Stradivari - Lo sapevate che...
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Silver Black
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Stradivari - Lo sapevate che...
Stradivari ed il Minimo Solare del Seicento
Una teoria singolare lega la perfezione del suono dei violini fabbricati da Stradivari, alla presenza del grande freddo sulle Alpi nel periodo del "Minimo di Maunder", alla fine del XVII Secolo.
Non è facile tradurre in termini matematici oggettivi quella che è la bellezza e la perfezione del suono degli oggetti prodotti dal grande liutaio italiano Antonio Stradivari.
Si possono però rendere questi parametri in termini monetari: un suo strumento venne pagato 3,4 milioni di euro nel 2006, a Londra, ed i suoi violini vengono tuttora utilizzati dai più famosi concertisti.
Ma qual è il loro "segreto"?
Si ritiene che Antonio Stradivari abbia migliorato la tecnica di fabbricazione dei suoi strumenti, utilizzando delle particolari vernici in grado di riflettere perfettamente il suono indotto dalla vibrazione della corda del violino, ma anche la qualità del legno è stata molto importante per la costruzione di uno "strumento perfetto".
Antonio Stradivari sembra che avesse un intuito senza pari nello scoprire gli alberi più adatti alla costruzione dei violini tra le abetaie dell'Italia nord orientale.
A questo punto, notiamo una coincidenza singolare.
Antonio Stradivari è nato nel 1644, e costruì i suoi strumenti migliori tra il 1680 ed il 1730.
Contemporaneamente, l'Europa intera trascorreva uno dei periodi più freddi degli ultimi mille anni, la ben nota "Piccola Età Glaciale", che culminò proprio tra il 1645 ed il 1715 nel cosiddetto "Minimo di Maunder", un periodo caratterizzato dalla quasi totale assenza di Macchie Solari, e con attività ridotta ai minimi termini per la nostra Stella.
L'idea che i due fattori possano essere legati tra di loro per la realizzazione di strumenti così perfetti, è venuta in mente alcuni anni fa da ricercatori britannici e statunitensi, ed ha preso largamente piede negli ambienti scientifici e musicali.
In pratica, un abete cresciuto in condizioni di stress da freddo, presenta anelli di accrescimento piccoli, regolari, e con legno molto denso, sarebbe in grado di dare un tono ed una brillantezza di qualità superiore ai violini, mentre un legno cresciuto velocemente e ad anelli molto larghi avrebbe una scarsa risonanza.
Gli studi condotti hanno rilevato che, proprio tra la metà del Seicento, ed i primi due decenni del Settecento, i tassi di crescita degli alberi alpini sono stati i più bassi degli ultimi 500 anni.
Stradivari avrebbe dunque beneficiato di queste straordinarie condizioni climatiche tipiche di un prolungatissimo minimo solare?
La teoria è molto suggestiva ed ha preso largo piede, ma le prove a suo supporto non sono molte.
L'esame dei violini di Stradivari ha evidenziato effettivamente del legno di abete con anelli stretti e regolari, almeno per i primi strumenti, mentre, successivamente, veniva utilizzato legno con anelli molto più larghi ed irregolari.
Forse, dunque, la bravura del Liutaio è stata superiore anche alle condizioni climatiche favorevoli nelle quali viveva.
Marco Rossi
Meteogiornale - http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=20133
Una teoria singolare lega la perfezione del suono dei violini fabbricati da Stradivari, alla presenza del grande freddo sulle Alpi nel periodo del "Minimo di Maunder", alla fine del XVII Secolo.
Non è facile tradurre in termini matematici oggettivi quella che è la bellezza e la perfezione del suono degli oggetti prodotti dal grande liutaio italiano Antonio Stradivari.
Si possono però rendere questi parametri in termini monetari: un suo strumento venne pagato 3,4 milioni di euro nel 2006, a Londra, ed i suoi violini vengono tuttora utilizzati dai più famosi concertisti.
Ma qual è il loro "segreto"?
Si ritiene che Antonio Stradivari abbia migliorato la tecnica di fabbricazione dei suoi strumenti, utilizzando delle particolari vernici in grado di riflettere perfettamente il suono indotto dalla vibrazione della corda del violino, ma anche la qualità del legno è stata molto importante per la costruzione di uno "strumento perfetto".
Antonio Stradivari sembra che avesse un intuito senza pari nello scoprire gli alberi più adatti alla costruzione dei violini tra le abetaie dell'Italia nord orientale.
A questo punto, notiamo una coincidenza singolare.
Antonio Stradivari è nato nel 1644, e costruì i suoi strumenti migliori tra il 1680 ed il 1730.
Contemporaneamente, l'Europa intera trascorreva uno dei periodi più freddi degli ultimi mille anni, la ben nota "Piccola Età Glaciale", che culminò proprio tra il 1645 ed il 1715 nel cosiddetto "Minimo di Maunder", un periodo caratterizzato dalla quasi totale assenza di Macchie Solari, e con attività ridotta ai minimi termini per la nostra Stella.
L'idea che i due fattori possano essere legati tra di loro per la realizzazione di strumenti così perfetti, è venuta in mente alcuni anni fa da ricercatori britannici e statunitensi, ed ha preso largamente piede negli ambienti scientifici e musicali.
In pratica, un abete cresciuto in condizioni di stress da freddo, presenta anelli di accrescimento piccoli, regolari, e con legno molto denso, sarebbe in grado di dare un tono ed una brillantezza di qualità superiore ai violini, mentre un legno cresciuto velocemente e ad anelli molto larghi avrebbe una scarsa risonanza.
Gli studi condotti hanno rilevato che, proprio tra la metà del Seicento, ed i primi due decenni del Settecento, i tassi di crescita degli alberi alpini sono stati i più bassi degli ultimi 500 anni.
Stradivari avrebbe dunque beneficiato di queste straordinarie condizioni climatiche tipiche di un prolungatissimo minimo solare?
La teoria è molto suggestiva ed ha preso largo piede, ma le prove a suo supporto non sono molte.
L'esame dei violini di Stradivari ha evidenziato effettivamente del legno di abete con anelli stretti e regolari, almeno per i primi strumenti, mentre, successivamente, veniva utilizzato legno con anelli molto più larghi ed irregolari.
Forse, dunque, la bravura del Liutaio è stata superiore anche alle condizioni climatiche favorevoli nelle quali viveva.
Marco Rossi
Meteogiornale - http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=20133
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sorgente: Sony BDP-S370 (lettore DVD/Blue-Ray e stazione multimediale streaming via rete cablata)
cavi segnale: Monster Cable MKII
cavi potenza: Qed Micro
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Re: Stradivari - Lo sapevate che...
interessante sta' cosa...........bravo sergio!!...........................
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Numero di messaggi : 853
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Re: Stradivari - Lo sapevate che...
Mauro Corona ha scritto:Stradivari dove prendeva il legno? Prendeva nel bosco del Cansiglio le sue essenze, e non era la vernice che faceva suonare il violino, suonava perché tagliava il legno in una notte di maggio quando il bosco cantava.
Re: Stradivari - Lo sapevate che...
Egli sceglieva personalmente gli abeti, che servivano per la tavola armoniva dei suoi violini, recandosi nella val di Fiemme dove appunto si dice questa piccola era glaciale abbia permesso la crescita di abeti più sani rispetto ad altre zone.
anche un altro liutaio ebbe la stessa reputazione Giuseppe Guarneri del Gesù.
anche un altro liutaio ebbe la stessa reputazione Giuseppe Guarneri del Gesù.
somian929rr- Membro classe bronzo
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Occupazione/Hobby : casalingo-mammo!!!
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Re: Stradivari - Lo sapevate che...
Le macchie solari sono l'attivita del sole, che ha un ciclo di undici anni, gli scienziati nell'ultima fase di questo ciclo ne hanno misurate poche, temono pertanto l'inizio di un altro "Minimo di Maunder"
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/scienze/sole-anomalo/sole-anomalo/sole-anomalo.html
http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/scienze/sole-anomalo/sole-anomalo/sole-anomalo.html
audioman- Appassionato
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Numero di messaggi : 434
Località : Arzano (NA)
Impianto : .
Re: Stradivari - Lo sapevate che...
C'è da dire che gli strumenti di Stradivari e di tutti gli altri violinai di quel periodo,
sono stati pesantemente modificati a partire dall'inizio dell'Ottocento, per venire incontro alle mutate esigenze musicali. Manico e tastiera venivano segati via e sostituiti , mantenendo solo il riccio, si cambiava lo zocchetto, la catena, l'anima, il ponticello con altri componenti di diverse dimensioni. Frequentissime le "doppiature" di piano armonico, fasce e fondo, per ovviare ai danni e all'usura causate dall'utilizzo. Tra l'altro gli stradivari oggi vengono suonati con le corde in acciaio accordate a 440 hz mentre nel 700 si usavano corde in budello accordate a diapason inferiori. L'unico stradivari al quale non è stato mutato l'assetto è la viola "medicea" che si è salvata grazie alle sue misure di viola tenore, caduta in disuso nel 700. Quindi tutte le discussioni sui "segreti" utilizzati dal buon Antonio secondo me hanno poco senso, visto che del suo lavoro originario è rimasto ben poco. Il vero mistero è come facciano questi strumenti a suonare bene dopo tutte le porcherie che hanno subito!
sono stati pesantemente modificati a partire dall'inizio dell'Ottocento, per venire incontro alle mutate esigenze musicali. Manico e tastiera venivano segati via e sostituiti , mantenendo solo il riccio, si cambiava lo zocchetto, la catena, l'anima, il ponticello con altri componenti di diverse dimensioni. Frequentissime le "doppiature" di piano armonico, fasce e fondo, per ovviare ai danni e all'usura causate dall'utilizzo. Tra l'altro gli stradivari oggi vengono suonati con le corde in acciaio accordate a 440 hz mentre nel 700 si usavano corde in budello accordate a diapason inferiori. L'unico stradivari al quale non è stato mutato l'assetto è la viola "medicea" che si è salvata grazie alle sue misure di viola tenore, caduta in disuso nel 700. Quindi tutte le discussioni sui "segreti" utilizzati dal buon Antonio secondo me hanno poco senso, visto che del suo lavoro originario è rimasto ben poco. Il vero mistero è come facciano questi strumenti a suonare bene dopo tutte le porcherie che hanno subito!
ikigen- UTENTE DISISCRITTO
- Data d'iscrizione : 17.04.10
Numero di messaggi : 330
Località : apolide
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