David Ware quartet- aquarian sound
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schwantz34- Membro classe diamante
- Data d'iscrizione : 28.10.08
Numero di messaggi : 15857
Località : Caerdydd
Provincia : Caerdydd
Impianto : minimalista, uso un vecchio walkman con gli auricolari...
Re: David Ware quartet- aquarian sound
schwantz34 ha scritto:
Grande pezzo! Con Ware dovrebbero esserci William Parker al contrabbasso, Matthew Shipp al piano e quel gran genio di Guillermo E. Brown alla batteria, gente tostissima. Grandissima musica....non ti facevo appassionato di jazz contemporaneo Sergio
Edoardo- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 01.09.09
Numero di messaggi : 1213
Località : Rocca di Papa (RM)
Impianto :- Spoiler:
IMPIANTO PRINCIPALE
I:Amplificatore Naim Nait 5, CD Naim CD5i, PSU Naim Flatcap XS, giradischi Technics SL1200 MKII con Goldring 2300, Pre Phono Lehmann Black Cube, PC Compaq con HD Western Digital da 2 Terabyte, DAC ARCAM rDAC e Beresford Bushmaster, M2Tech Hiface II, cavi Mogami 2534 Naim SNAIC e Naim NACA5
Diffusori Klipsch Heresy III, Cuffie Beyerdynamic DT-990 Pro
IMPIANTI SECONDARI
II:Amplificatore NAD 352, CD NAD 525BEE, Sinto Pioneer F6MK2, Piastra cassette Akai GX75-MKII, cavi Gb&L e Supra Classic 6
III:Amplificatore KingRex T20+KingRex Pre+KingRex PSU, CD Harman Kardon HD750, Giradischi Project Debut Carbon con Ortofon Red, Pre-Phono Cambridge Audio 640P, cavi Mogami 2534 e Supra Classic 6.
IV: Amplificatore Yarland M34, CD Harman Kardon HD720, cavi Gb&L e Supra Classic 6.
Centralina TEC TC-616 che smista i tre impianti ai diffusori Ruark Prologue Reference One oppure Klipsch RB-81 su sostegni Norstone da 60 cm.
Re: David Ware quartet- aquarian sound
Che tiro e che voce!! Bellissimo
Neanche troppo vagamente coltraniano
Neanche troppo vagamente coltraniano
Vella- Membro classe argento
- Data d'iscrizione : 29.12.10
Numero di messaggi : 3992
Località : Milano
Occupazione/Hobby : finanza/tra un pò scrivo un romanzo
Impianto :- Spoiler:
- Asus eeebox+Lubuntu/MPD - Rega Planet 2000 - Benchmark DAC1USB - Electrocompaniet EC3 - Electrocompaniet AW 120 DMB - Duevel Planets - Sennheiser HD600
Chord USB Silver Plus - Mogami 2964 - Atlas Element Integra - WireWorld Stratus 5(2) - QED Anniversary Silver XT Anniversary
Re: David Ware quartet- aquarian sound
Edoardo ha scritto:
.non ti facevo appassionato di jazz contemporaneo Sergio
ma infatti...non di tutto, certo pero' che pezzi come questo,anche per un non ossessionato del genere come il sottoscritto, è innegabile che siano fantastici
schwantz34- Membro classe diamante
- Data d'iscrizione : 28.10.08
Numero di messaggi : 15857
Località : Caerdydd
Provincia : Caerdydd
Impianto : minimalista, uso un vecchio walkman con gli auricolari...
Re: David Ware quartet- aquarian sound
Ascoltando il brano, mi è tornato in mente questo libro:
Davide Sparti, Il corpo sonoro - Oralità e scrittura nel jazz
Quarta di copertina:
"Ho ascoltato il mio lavoro almeno una volta: quando l'ho scritto". Questa affermazione di Arnold Schönberg illustra bene la sua idea che l'esecutore serva solo a rendere la musica comprensibile per un pubblico tanto sfortunato da essere incapace di leggere le note a vista. In una simile prospettiva ogni esecuzione è una forma di corruzione rispetto all'ideale purezza dell'opera in sé. Come è emersa questa coincidenza fra partitura testuale e "vera" musica? E con quali conseguenze? Come è stato possibile che un caso limite di forma musicale, l'opera scritta, sia arrivato a costituire il paradigma con cui si pensa la musica in generale? Secondo Sparti, la tradizione europea, diversamente da quella di origine africana, non ha saputo cogliere nell'eccitazione di quella massa vibrante che è il corpo umano la fonte primaria dell'espressività musicale. Il jazz, nel quale opera ed esecutore coincidono, fa ascoltare una musica corporea "suonata" da pelle, bocca, lingua, labbra, braccia, torace, mani. Il jazzista valorizza così la funzione più nuda del linguaggio: "respiro sonoro che esce dalla carne".
Ve lo consiglio
Davide Sparti, Il corpo sonoro - Oralità e scrittura nel jazz
Quarta di copertina:
"Ho ascoltato il mio lavoro almeno una volta: quando l'ho scritto". Questa affermazione di Arnold Schönberg illustra bene la sua idea che l'esecutore serva solo a rendere la musica comprensibile per un pubblico tanto sfortunato da essere incapace di leggere le note a vista. In una simile prospettiva ogni esecuzione è una forma di corruzione rispetto all'ideale purezza dell'opera in sé. Come è emersa questa coincidenza fra partitura testuale e "vera" musica? E con quali conseguenze? Come è stato possibile che un caso limite di forma musicale, l'opera scritta, sia arrivato a costituire il paradigma con cui si pensa la musica in generale? Secondo Sparti, la tradizione europea, diversamente da quella di origine africana, non ha saputo cogliere nell'eccitazione di quella massa vibrante che è il corpo umano la fonte primaria dell'espressività musicale. Il jazz, nel quale opera ed esecutore coincidono, fa ascoltare una musica corporea "suonata" da pelle, bocca, lingua, labbra, braccia, torace, mani. Il jazzista valorizza così la funzione più nuda del linguaggio: "respiro sonoro che esce dalla carne".
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Vella- Membro classe argento
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Re: David Ware quartet- aquarian sound
Vella ha scritto:Ascoltando il brano, mi è tornato in mente questo libro:
Davide Sparti, Il corpo sonoro - Oralità e scrittura nel jazz
Quarta di copertina:
"Ho ascoltato il mio lavoro almeno una volta: quando l'ho scritto". Questa affermazione di Arnold Schönberg illustra bene la sua idea che l'esecutore serva solo a rendere la musica comprensibile per un pubblico tanto sfortunato da essere incapace di leggere le note a vista. In una simile prospettiva ogni esecuzione è una forma di corruzione rispetto all'ideale purezza dell'opera in sé. Come è emersa questa coincidenza fra partitura testuale e "vera" musica? E con quali conseguenze? Come è stato possibile che un caso limite di forma musicale, l'opera scritta, sia arrivato a costituire il paradigma con cui si pensa la musica in generale? Secondo Sparti, la tradizione europea, diversamente da quella di origine africana, non ha saputo cogliere nell'eccitazione di quella massa vibrante che è il corpo umano la fonte primaria dell'espressività musicale. Il jazz, nel quale opera ed esecutore coincidono, fa ascoltare una musica corporea "suonata" da pelle, bocca, lingua, labbra, braccia, torace, mani. Il jazzista valorizza così la funzione più nuda del linguaggio: "respiro sonoro che esce dalla carne".
Ve lo consiglio
Grazie...davvero interessante. Cerco di procurarmelo
Edoardo- Membro classe bronzo
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