Ornette Colemann
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Ornette Colemann
una domanda provocatoria a tutti gli appassionati :
ma secondo voi perché Ornette Colemann (soprattutto nel disco "The shape of jazz to come" del 1959 considerato il manifesto del jazz contemporaneo) è considerato un grandissimo? cosa c'è da prendere in considerazione oltre il semplice aspetto estetico dei brani per apprezzarlo come dicono?
Il disco menzionato tolto qualche spunto qua e là non è il massimo della bellezza per le mie orecchie di semplice ascoltatore.
Io non ho mai studiato musica,forse non conoscendo il pentagramma non apprezzo ne suoni ne rumori.
sarei contento di leggere più contributi possibili su questo argomento
Ciao a tutti
maxanton- Membro di riguardo
- Data d'iscrizione : 20.07.10
Numero di messaggi : 633
Località : Lazio / Italia
Provincia : Roma / Roma
Impianto : Diffusori UNICUM due vie+Focal Chorus 807 V + pre ONCLE Bruno Reference+Adcom 5500+ Poppulse T150+Trends ta 10.2+pre Gomez by Sonic63+finale B&O 125 asx by Sonic63+server musicale by Wasky
Re: Ornette Colemann
maxanton ha scritto:
una domanda provocatoria a tutti gli appassionati :
ma secondo voi perché Ornette Colemann (soprattutto nel disco "The shape of jazz to come" del 1959 considerato il manifesto del jazz contemporaneo) è considerato un grandissimo? cosa c'è da prendere in considerazione oltre il semplice aspetto estetico dei brani per apprezzarlo come dicono?
Il disco menzionato tolto qualche spunto qua e là non è il massimo della bellezza per le mie orecchie di semplice ascoltatore.
Io non ho mai studiato musica,forse non conoscendo il pentagramma non apprezzo ne suoni ne rumori.
sarei contento di leggere più contributi possibili su questo argomento
Ciao a tutti
E' il free jazz baby!!!!
Provo a dirti qualcosa io....
Il free è la vera ed autentica musica d'arte fatta dagli afroamericani e mai ascoltata prima....in realtà già il bop aveva fatto uno spartiacque tra quello che i neri americani potevano fare con il jazz e il resto del mondo, ma il free di Ornette (e quello coevo di Trane) come quello assai più bluesy di Shepp o ancor più radicale di Cecil Taylor o Albert Ayler, esprimeva un concetto chiaro e inossidabile: la società americana è una società razzista che tende ad emarginare gli afromericani, quindi noi creiamo una forma espressiva di protesta, il nostro sarà un urlo in faccia a chi non vuole guardare cosa succede alla nostra gente, alla nostra cultura alle nostre radici....
Questo aspetto sociologico che ho ovviamente sintetizzato ti aiuta a inserire questo sforzo di Coleman in un contesto (quello degli anni '60) in cui si ammette che il dialogo tra neri e società americana non può più esistere...basta con l'armonia, e la melodia come è stata intesa fino a questo momento, la musica si slega da qualsivoglia dettato teorico musicale impostoci dai bianchi, dalla cultura accademica bianca....La forma dei brani non deve essere più legata all'armonia ma deve permettere la libertà assoluta da parte di solisti e sezione ritmica, anzi la sezione ritmica e i solisti non agiscono più su piani paralleli ma tenderanno a fondersi creando un coacervo espressivo unico, granitico. L'iterazione tra strumentisti dal pentagramma passa all'ascolto reciproco, ad un approccio quasi istintivo di reciproco confronto, aprendo la costruzione della musica verso orizzonti infiniti ed inesplorati... Difficile da spiegare ma grazie a Coleman la musica diventa contemporanea come Pollock fece con l'arte espressiva, diventa suono ruvido, metropolitano, urbano, in una parola...vivo.
Come tutte le forme d'arte (quelle vere però!!!!) non basta però ascoltare un disco e giudicare se è bello e meno a seconda dei nostri gusti, bisogna fare lo sforzo di avvicinarsi con strumenti conoscitivi adeguati alla comprensione. Nessuno dovrebbe andare a vedere una mostra d'arte senza prima non essersi un minimo documentati, e questo per me vale anche per la musica, e credo che grazie ad Internet ai libri ed alle riviste oggi tutta la conoscenza è raggiungibile in poco tempo. Buon viaggio!!
Vabbè c'ho provato.....
Edoardo- Membro classe bronzo
- Data d'iscrizione : 01.09.09
Numero di messaggi : 1213
Località : Rocca di Papa (RM)
Impianto :- Spoiler:
IMPIANTO PRINCIPALE
I:Amplificatore Naim Nait 5, CD Naim CD5i, PSU Naim Flatcap XS, giradischi Technics SL1200 MKII con Goldring 2300, Pre Phono Lehmann Black Cube, PC Compaq con HD Western Digital da 2 Terabyte, DAC ARCAM rDAC e Beresford Bushmaster, M2Tech Hiface II, cavi Mogami 2534 Naim SNAIC e Naim NACA5
Diffusori Klipsch Heresy III, Cuffie Beyerdynamic DT-990 Pro
IMPIANTI SECONDARI
II:Amplificatore NAD 352, CD NAD 525BEE, Sinto Pioneer F6MK2, Piastra cassette Akai GX75-MKII, cavi Gb&L e Supra Classic 6
III:Amplificatore KingRex T20+KingRex Pre+KingRex PSU, CD Harman Kardon HD750, Giradischi Project Debut Carbon con Ortofon Red, Pre-Phono Cambridge Audio 640P, cavi Mogami 2534 e Supra Classic 6.
IV: Amplificatore Yarland M34, CD Harman Kardon HD720, cavi Gb&L e Supra Classic 6.
Centralina TEC TC-616 che smista i tre impianti ai diffusori Ruark Prologue Reference One oppure Klipsch RB-81 su sostegni Norstone da 60 cm.
Re: Ornette Colemann
hai provato e ci sei riuscito.
Comunque lo stesso discorso lo potrei fare su Cecyl Taylor, Dexter Gordon ecc.ecc.
Io sono perfettamente d'accordo su quello che hai detto però (scusami se insisto a provocare) alla fine di tutto vorrei sentire Coleman con lo stesso entusiasmo con cui sento (per esempio) Oscar Peterson che mi appaga i sensi senza sentirmi come se dovessi prendere un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo!!!!
Ogni volta che si ascolta buona musica ci si sente meglio di prima perché si è preso qualcosa che si è fatto proprio : come leggere un bel libro!!!
Qual'è la chiave di lettura per Colemann?
Scusatemi sarò un qualunquista ma non mi basta sapere che ha portato avanti il discorso dell'integrazione dei neri in America. Questo è un discorso politico che si può e si deve prendere in considerazione in altre sedi perché non posso affrontarlo in quei venti minuti che mi concedo la sera davanti lo stereo!!!!
A presto a tutti
Comunque lo stesso discorso lo potrei fare su Cecyl Taylor, Dexter Gordon ecc.ecc.
Io sono perfettamente d'accordo su quello che hai detto però (scusami se insisto a provocare) alla fine di tutto vorrei sentire Coleman con lo stesso entusiasmo con cui sento (per esempio) Oscar Peterson che mi appaga i sensi senza sentirmi come se dovessi prendere un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo!!!!
Ogni volta che si ascolta buona musica ci si sente meglio di prima perché si è preso qualcosa che si è fatto proprio : come leggere un bel libro!!!
Qual'è la chiave di lettura per Colemann?
Scusatemi sarò un qualunquista ma non mi basta sapere che ha portato avanti il discorso dell'integrazione dei neri in America. Questo è un discorso politico che si può e si deve prendere in considerazione in altre sedi perché non posso affrontarlo in quei venti minuti che mi concedo la sera davanti lo stereo!!!!
A presto a tutti
maxanton- Membro di riguardo
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