T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
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T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
Del piccoletto, spesso confrontato con ampli di quantità più che di qualità, è stato detto di tutto, persino cercando di far credere alla gente ciò che era negato dall'evidenza stessa. Ma alla fine, almeno tra gli appassionati più sensibili alla qualità sonora che alla quantità di zeri sul prezzo, il T-Amp non ha vinto ma ha stravinto, confermadosi il migliore tra gli integrati "under 1.500 euro" (incluso l'Unico di Unison Research e alcuni Audio Analogue).
Sarebbe a mio avviso MOLTO interessante inserirlo in una catena interamente Audio Note: basti pensare che alcuni lo stanno utilizzando per pilotare le loro vecchie e care Snell K con risultati mai ottenuti prima!
“Oggi si conosce il prezzo di ogni cosa, ma di nessuna il proprio valore”. (Oscar Wilde)Ultima modifica di Andrea Gianelli il Dom 31 Ago 2008 - 17:22 - modificato 1 volta.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Impianto : Lettore Philips CD460, amplificatore "BeoAffordable" (con modulo Bang&Olufsen ICEpower 50ASX2 e pre phono/linea integrati by Camillo Gianelli), diffusori a sospensione pneumatica Boston Acoustics T-930 "improved" con woofer Indiana Line W20.
Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
belle le snell K. bisognerebbe trovarle usate ma mi sa tanto che costicchiano non da classe T/D.
robertor
robertor
Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
Oltre ad essere care (le attuali "K" marchiate Audio Note, identiche alle vecchie Snell, costano se non erro 2.700 euro), occorre sempre molta prudenza e un'esagerata fortuna anche se si decide di ripiegare sull'usato: le quotazioni del vintage "di qualità" sono a mio avviso spropositate e non si è mai sicuri di come siano stati ribordati i woofer.
Il mio post si riferiva ad una possibile prova d'ascolto/confronto e non ad un potenziale acquisto: per meno di un decimo di quella cifra oggi si ha la possibilità di comprare una coppia di validissime torri, come ad esempio le Indiana Line HC-504, che costano poco più di 200 euro, hanno la stessa efficienza delle K e scendono fino a 40 Hz a -3dB, cosa impossibile per un woofer da 20 cm che lavora in cassa chiusa in un volume relativamente piccolo: i moderni bass-reflex hanno risolto molti problemi e superato molti dei limiti che affliggevano i diffusori a sospensione pneumatica, inclusi i migliori.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
bass reflex?
perché bass reflex? a cosa serve?
é impegnativo e molte volte risulta essere negativo.
un'ottima cassa chiusa scende tranquillamente in basso come un bass reflex.
logicamente di litraggio adeguato.
il bass reflex permette ai costruttori di mantenere i costi di progettazione e costruzione contenuti.
forse sarebbe meglio un radiatore passivo a questo punto.
altrimenti ci si ritrova, in un ambiente molto riflettente, a dover tappare il condotto reflex.
certo é che il bass reflex regala quel pugno sullo stomaco che il cassa chiusa non regala.
2 filosofie costruttive, 2 modi di riprodurre musica.
robertor
perché bass reflex? a cosa serve?
é impegnativo e molte volte risulta essere negativo.
un'ottima cassa chiusa scende tranquillamente in basso come un bass reflex.
logicamente di litraggio adeguato.
il bass reflex permette ai costruttori di mantenere i costi di progettazione e costruzione contenuti.
forse sarebbe meglio un radiatore passivo a questo punto.
altrimenti ci si ritrova, in un ambiente molto riflettente, a dover tappare il condotto reflex.
certo é che il bass reflex regala quel pugno sullo stomaco che il cassa chiusa non regala.
2 filosofie costruttive, 2 modi di riprodurre musica.
robertor
Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
Innanzitutto grazie per il sempre gradito feedback
Purtroppo per tutti noi, nessun sistema di nessun tipo può sottrarsi alle leggi della fisica: per riprodurre correttamente le basse frequenze occorre un certo spostamento d'aria e un woofer che lavora in cassa chiusa richiede una superficie di emissione ALMENO doppia e volume interno ALMENO doppio. Dico almeno perchè spesso è molto di più: con i moderni bass-reflex (parliamo ovviamente di prodotti hi-fi) sono stati fatti passi da gigante.
Tieni presente che i vecchi diffusori Philips di mio padre montavano il mitico woofer Bombardon da 12", con cono in polistirolo, magnete in alnico e frequenza di risonanza ad aria libera pari a 25-29 Hz. Tuttavia per scendere a 26-30 Hz occorrevano cabinet da 300 litri, incompatibili con la stragrande maggioranza degli ambienti domestici. Per questo la Philips suggeriva cabinet di 40-60 litri e vendeva diffusori finiti da 45-50 litri: in tal caso, in abbinamento a biconici full-range, si ottenevano sistemi in grado di riprodurre frequenze comprese tra i 40 Hz e i 18 KHz (ma con notevole attenuazione rispetto ai -3 dB).
Senza scomodare la prestigiosa serie Arbour, le mie Indiana Line TH 370 sono accordate a 50 Hz e scendono sino a 48 a - 3dB, con woofer da 7" e cabinet da 12-15 litri.
D'altro canto, come mai secondo te costruttori che badano esclusivamente alla qualità si sono convertiti anch'essi alla filosofia bass-reflex? Audio Note nei modelli E e J (in cui il litraggio avrebbe consentito di continuare con la cassa chiusa), Sonus Faber su tutta la gamma (incluse le enormi Elipsa e le gigantesche e carissime Stradivari), per non parlare di Wilson Audio (a mio avviso i migliori bassi in assoluto!!!), che utilizza cabinet grandi e tutti rigorosamente accordati.
I vantaggi del bass-reflex erano già chiaramente evidenziati nei vecchi manuali di tecnica elettroacustica (ne ho letto di recente uno del 1955), soltanto che prima della computerizzazione del progetto era molto difficile calcolarli in modo preciso e quindi la sospensione pneumatica era, nell'alta fedeltà domestica, il miglior compromesso per garantire un minimo di linearità di risposta e un buon controllo, a scapito però dell'efficienza e della dinamica.
Tra l'altro woofer grandi richiedono cabinet larghi, con inevitabile perdita in termini d'immagine (il diffusore non è in grado di "scomparire").
Per concludere, ti suggerisco la lettura di questo illuminante articolo:
http://www.tnt-audio.com/casse/towers.html
“E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio”. (Albert Einstein)
Ultima modifica di Andrea Gianelli il Sab 26 Lug 2008 - 22:21 - modificato 1 volta.
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
esatto, la problematica della cassa chiusa è quella delle dimensioni.
progettazione diversa costi diversi.
un bass reflex dovrebbe costare molto meno di un cassa chiusa.
verissimo!!!!
robertor
progettazione diversa costi diversi.
un bass reflex dovrebbe costare molto meno di un cassa chiusa.
spassionatamente ti rispondo così: per fregarci meglio i soldini con diffusori ruffiani dal costo di progettazione e produzione moooooooolto contenuto.
verissimo!!!!
robertor
Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
robertor ha scritto:spassionatamente ti rispondo così: per fregarci meglio i soldini con diffusori ruffiani dal costo di progettazione e produzione moooooooolto contenuto.
Esistono produttori MOLTO onesti, che offrono ottimi prodotti a costo contenuto e dimensioni accettabili: uno di questi è Indiana Line, una delle prime aziende in Italia a dare un impulso decisivo alla filosofia del bass-reflex. Nel 2004 ho avuto la fortuna di conoscerne il responsabile della progettazione: l'ing. Renato Fornasieri, ora in pensione (dal 2006 produzione e distribuzione sono passate da Alcor a Coral, che lavora con la stessa serietà e onestà), persona di notevoli qualità umane e professionali, al quale ho voluto persino dedicare una pagina su Wikipedia.
Dato che forse siamo ancora nel campo delle sensazioni, proviamo a metterci qualche numerino: per i Grundig BOX 850 (tra i migliori della produzione Grundig), a fronte di una risposta dichiarata 35Hz-26KHz, la frequenza di risonanza misurata è di 74Hz (che corrisponde alla frequenza più bassa correttamente riproducibile!) mentre la risposta in alto decade già a 16KHz.
Le moderne Indiana Line HC-205, con risposta dichiarata 48Hz-22KHz, hanno una frequenza di accordo (sempre in riferimento a misure di laboratorio) di 55 Hz e l'estremo acuto si estende oltre la soglia udibile (20 KHz), il tutto con dimensioni più contenute e quasi 4 dB in più di efficienza!
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
robertor ha scritto:altrimenti ci si ritrova, in un ambiente molto riflettente, a dover tappare il condotto reflex.
robertor
Ciao
Quello di tappare il condotto reflex è un'operazione decisamente sconsigliabile. Ho fatto diverse prove a riguardo (gommapiuma, lana di vetro, cannucce) con risultati deludenti. Alla fine ho optato per due set di punte da mettere sotto le mie torri che mi hanno risolto tutti i problemi di rimbombi, risonanze ed hanno avuto altri sensibilissimi effetti benefici sia sulla pulizia dell'emissione che sulla focalizzazione della scena.
Saluti
Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
le 850a prof le ho avute, ascoltate, riposte in un angolo e poi rivendute.
ti posso assicurare che non vanno bene.
certe volte andava meglio la 1500 liscia prima serie.
il disaccoppiare il diffusore dal pavimento con punte e sotto punte in grafite o pseudo grafite o con le sotto punte economiche consigliate su TNT logicamente porta ad un cambiamento al suono e al comportamento del diffusore, sia esso a torre che da stand.
appoggiato direttamente al pavimento ti ritrovi ad avere uno scaffale grande come la tua stanza dove appoggia il diffusore.
non sempre questi cambiamenti sono benefici.
a volte snaturano il diffusore stesso a volte invece sono un tocca sana.
forse si potrebbe provare con dei rifasatori. basta un pezzetto di plexiglass a volte per risolvere moltissimi problemi.
se un diffusore é nato bass reflex perché dobbiamo modificarlo in parziale cassa chiusa con degli acorgimenti empirici?
a questo punto preferisco il radiatore passivo(vedi infinity, ESS, etc etc).
robertor
Re: T-Amp vs Audio Note: un confronto possibile
robertor ha scritto:se un diffusore é nato bass reflex perché dobbiamo modificarlo in parziale cassa chiusa con degli acorgimenti empirici?
Infatti non c'è ragione, anzi... per quanto spiegato (confronto con numeri e misure alla mano) nel mio precedente post, un bass-reflex se ben calcolato riesce tendenzialmente a fare meglio di un sistema in sospensione pneumatica, riducendo nel contempo le dimensioni (ovviamente senza mai esagerare, perchè le leggi della fisica valgono comunque!).
Poi, come sempre, è buona norma evitare generalizzazioni: non è il sistema di caricamento in sè ad essere responsabile della qualità finale, ma l'intero progetto. La stessa cosa che vale per gli ampli a valvole, transistor bipolari o mosfet.
Si possono fare ottimi e pessimi prodotti con qualsiasi tecnologia. Certamente vi sono metodi più sicuri di altri per raggiungere l'obiettivo (= qualità sonora) e questi cambiano in funzione dell'evoluzione tecnologica: così come i primi transistor non consentivano immediata applicazione in campo hi-fi, allo stesso modo negli anni sessanta e settanta i bass-reflex erano spesso più "colorati" dei sistemi in cassa chiusa.
Oggi direi che le cose sono MOLTO cambiate: il T-Amp e i moderni bass-reflex (di qualità) ne sono la più chiara dimostrazione
Andrea Gianelli- Membro classe argento
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