (2002), ho avuto la grande opportunità di conoscere personalmente l'iniziatore e (sino a poco tempo fa) il protagonista di questa straordinaria avventura: si tratta di Renato Fornasieri (http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Fornasieri), che nell'aprile del 2004 mi ha ospitato per una mezza giornata nel laboratorio della Alcor (il suo laboratorio, il "pensatoio" come lui amava definirlo, in cui già all'epoca aveva trascorso quasi quarant'anni della sua vita), spiegandomi molte cose in aggiunta alle moltissime informazioni via e-mail.
Dietro ad un buon lavoro ci sono quasi sempre persone di grande valore, sia professionale che umano (i due aspetti sono a mio avviso inscindibili) e, quando il risultato del buon lavoro porta a prodotti largamente accessibili, beh, allora quanto sopra diventa una certezza.
Ultima modifica di Andrea Gianelli il Mar 23 Dic 2008 - 23:04 - modificato 1 volta.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Mulo ha scritto:Credo siano molto onesti, nel dire "un diffusore di grande dignità".
Già, lasciando poi che siano i clienti ad "approssimare il giudizio per eccesso"...
Esattamente l'opposto di quel che accade con molti altri prodotti, ultrapubblicizzati e venduti a prezzi folli, che, anche quando palesemente schifosi, ti vengono presentati come il meglio in assoluto che puoi trovare sul mercato.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Bè, questo è un po' un esasperare i termini del discorso. Certo che si vede di tutto, ma d'altra parte c'è una moltitudine di costruttori di diffusori in giro.
Io considero le Indiana Line un'ottima scelta per il loro rispettivo prezzo, ma a prezzi doppi inizierei certamente a guardare altrove (soprattutto verso nord-nord-ovest ).
Io considero le Indiana Line un'ottima scelta per il loro rispettivo prezzo, ma a prezzi doppi inizierei certamente a guardare altrove (soprattutto verso nord-nord-ovest ).
Ospite- Ospite
Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Perchè rispondete tutti alla prima parte?
La seconda è molto più importante...
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Sì però quella tecnologia lì oggi ce l'hanno tutti.
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Mulo ha scritto:Sì però quella tecnologia lì oggi ce l'hanno tutti.
ASSOLUTAMENTE NO!!!
Dai un'occhiata ai soli magneti (elemento IMPORTANTISSIMO!) impiegati dalla maggioranza dei costruttori (inclusi coloro che vendono casse a prezzi stratosferici) e poi (ma solo POI) dimmi quanti ricorrono ad un secondo magnete in controfase al primo, che, oltre a fungere da schermatura, riduce il flusso magnetico disperso aumentando la potenza del campo magnetico stesso.
Seconda cosa: le tecnologie adottate nella serie HC (a mio avviso la migliore per quanto riguarda i trasduttori), come i tweeter con camera di risonanza e i woofer progettati per migliorare la dispersione alle medie frequenze.
Terzo aspetto: quanto sopra si sente, eccome se si sente... Da un confronto diretto con diffusori concorrenti (anche ben più cari), le HC-205 hanno mostrato una pulizia, una dinamica ed una coesione eccezionali per il prezzo e buone in senso assoluto, tanto che sarebbe a mio avviso interessante poter confrontare direttamente questo modello e il più grande HC-206 con le Sonus Faber Concertino e Concerto (1^ serie).
Prendetemi pure per folle, ma ritengo doveroso oltre che onesto dire tutto ciò, a fronte di riviste che premiano le più costose Arbour o le nuove Tesi, che a mio avviso rappresentano un netto peggioramento rispetto alle HC sopra citate.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Ma perchè le nuove Tesi dovrebbero essere un netto peggioramento rispetto alla serie HC? Quando gli altoparlanti sono sviluppati proprio da quelli di quella serie? Vuoi che siano regrediti?
Comunque il secondo magnete incollato sul primo per aumentare il campo magnetico, c'era anche nelle mie vecchie Tannoy a base trapezioidale (non ne ricordo più il nome), che avevano woofer in polipropilene iniettato a spessore variabile (come le attuali IL) e tweeter in alluminio molto bensuonante.
Secondo, i tweeter con camera di risonanza sono storia vecchia negli altoparlanti di un certo livello, con il tempo divenuta sempre più "popolare". Ce l'hanno anche i tweeter delle Tesi in casa IL; e poi quelli delle Jamo serie C400, o quelli delle Audio Pro serie Level, o...
A me sembra un po' il contrario di quel che dici tu - cioè che sia Indiana Line / Arbour ad essersi ultimamente allineata ai costruttori più "evoluti" del panorama europeo, non il contrario. Penso anche ai mei vecchi bookshelf serie Arbour. Cosa assolutamente apprezzabile, certo, specialmente visti i prezzi di listino IL (serie Arbour a parte). Ma è un po' distante dalla tua idea che IL sia l'attuale avanguardia della progettazione dei diffusori medio-economici...
Comunque il secondo magnete incollato sul primo per aumentare il campo magnetico, c'era anche nelle mie vecchie Tannoy a base trapezioidale (non ne ricordo più il nome), che avevano woofer in polipropilene iniettato a spessore variabile (come le attuali IL) e tweeter in alluminio molto bensuonante.
Secondo, i tweeter con camera di risonanza sono storia vecchia negli altoparlanti di un certo livello, con il tempo divenuta sempre più "popolare". Ce l'hanno anche i tweeter delle Tesi in casa IL; e poi quelli delle Jamo serie C400, o quelli delle Audio Pro serie Level, o...
A me sembra un po' il contrario di quel che dici tu - cioè che sia Indiana Line / Arbour ad essersi ultimamente allineata ai costruttori più "evoluti" del panorama europeo, non il contrario. Penso anche ai mei vecchi bookshelf serie Arbour. Cosa assolutamente apprezzabile, certo, specialmente visti i prezzi di listino IL (serie Arbour a parte). Ma è un po' distante dalla tua idea che IL sia l'attuale avanguardia della progettazione dei diffusori medio-economici...
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Le HC da ripiano suonano meglio...Mulo ha scritto:Ma perchè le nuove Tesi dovrebbero essere un netto peggioramento rispetto alla serie HC? Quando gli altoparlanti sono sviluppati proprio da quelli di quella serie? Vuoi che siano regrediti?
Mulo ha scritto:Comunque il secondo magnete incollato sul primo per aumentare il campo magnetico, c'era anche nelle mie vecchie Tannoy a base trapezioidale (non ne ricordo più il nome), che avevano woofer in polipropilene iniettato a spessore variabile (come le attuali IL) e tweeter in alluminio molto bensuonante.
Verissimo, ma la mie domande sono: 1) in quanti ce l'hanno? 2) A quale costo?
Mulo ha scritto:Secondo, i tweeter con camera di risonanza sono storia vecchia negli altoparlanti di un certo livello, con il tempo divenuta sempre più "popolare". Ce l'hanno anche i tweeter delle Tesi in casa IL; e poi quelli delle Jamo serie C400, o quelli delle Audio Pro serie Level, o...
Giusto farlo presente: si tratta evidentemente di costruttori attenti, sia alla qualità che al prezzo.
Mulo ha scritto:A me sembra un po' il contrario di quel che dici tu - cioè che sia Indiana Line / Arbour ad essersi ultimamente allineata ai costruttori più "evoluti" del panorama europeo, non il contrario. Penso anche ai mei vecchi bookshelf serie Arbour. Cosa assolutamente apprezzabile, certo, specialmente visti i prezzi di listino IL (serie Arbour a parte). Ma è un po' distante dalla tua idea che IL sia l'attuale avanguardia della progettazione dei diffusori medio-economici...
Alcune precisazioni: le Arbour suonano bene, ma usano woofer troppo piccoli (non c'è alcun modello che impieghi un trasduttore da 16-18 cm) per avere la completezza (estensione, dinamica e assenza di distorsione) che serve. Stesso discorso per le Tesi, che però (a mio avviso e secondo il parere dei molti amici che le hanno ascoltate al Top Audio di Milano) non suonano altrettanto bene...
Infine, non voglio dire che IL sia all'avanguardia (riferimento assoluto in fatto di qualità) ma che offra il miglior rapporto qualità/prezzo questo sì!
Nano, HC-204, 205 e 206 sono i modelli in assoluto più rappresentativi di questa filosofia.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Le Tesi a Milano, ho letto avessero una scena sonora un po' costretta fra i 2 diffusori. Sai che dramma...
Io sono tipo da diffusori "monitor"; mi interessa molto più l'accuratezza di risposta in frequenza, ai transienti, e timbrica, in due parole la naturalezza e la trasparenza, che non la scena sonora "larga & profonda & olografica" o i bassi "da colpo nello stomaco", che giudico un po' frivolezze, anche se è un giudizio evidentemente dipendente dai miei gusti musicali. Forse, chissà, le Tesi sono diffusori più da musica acustica propriamente-detta, che da classica.
Io sono tipo da diffusori "monitor"; mi interessa molto più l'accuratezza di risposta in frequenza, ai transienti, e timbrica, in due parole la naturalezza e la trasparenza, che non la scena sonora "larga & profonda & olografica" o i bassi "da colpo nello stomaco", che giudico un po' frivolezze, anche se è un giudizio evidentemente dipendente dai miei gusti musicali. Forse, chissà, le Tesi sono diffusori più da musica acustica propriamente-detta, che da classica.
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Il bello è proprio questo ogni persona a gusti differenti e cerca in un diffusore pappa per le sue orecchie....Andrea sta solo spiegando come le Indiana Line offrono un buon prodotto ad un prezzo alla portata di tutti.....questo non vuol dire che altri non lo facciano ......Ma cosa molto importante perchè non prendiamo spunto da molti paesi ,America tra tutte, di portare avanti i prodotti di casa propria!!!! quindi viva il Made in Italy!!!!( a parità di prezzo) .
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
rattaman ha scritto:Il bello è proprio questo ogni persona a gusti differenti e cerca in un diffusore pappa per le sue orecchie....Andrea sta solo spiegando come le Indiana Line offrono un buon prodotto ad un prezzo alla portata di tutti.....questo non vuol dire che altri non lo facciano ......Ma cosa molto importante perchè non prendiamo spunto da molti paesi ,America tra tutte, di portare avanti i prodotti di casa propria!!!! quindi viva il Made in Italy!!!!( a parità di prezzo) .
Caro Gennaro, hai proprio centrato il problema: io non cerco una cosa o l'altra, ma TUTTO!!! Piuttosto "mi accontento" di una qualità buona in tutti gli aspetti, anzichè l'eccellenza su taluni "parametri" a scapito di altri... Inoltre, è bene ribadirlo, chi ha avuto modo di ascoltare il mio impianto con la giusta attenzione, ha trovato le TH-370 MOLTO più musicali dei diffusori di attuale produzione, il tutto ovviamente con i propri cd (anche di generi molto diversi da quelli che io sono solito ascoltare).
Un'occasione anche per sfatare il luogo comune: "adatto a quel genere ma non al tal altro"... un buon diffusore, se davvero tale, DEVE riprodurre BENE TUTTA la musica (sono contemplate le preferenze, ma in hi-fi non sono accettabili particolari carenze).
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Andrea, ho paura che sia tu a non aver centrato in pieno il senso del discorso di Gennaro.
Il tuo discorso è contraddittorio: dici che cerchi TUTTO, e poi ti accontenti delle Indiana Line serie HC. Per carità, chi si accontenta gode.
Ma vabbè, non formalizziamoci troppo; nella sostanza mi sembra siamo tutti d'accordo.
Quanto a me, mi accontento piuttosto delle mie Polk serie Montior, che mi sembrano avere tutto quello che tu dici a proposito delle Indiana Line HC; rapportato alla mia personalità & sensibilità particolari. Quindi non TUTTO, ma tutto quello che interessa a me.
Il tuo discorso è contraddittorio: dici che cerchi TUTTO, e poi ti accontenti delle Indiana Line serie HC. Per carità, chi si accontenta gode.
Ma vabbè, non formalizziamoci troppo; nella sostanza mi sembra siamo tutti d'accordo.
Quanto a me, mi accontento piuttosto delle mie Polk serie Montior, che mi sembrano avere tutto quello che tu dici a proposito delle Indiana Line HC; rapportato alla mia personalità & sensibilità particolari. Quindi non TUTTO, ma tutto quello che interessa a me.
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Certo che sì, ma cos'è "bene" per te? A quanto pare, qualcosa di diverso da ciò che è per me. Io anche ascoltassi classica, sospetto che l'ascolterei tranquillamente con dei bookshelf... E quando volessi anche togliermi lo sfizio di sentire TUTTO da 20 Hz a 20 KHz, allora mi metterei le cuffie.Andrea Gianelli ha scritto:un buon diffusore, se davvero tale, DEVE riprodurre BENE TUTTA la musica (sono contemplate le preferenze, ma in hi-fi non sono accettabili particolari carenze).
Ultima modifica di Mulo il Mer 24 Dic 2008 - 18:12 - modificato 2 volte.
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Mulo ha scritto:Andrea, ho paura che sia tu a non aver centrato in pieno il senso del discorso di Gennaro.
Il tuo discorso è contraddittorio: dici che cerchi TUTTO, e poi ti accontenti delle Indiana Line serie HC. Per carità, chi si accontenta gode.
Ma vabbè, non formalizziamoci troppo; nella sostanza mi sembra siamo tutti d'accordo.
Quanto a me, mi accontento piuttosto delle mie Polk serie Montior, che mi sembrano avere tutto quello che tu dici a proposito delle Indiana Line HC; rapportato alla mia personalità & sensibilità particolari. Quindi non TUTTO, ma tutto quello che interessa a me.
Considerazioni condivisibili: il mio discorso si riferiva al miglior compromesso tra definizione e completezza, riununciando magari ad un'impeccabile qualità nella prima, ma garantendo buoni risultati in entrambe... Il tutto si riferisce dunque ad un diffusore completo e adatto a qualsiasi genere musicale.
La sostanza non cambia: è vero al punto che io potrei scoprire che le Polk non mancano di estensione e tu, parimenti, apprezzare il dettaglio delle IL HC.
Colgo l'occasione per augurarti un sereno Natale!
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Considerazioni comprensibili, le tue.
Io continuo a pensare che un buon minidiffusore sia in effetti adatto a qualsiasi genere musicale (per chi non pretende volumi da concerto); il problema è piuttosto come costringermi ad ascoltare, che so... musica classica, metal o dance.
Anch'io cerco definizione e completezza nel giusto equilibrio (solo che io rinuncerei piuttosto ad un'impeccabile qualità della seconda); unite a coerenza. Esigenze che finora hanno ben soddisfatto i minidiffusori.
Ti ricambio gli auguri di buon natale!
Io continuo a pensare che un buon minidiffusore sia in effetti adatto a qualsiasi genere musicale (per chi non pretende volumi da concerto); il problema è piuttosto come costringermi ad ascoltare, che so... musica classica, metal o dance.
Anch'io cerco definizione e completezza nel giusto equilibrio (solo che io rinuncerei piuttosto ad un'impeccabile qualità della seconda); unite a coerenza. Esigenze che finora hanno ben soddisfatto i minidiffusori.
Ti ricambio gli auguri di buon natale!
Ultima modifica di Mulo il Mer 24 Dic 2008 - 18:21 - modificato 1 volta.
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Mulo ha scritto:Io anche ascoltassi classica, sospetto che l'ascolterei tranquillamente con dei bookshelf... E quando poi voglio togliermi lo sfizio di sentire TUTTO da 20 Hz a 20 KHz, allora mi metto le cuffie.
Dipende: 1) se i bookshelf sono ben progettati, di buon litraggio e con woofer del giusto diametro, potresti accorgerti che vanno molto meglio di tante torri lunghe e strette, magari con due woofer ma sicuramente di diametro inadeguato... 2) la gamma di frequenze da te indicata è quella che il nostro orecchio (sano e perfetto) può percepire (ma con notevole attenuazione agli estremi...), mentre in musica la gamma di frequenze utili va da 40 Hz a 15 KHz (salendo a 20 KHz, cosa ormai possibile con qualunque diffusore hi-fi, non si avrà alcun limite nella resa dei più piccoli dettagli, come ad esempio l'ambiente, con tutti quei rumori di sottofondo che rendono la musica lì di fronte a noi).
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Mulo ha scritto:Considerazioni comprensibili, le tue.
Io continuo a pensare che un buon minidiffusore sia in effetti adatto a qualsiasi genere musicale (per chi non pretende volumi da concerto); il problema è piuttosto come costringermi ad ascoltare, che so... musica classica, metal o dance.
Anch'io cerco definizione e completezza nel giusto equilibrio (solo che io rinuncerei piuttosto ad un'impeccabile qualità della seconda); unite a coerenza. Esigenze che finora hanno ben soddisfatto i minidiffusori.
Ti ricambio gli auguri di buon natale!
Che tempismo: la risposta che ti ho appena mandato è proprio l'ulteriore conferma di tutto questo. Infatti un minidiffusore riproduce l'intera gamma di frequenze con un'attenuazione infinitamente minore di quella del miglior orecchio umano (perfettamente sano e "teoricamente perfetto"): l'esigenza di cabinet più grandi e woofer di diametro maggiore nasce esclusivamente dalla necessità di sonorizzare in modo adeguato sale di grandi dimensioni...tutto qui!
Ancora auguri!
PS: evidentemente il suono ottenibile con piccoli diffusori (di qualità) in piccoli ambienti (e dunque ascoltati a distanza adeguata alla loro capacità di emissione) si avvicina molto alla modalità percettiva del nostro orecchio, in parte ricalcandola e in parte compensandola ad hoc!
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Appunto! Ora è tutto chiaro a tutti.
Auguri ancora!
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
BECCATEVI QUESTO REGALINO !
il crossover delle indiana line 5.04... penso che vi i nteressi ............
NadEos- Interessato
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Grazie della foto... vivacizza un po' l'atmosfera.
Però l'avevo già visto quel crossover, in una prova su Audioreview. Not quite audiophile grade perhaps, ma dignitoso. Mi piacerebbe vedere quello delle mie Polk, ma con loro non me la sento di fare il chirurgo.
Però l'avevo già visto quel crossover, in una prova su Audioreview. Not quite audiophile grade perhaps, ma dignitoso. Mi piacerebbe vedere quello delle mie Polk, ma con loro non me la sento di fare il chirurgo.
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Mulo ha scritto:Grazie della foto... vivacizza un po' l'atmosfera.
Però l'avevo già visto quel crossover, in una prova su Audioreview. Not quite audiophile grade perhaps, ma dignitoso. Mi piacerebbe vedere quello delle mie Polk, ma con loro non me la sento di fare il chirurgo.
Pienamente d'accordo con te: il già citato Ing. Fornasieri è sempre stato celebre proprio per i suoi filtri, perfetti nella loro semplicità... Pensa che ha sempre adottato (volutamente) cross-over da 6 dB/oct. ottimamente progettati (il segreto, come avviene per i migliori chef, non è mai stato rivelato) per ridurre al minimo le rotazioni di fase ed evitare che l'impedenza minima dei suoi diffusori potesse scendere a valori troppo bassi (come ad esempio accade con B&W o Chario, che presentano impedenze minime che possono arrivare anche a 1,5 ohm!). Proprio per questo le Indiana Line suonano bene con qualunque buon amplificatore.
Aggiungo anche che lo stesso Fornasieri, come sfida professionale, amava circondarsi di diffusori mal suonanti della concorrenza, ai quali sostiuiva i filtri con quelli da lui progettati e, sorpresa sorpresa, questi iniziavano a suonare bene: l'ho sperimentato personalmente in occasione della visita al "pensatoio" (storico laboratorio della Alcor), nel quale, oltre a gran parte dell'allora attuale produzione IL, erano presenti scadenti ed economici diffusori da incasso a cui il buon Renato aveva opportunamente sostituito i cross-over, con altri ben più idonei allo scopo...
PS: con il passaggio di consegne da Alcor a Coral, i mitici filtri 6 dB/oct. sono stati sostiuiti da nuovi 12 dB/oct., salvo rare eccezioni, come le piccole Nano, che a mio avviso sono le più coese ed equilibrate (per un piccolo ambiente non avrei alcun dubbio: sono casse eccellenti e chi si è fidato del mio suggerimento può confermarlo).
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: Cosa c'è nelle nostre Indiana Line? Prima parte
Purtroppo però alle Arbour da scaffale con i 2 woofer (5.0?) mancava coerenza e trasparenza; certo i bassi erano cospicui
A me B&W e Chario non piacciono, specialmente le seconde. Anche se devo ammettere che le DM686, se solo costassero meno...
Un marchio inglese a cui sono rimasto affezionato è Epos. Notevoli e sensibly priced. Le ES-12 sono state il mio primo diffusore audiophile; poi ho provato a cambiarle colle Sonus Faber Minima, che me le hanno fatte rimpiangere.
A me B&W e Chario non piacciono, specialmente le seconde. Anche se devo ammettere che le DM686, se solo costassero meno...
Un marchio inglese a cui sono rimasto affezionato è Epos. Notevoli e sensibly priced. Le ES-12 sono state il mio primo diffusore audiophile; poi ho provato a cambiarle colle Sonus Faber Minima, che me le hanno fatte rimpiangere.
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