Apparat - Duplex
Pagina 1 di 1
Apparat - Duplex
http://www.storiadellamusica.it/Apparat_-_Duplex_(Shitkatapult,_2003).p0-r662
Apparat
Duplex
di Alessandro Grassi
Sbirciare in un cono di luce che porta dentro un tunnel autostradale in composizione, dove il tridimensionale è reso dai frattali flussi di agenti atmosferici, catrame ammucchiato ai bordi e pareti elastiche, assorbenti e vomitanti. Tunnel come via di passaggio e come tramite lungo cui cadere, fermarsi, temporeggiare, ascoltare, osservare il nero delineato davanti agli occhi e lo spettro dei colori miscelati, una volta chiuse le palpebre…
Sascha Ring (aka Apparat) – giunto al suo secondo lp dopo il modesto “Multifunktionsebene” – gioca fobicamente con algoritmi elettronici stratificati sfornando un campionario di micro-techno dalla battuta frenetica ma sfuggente, svariando di synth per le scenografie di sottofondo, deridendo la confusione come flusso di immagini mentali, ma rendendola poi comunque la sensazione regina su cui imbastire pattern complessi e drills ad intermittenza affilatissimi e carezzevoli.
“Duplex” è ciò che avrebbero potuto fare i Plaid, o che la Warp potrebbe desiderare se solo non si fosse accovacciata nell’asetticismo più cieco… Ciò non toglie che qui vengano proprio riviste le lezioni di Autechre, Plaid e (soprattutto) di sua “maestosità” Aphex Twin (con un occhio particolare per le sue “selezioni ambientali”). Insieme però al ripescare l’esibizionismo sperimentatore di Mr. James, viene poi aggiunta una componente peculiare, in grado di rendere tutto questo flusso di centrifughe cerebrali un degno percorso nell’arte del “sentire”: infatti sotto a questa coltre di spesse lamiere sonore e di melodie violentate vige saldamente un’umanità ingenua, completamente proiettata al percepire la forza dell’esterno, catalizzandone l’essenza [della modernità] tutta e facendosi narratrice d’essa.
…Con occhio di riguardo quindi al (qui mitizzato) contrasto fra digitale ed emozionale.
Ed è come perdersi nella eco urbana di “Contradiction” - che nella sua fragilità frastornante richiama alla mente la solennità di “Mother” (Goldie) - dove una voce incredibilmente “non robotizzata” urla il proprio agio/ disagio in mezzo ad uno sfacelo sonoro di drills e bleeps. Nell’andare di questa pellicola sonora s’incontrano synth sottili e profondamente ammalianti in “Interrupt” (la prima di tre brevi episodi “sognanti”), dove si alza possente un’ambient frizzante, pungente come l’aria fredda d’inverno, ambient bistrattata che riesce a non perdere il suo potere evocativo in mezzo a rigurgiti glitches ignorantissimi (l’atmosfera inebriante, per quanto maniacalmente instabile di “Steinholz”)…
Altrove l’aria non cambia, continua a puntellare dove fa male, ed ormai è più di un dubbio la possibilità che Sascha stia visitando i territori di un concept visual-emotivo sul potere della modernità nello scorrere delle immagini mentali…
Non troverebbero spiegazioni, altrimenti, le nevrosi metasoniche di brani quali “Repeat Till Overload” e “Granular Bastard”, che comunque ben si incollano alle rilassate lande gelide dipinte di velluto grigio e porpora tremanti in “Wooden” (stupenda; come sentire i Massive Attack privati del loro appeal dub e buttati nella drill-ambient più onirica) ed in “Warm Signal” (un’aforisma melodico nel quale ritrovare un piano solitario in attesa di essere investito da una carica di umanoidi).
Ma il compenetrarsi di questi brani si erge a bellezza nei vari contrasti emotivi interni, dove impera la logica del tutto che vince e riempie di strati spessi anche il niente. E la sensazione di essere in un flusso che per forza di cose ti cattura cervello e anima, meraviglia completamente quando si lascia il disco slittare in avanti lungo il proprio percorso…
E alla fine è solo un accorgersi di essere arrivati al capolinea, dove “Negra Modelo” mette a sedere in una camera di solarità e di tante bellissime speranze – un po’ come prendere la sezione dei fiati dei Jaga Jazzist e trapiantarla in un’armonica frittura di drills & glitches – come a voler sottolineare un bisogno impellente di “finali felici” per questo sfondo di modernità…
Apparat, attraverso il suo “Duplex”, non fa altro che concedere un brillante e piacevolissimo excursus dentro una miriadi di (ormai classiche) proiezioni minimal techno/ ambient, che avevano però bisogno di una nuova personalità non-allineata e “modularmente sentimentale”. Il che rende questo viaggio di 48 minuti uno spingere in là il decorso ritmico, troppo spesso autocelebrativo, a cui troppi (grandi e non) si sono fermati…
Un artista che riesce a tradurre sublimemente l’umano sentire attraverso la matematica, insomma…
Recensione originalmente pubblicata e gentilmente concessa dalla defunta webzine www.idbox.it
Apparat
Duplex
di Alessandro Grassi
Sbirciare in un cono di luce che porta dentro un tunnel autostradale in composizione, dove il tridimensionale è reso dai frattali flussi di agenti atmosferici, catrame ammucchiato ai bordi e pareti elastiche, assorbenti e vomitanti. Tunnel come via di passaggio e come tramite lungo cui cadere, fermarsi, temporeggiare, ascoltare, osservare il nero delineato davanti agli occhi e lo spettro dei colori miscelati, una volta chiuse le palpebre…
Sascha Ring (aka Apparat) – giunto al suo secondo lp dopo il modesto “Multifunktionsebene” – gioca fobicamente con algoritmi elettronici stratificati sfornando un campionario di micro-techno dalla battuta frenetica ma sfuggente, svariando di synth per le scenografie di sottofondo, deridendo la confusione come flusso di immagini mentali, ma rendendola poi comunque la sensazione regina su cui imbastire pattern complessi e drills ad intermittenza affilatissimi e carezzevoli.
“Duplex” è ciò che avrebbero potuto fare i Plaid, o che la Warp potrebbe desiderare se solo non si fosse accovacciata nell’asetticismo più cieco… Ciò non toglie che qui vengano proprio riviste le lezioni di Autechre, Plaid e (soprattutto) di sua “maestosità” Aphex Twin (con un occhio particolare per le sue “selezioni ambientali”). Insieme però al ripescare l’esibizionismo sperimentatore di Mr. James, viene poi aggiunta una componente peculiare, in grado di rendere tutto questo flusso di centrifughe cerebrali un degno percorso nell’arte del “sentire”: infatti sotto a questa coltre di spesse lamiere sonore e di melodie violentate vige saldamente un’umanità ingenua, completamente proiettata al percepire la forza dell’esterno, catalizzandone l’essenza [della modernità] tutta e facendosi narratrice d’essa.
…Con occhio di riguardo quindi al (qui mitizzato) contrasto fra digitale ed emozionale.
Ed è come perdersi nella eco urbana di “Contradiction” - che nella sua fragilità frastornante richiama alla mente la solennità di “Mother” (Goldie) - dove una voce incredibilmente “non robotizzata” urla il proprio agio/ disagio in mezzo ad uno sfacelo sonoro di drills e bleeps. Nell’andare di questa pellicola sonora s’incontrano synth sottili e profondamente ammalianti in “Interrupt” (la prima di tre brevi episodi “sognanti”), dove si alza possente un’ambient frizzante, pungente come l’aria fredda d’inverno, ambient bistrattata che riesce a non perdere il suo potere evocativo in mezzo a rigurgiti glitches ignorantissimi (l’atmosfera inebriante, per quanto maniacalmente instabile di “Steinholz”)…
Altrove l’aria non cambia, continua a puntellare dove fa male, ed ormai è più di un dubbio la possibilità che Sascha stia visitando i territori di un concept visual-emotivo sul potere della modernità nello scorrere delle immagini mentali…
Non troverebbero spiegazioni, altrimenti, le nevrosi metasoniche di brani quali “Repeat Till Overload” e “Granular Bastard”, che comunque ben si incollano alle rilassate lande gelide dipinte di velluto grigio e porpora tremanti in “Wooden” (stupenda; come sentire i Massive Attack privati del loro appeal dub e buttati nella drill-ambient più onirica) ed in “Warm Signal” (un’aforisma melodico nel quale ritrovare un piano solitario in attesa di essere investito da una carica di umanoidi).
Ma il compenetrarsi di questi brani si erge a bellezza nei vari contrasti emotivi interni, dove impera la logica del tutto che vince e riempie di strati spessi anche il niente. E la sensazione di essere in un flusso che per forza di cose ti cattura cervello e anima, meraviglia completamente quando si lascia il disco slittare in avanti lungo il proprio percorso…
E alla fine è solo un accorgersi di essere arrivati al capolinea, dove “Negra Modelo” mette a sedere in una camera di solarità e di tante bellissime speranze – un po’ come prendere la sezione dei fiati dei Jaga Jazzist e trapiantarla in un’armonica frittura di drills & glitches – come a voler sottolineare un bisogno impellente di “finali felici” per questo sfondo di modernità…
Apparat, attraverso il suo “Duplex”, non fa altro che concedere un brillante e piacevolissimo excursus dentro una miriadi di (ormai classiche) proiezioni minimal techno/ ambient, che avevano però bisogno di una nuova personalità non-allineata e “modularmente sentimentale”. Il che rende questo viaggio di 48 minuti uno spingere in là il decorso ritmico, troppo spesso autocelebrativo, a cui troppi (grandi e non) si sono fermati…
Un artista che riesce a tradurre sublimemente l’umano sentire attraverso la matematica, insomma…
Recensione originalmente pubblicata e gentilmente concessa dalla defunta webzine www.idbox.it
Artinside- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 29.01.09
Numero di messaggi : 3182
Località : Sassari
Occupazione/Hobby : Arte Contemporanea
Impianto :- Spoiler:
- Sorgente: Jvc xv-n680
Pre: Minimalist autocostruito
Amplificatori: Hifimediy Tk2050 alimentata in AC, Smsl sa-s1 Ta2020, Smsl sa-s2 Ta2024, Helder Audio Ta2024 , S I T amp Ta2024, Sure Ta2024, Sure "Octopus" Tpa 3123, Scythe sda1000, Gainclone Lm1875
Diffusori Esb xl5, Alix Project One
Ampli cuffie: Poppulse mini headphone amp
Cuffie: Grado - Alessandro MS1, Koss Portapro, Jvc ha-fxc51, Monoprice 8320, Jvc Ha-fx34, Awei es-q9, Xkdun Ck-700 etc, etc, etc....
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|
Oggi alle 7:51 Da saltonm73
» Simmetria dei tweeter...
Ieri alle 22:00 Da valterneri
» thorens td 145 mkII help
Ieri alle 21:58 Da morgana90
» cambio Stilo o Testina
Ieri alle 15:42 Da philball1959
» [TP + Spedizione] Vendo Wharfedale Denton 85th Black Edition
Ieri alle 12:56 Da Sanfilippo Roberto
» Componenti da collegare a impianto Hi-Fi Technics CH570
Dom 5 Mag 2024 - 18:15 Da re134
» Thorens TD126 MKIII
Dom 5 Mag 2024 - 10:01 Da philball1959
» problema amplificatore kenwood ka-56
Sab 4 Mag 2024 - 18:40 Da salvo93
» RME Multiface I e scheda HAmmerfall PCI
Sab 4 Mag 2024 - 17:07 Da fritznet
» ANOMALIA CANALI DX SX TECHNICS SU-8044
Sab 4 Mag 2024 - 14:19 Da Roberto1
» AKM VS ESS
Sab 4 Mag 2024 - 12:53 Da fileo
» Potenziometro volume Arcam Alpha 8
Ven 3 Mag 2024 - 23:35 Da PiLuxNiEn
» NAD 541i
Ven 3 Mag 2024 - 21:33 Da valterneri
» LONPOO LP-42 da collegare ad un CD Player vintage
Ven 3 Mag 2024 - 15:54 Da re134
» cambio alimentatore suono peggiorato
Ven 3 Mag 2024 - 14:05 Da Bluetooth
» KEF C95 suono opaco, poco brillante .
Ven 3 Mag 2024 - 10:09 Da RF14381
» Consiglio acquisto prime cuffie Hi-End
Ven 3 Mag 2024 - 1:25 Da valterneri
» resistenza crossover partita
Gio 2 Mag 2024 - 18:32 Da orsobruno
» Riparazione motore Thorens TD160 mk1
Gio 2 Mag 2024 - 18:12 Da Maxflayer
» Thorens TD321 Mk2 - valtuazione funzionalità
Gio 2 Mag 2024 - 10:37 Da philball1959
» Lettore CD portatile
Mar 30 Apr 2024 - 13:49 Da valterneri
» IAGgroup: il made in Britain
Mar 30 Apr 2024 - 9:07 Da embty2002
» Cerca l'officina riparazioni MI-BG. Ho bisogno di aiuto
Lun 29 Apr 2024 - 16:17 Da digi096
» Le dimensioni contano? Parlo di condensatori
Dom 28 Apr 2024 - 23:39 Da Alessandro Gurato
» MINI AMPLIFICATORE CLASSE D - CHE PASSIONE !!!
Dom 28 Apr 2024 - 21:25 Da embty2002
» Casse passive
Dom 28 Apr 2024 - 15:55 Da arthur dent
» Kenwood KA8100: 45 anni e sentirli tutti
Dom 28 Apr 2024 - 15:47 Da arthur dent
» compatibilità DIN-RCA
Dom 28 Apr 2024 - 11:42 Da GAMBACORTA STEFANO
» Casse passive
Dom 28 Apr 2024 - 9:17 Da CarloFar
» Squeezebox su Daphile ottiene nomi di tracce errati
Sab 27 Apr 2024 - 23:25 Da arthur dent